Capitolo 7. Amortentia.

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Per quanto potesse sembrargli assurdo, Loki si ritrovò ad essere un bravo insegnante, certo a volte ebbe delle cadute di stile, fallendo nel lanciare un incantesimo di protezione o commentando le assurdità del mondo magico di Midgard, ma in linea di massima era benvoluto da tutti i suoi studenti. Il golden trio si trovò molto spesso a commentare le sue lezioni, dicendo che sembrava un Gilderoy Allock un po' più bravo, spiegando a Sigyn che tale uomo, fu il loro insegnante di difesa durante il secondo anno ad Hogwarts, il quale però era un'idiota totale e che, a differenza del professor Laufeyson, non sapeva affatto fare il suo lavoro, riuscendo bene solo nell'elogiare sé stesso e a vantarsi di avventure mai vissute realmente in prima persona. La regina invece era in conflitto, la sua mente non le lasciava la possibilità di liberarsi dall'idea che il professore le avesse mentito, ma perché farlo? Era impossibile che lei lo avesse sognato senza mai averlo visto prima, ed il tutto era amplificato dal fatto che non la guardasse mai negli occhi, come se fosse invisibile per lui. Eppure, quando per quei fugaci secondi in cui il cioccolato dei suoi occhi incontrava l'azzurro penetrante del professore, sentiva un dolore lancinante che le straziava l'anima e sentiva che anche in lui c'era qualcosa. Ed era effettivamente così, Loki non ce la faceva ad insegnare con lei in classe, non doveva guardarla, o avrebbe passato tutta l'ora a fissarla in adorazione, o avrebbe baciato le sue soffici e rosse labbra difronte all'intero corpo studentesco. L'unica soluzione era quella di evitarla il più possibile, almeno finché il fato non decise altro.
Aveva preparato dei bigliettini con i nomi dei suoi studenti, che mise nel cappello parlante, per fare con loro una vera lezione di difesa, ma con il corpo a corpo.
- Bene ragazzi, avvicinatevi. Ora estrarrò un nome, non abbiate paura, faremo solo una piccola dimostrazione di come ci si batte in un corpo a corpo, tranquilli, nessuno vi farà del male. Madama Chips non sarebbe felice di ricevere un altro studente ferito, ancora una volta per colpa mia. – Disse, facendo ridere la classe. Sigyn e Draco erano infondo alla stanza, abbracciati e consapevoli che quasi certamente il cappello avrebbe messo in mano al professore il nome di Harry, dato che poi erano giorni che si vantava di essere "il prescelto." – Non può essere. – Sussurrò, quando vide il nome scritto sul foglio di pergamena. – Sigyn... - Credette che nessuno lo avesse sentito, invece quel nome appena sussurrato arrivò fino alle orecchie della ragazza, che alzò immediatamente lo sguardo verso il professore, attonita. Loki serrò la mascella, capendo che era stato sicuramente il cappello a fargli quel tiro mancino, perché non lo aveva neanche scritto il nome, non voleva in alcun modo entrarci in contatto.
- Sì, professore? – La voce della ragazza risuonò nella stanza, risvegliando il dio degli inganni.
- Il... Il cappello parlante ha... ha estratto il suo nome. Se non vuole può rifiutarsi. – Disse il professore balbettando, non credendo di riuscire a sostenere lui stesso un incontro, dato che durante il loro primo ed ultimo combattimento, l'aveva quasi uccisa. Un lieve brusio si alzò nella classe, avevano tutti notato quello strano cambiamento nel comportamento del professore, sempre così sicuro di sé quasi al limite dello spavaldo, ma in quel momento sembrò essersi trasformato in qualcuno di totalmente diverso.
- No, va bene. – Rispose la giovane, facendosi spazio tra gli studenti, già posizionati in cerchio intorno al professore. I due si misero l'uno di fronte all'altra, guardandosi a lungo negli occhi, incerti su chi dovesse essere il primo a colpire.
- Ehm professore, non ci saranno ripercussioni se viene colpito, vero? – Chiese beffardo Malfoy, che aveva visto la ragazza allenarsi con la sua spada per tutta l'estate e, se era brava con la spada quanto con le mani, allora il professor Laufeyson avrebbe avuto pane per i suoi denti.
- Certo che no, signor Malfoy. – Rispose acidamente Loki, che poco sopportava il ragazzo biondo, geloso di vederlo vicino alla sua donna.
- Oh allora, in tal caso, forza Sigyn! – Esclamò battendo le mani, incoraggiando la ragazza che, fomentata da lui, non perse tempo e lo colpì, prima al petto e poi alla fronte con le dita. Loki la guardò con un piccolo ghigno e velocemente le prese il braccio destro per bloccarla, ma lei tentò di colpirlo di nuovo: rimasero tutti affascinati dal modo in cui si battevano, così leggeri e coordinati da sembrare che danzassero, con una capriola all'indietro Sigyn schivò l'ultimo attacco di Loki, atterrando si gettò a terra e muovendo le gambe verso il professore, colpì le sue gambe togliendogli l'equilibrio e facendolo così cadere di schiena. Ancora leggermente stordito dalla botta, ripensò a quante ore Sigyn avesse passato nell'arena del suo palazzo, combattendo con Thor e Sif, per poi sentire il ginocchio della fanciulla sul suo petto. Rimasero a guardarsi negli occhi, entrambi col fiato corto, mentre le narici di lei si riempivano del buon profumo della pelle con cui erano fatti gli abiti dell'uomo. Per un secondo, quell'odore le creò un groppo alla gola, riconobbe l'emozione che le strinse il cuore, era la nostalgia, perché il professore le faceva quell'effetto? Il destino sarebbe mai stato clemente con lei e le avrebbe dato un po' di pace? Come poteva provare nostalgia di qualcosa che nemmeno ricordava?
- E-e questo è un ottimo esempio di come combattere a mani nude. – Disse Loki riprendendosi rapidamente dall'incanto dei suoi occhi, vedendola alzarsi con quel suo adorabile sorriso imbarazzato. Spiegò velocemente quali erano le migliori tecniche di difesa e attacco, che poi erano quelle che avevano praticato i due dei, congedando infine i suoi studenti.
- Dove hai imparato a combattere così? – Chiese Harry, ancora su di giri per lo spettacolo offerto.
- Non lo so, sono sempre stata in grado di farlo, non so spiegarlo. – Ammise sorridendo rimanendo al fianco di Draco.
- Paura di essere pestato da una ragazza, Potter? – Domandò con cattiveria il ragazzo dai capelli biondi, ricevendo uno sguardo truce da Sigyn, che gli fece roteare gli occhi al cielo. – Io avrei paura se fossi in te. – Aggiunse con un sorriso tirato, prima guardando il ragazzo con la cicatrice e poi la sua ragazza, come a chiederle se ciò che aveva fatto andasse bene. Lei gli diede una leggera botta sulla spalla e tutti e cinque si diressero alla classe di Horace Lumacorno, Pozioni. Harry era già entrato nelle sue grazie, come richiesto da Silente, e nel famoso "Luma Club", un circolo ristretto di brillanti studenti con il suddetto professore, ed anche Hermione ci era ovviamente entrata e, sebbene Sigyn avesse anche già il Quidditch a cui pensare, essendo uno dei battitori, entrare nell'esclusivo club le sarebbe piaciuto tantissimo. Raggiunta la classe nei sotterranei, videro che il professore aveva apparecchiato sul tavolo dei calderoni fumanti, sicuramente ognuno di essi aveva una pozione particolare al suo interno, ma solo uno catturò l'attenzione della regina.
- Infine, all'interno di quest'ultimo calderone: chi sa dirmi di che pozione si tratta? – Chiese con voce allegra il docente, guardando la sua classe dopo aver già chiesto le pozioni nei precedenti calderoni, dando cinque punti sia a Grifondoro che a Tassorosso. Alla domanda, Sigyn, Pansy e nuovamente Hermione alzarono la mano, ma la regina di Vanaheimr fu di qualche secondo più veloce rispetto alle altre. – Sì, signorina Vadirdottir? – Disse Lumacorno con un sorriso soddisfatto.
- È Amortentia, un potentissimo filtro d'amore, in grado di far infatuare chiunque di noi. Ha un odore diverso per ogni persona che lo sente, io per esempio sento... Fieno fresco, di libri e... Pelle... - Disse, quasi sotto shock. Sapeva perfettamente che l'unica persona ad avere quell'odore, era la stessa che le aveva detto di non averla mia incontrata prima.
- Molto bene, signorina Vadirdottir, cinque punti anche a Serpeverde. Come ha detto giustamente, è un potentissimo filtro d'amore, crea una potente infatuazione o ossessione per una persona, ma non il vero amore, che non si può creare artificialmente. Per questo è forse la seconda cosa più pericolosa presente in questa stanza. – Commentò il professore, chiudendo il calderone, al quale si era avvicinata più di qualche ragazza. Lumacorno era stato informato da Silente di Sigyn, sulle sue origini e su chi fosse, perciò fu felice di aver fatto rispondere a lei dato che, in un certo senso, il potere dell'Amortentia e il suo erano molto simili. Il professore decise di fare una gara tra gli studenti: chi sarebbe riuscito a fare un perfetto distillato di morte, avrebbe potuto guadagnarsi una fiala di Felix Felicis, una pozione che rendeva chi la beveva molto fortunato. Ovviamente tutti ne volevano una fiala, perciò la gara sarebbe stata agguerrita. Sigyn prese gli ingredienti, ma leggendo la preparazione sul libro, qualcosa le diceva che c'erano degli errori. La sua mente le riprodusse un altro ricordo, una donna dal dolce sorriso e dai lunghi e ricci capelli biondi, le disse di schiacciare lo stesso ingrediente che aveva tra le mani, poiché impossibile da tagliare. Quella donna e le sue spiegazioni la aiutarono per tutto il procedimento, finché non rivolse lo sguardo a Draco, vedendolo nel caos più totale.
- Devi schiacciarlo, fidati di me. – Gli suggerì la ragazza e si fidò di lei, scoprendo che aveva ragione.
- Chi saprebbe di pelle? – Domandò Draco, con un sorriso divertito mentre riprese a lavorare sulla pozione. Un po' si sentì geloso del fatto che quell'odore particolare non gli si addicesse per niente, ma a lui bastava quello che avevano per essere felice, almeno quanto bastava per sopravvivere.
- Non ne ho idea. – Rispose Sigyn, sospirando e mentendo, non era decisamente convinta che dire il nome di Loki fosse una saggia idea, non era neanche sicura del perché avesse potuto percepire lo stesso profumo sentito durante la lezione del professor Laufeyson.
Alla fine della gara, solo due pozioni erano come le voleva il professore, quella di Harry e di Sigyn, così fu costretto a dividere la piccola Fortuna Liquida con i due studenti e, prima che lei potesse lasciare l'aula con gli altri, la invitò ufficialmente nel suo "Luma Club".
Il resto delle lezioni proseguì in maniera tranquilla, sebbene la dea dell'amore avesse la testa da un'altra parte, piena di pensieri e idee confuse: Chi poteva mai essere quella donna dei suoi ricordi? Forse sua madre, poteva esserlo per come le parlava e poi perché l'Amortentia, le aveva fatto percepire l'odore del professor Laufeyson? Perché?
- Sigyn? Ci sei? – La richiamò Graham Montague, per il secondo anno di fila capitano della sua squadra. Sigyn annuì prontamente al richiamo, stringendo la scopa regalatale da Draco per natale l'anno precedente, una Firebolt. – La permanenza nella squadra non è un diritto, è qualcosa che vi dovete guadagnare, perciò in sella alle scope e fatemi vedere chi siete, forza Serpeverde! – Li incitò Graham, salendo anche lui sulla sua scopa lanciando in aria la pluffa con i bolidi. Gli allenamenti erano vere e proprie partite: tra la maggior parte dei Serpeverde non era raro che ci fossero accesi scontri, che spesso portavano i membri della squadra direttamente nell'ala dell'ospedale.
- Professor Laufeyson, che ci fa qui? – Chiese stupita Hermione, vedendo arrivare il professore. Loki la guardò per un attimo, cercando di pensare a qualcosa di diverso da "Sono venuto a guardare come uno spasimante la mia ex futura moglie."
- Oh sono solo venuto a vedere un allenamento di Quidditch, ma cosa ci fanno tre giovani Grifondoro alle selezioni dei Serpeverde? – Domandò a sua volta, per togliersi dall'impiccio la curiosità eccessiva di Hermione. Apprezzava la sua intelligenza, ma era seccante a volte.
- Siamo qui per Sigyn, è una nostra amica. – Rispose sornione Ron, al quale piaceva tantissimo il nuovo insegnante di Difesa, perché aveva la sua stessa fantasia di lavorare.
- Ah, che cosa fuori dal comune: una Serpeverde, amica di tre Grifondoro. – Ammise con un piccolo e tenero sorriso. Da quanto aveva appreso, le due casate essendo le due facce della stessa medaglia, erano acerrime nemiche, sin dalla fondazione della scuola. Eppure la sua Sigyn, era riuscita a porre fine in qualche modo a quella storica rivalità.
- È stato strano anche per noi all'inizio. Ci siamo messi a parlare dopo una lezione di Erbologia e beh, lei è stata subito molto carina con noi. Ci è piaciuta dal primo momento che ci ha parlato, come anche alla maggior parte dei Serpeverde. – Disse Harry, guardando Malfoy seduto distante da loro. Tutti quanti preferivano di gran lunga mantenere le distanze in assenza di Sigyn.
- Il suo ragazzo? – Domandò con una punta di rabbia nella voce, alla quale per fortuna i tre ragazzi non fecero caso, poiché più distratti dalla domanda in sé. – Perdonatemi, sono molto curioso di natura. – Disse facendo un sorriso per poi guardare la partita, appena in tempo per vedere la regina di Vanaheimr, roteare a testa in giù sulla scopa per colpire la pluffa e tornare dritta, riuscendo a lanciarla ad un suo compagno, che segnò subito dopo. Nel vederla prendere la pluffa in quel modo, tutti esultarono, compreso Loki. – Sono un grande fan di questo sport. – Si sbrigò subito a dire, per cercare di evitare domande sulla sua reazione troppo fomentata.
- Comunque sì, è il suo ragazzo. Ma si possono realmente definire una coppia? Insomma, non si sono mai scambiati troppe effusioni in pubblico e poi dopo quello che ha detto lei a Pozioni, Draco non sa sicuramente di pelle. – Parlò Hermione velocemente come se fosse senza freni, mentre tornavano seduti dopo aver esultato per l'amica. Il dio degli inganni nel sentire tali parole fu molto più sollevato, ma la cosa sulla pelle, lo incuriosì.
- Hey, se rispondete a questa mia ultima domanda, vi farò avere a prescindere, un voto alto al mio prossimo esame. – Disse Loki, guardando soprattutto i due ragazzi. La signorina Granger infatti avrebbe voluto rispondere, che non avrebbero barato agli esami e che non avrebbero soddisfatto la sua curiosità, ma invece Ron ed Harry risposero in coro "Dica pure, professore". – Che cosa è successo a Sigyn durante la lezione di Pozioni? – Chiese curioso e i due amici si guardarono per qualche istante, non capendo cosa importasse al professore, ma per un voto alto assicurato, non avrebbero fatto domande.
- Il professor Lumacorno ci ha presentato una pozione, l'Amortentiae si dice che odori in modo diverso per chiunque la annusi e lei ha detto fieno, libri e odore di pelle. – Rispose con calma il ragazzo con gli occhiali e il professore dovette fare appello a tutte le sue forze per non sorridere. Conosceva tutte le pozioni che insegnavano ad Hogwarts grazie a sua madre, perciò anche l'Amortentia e quelli erano gli odori preferiti di lei. L'odore della pelle dei suoi abiti era ciò che la attraeva e realizzato tale pensiero, capì che per loro forse c'era ancora una speranza. Li ringraziò stringendo loro le mani e poi li lasciò stare, spostandosi ad una panca più in basso, così da poterli comunque sentir parlare e, nel frattempo la guardò e rifletté che se lui avesse annusato quella pozione, avrebbe sentito l'odore del metallo appena forgiato, di pini selvatici e il profumo della pelle di Sigyn. Sin da bambino gli era piaciuto, sapeva di fiori delicati e quanto gli mancava poterne godere la notte, mentre la stringeva a sé. Li sentì parlare di come Harry avesse fatto a guadagnarsi la Felix, grazie al libro appartenuto ad un certo "Principe Mezzosangue", ma nessuno si sapeva spiegare come avesse fatto Sigyn, sul suo libro non c'erano gli stessi appunti di Potter. Il principe asgardiano capì che, in qualche modo, aveva ricordato le lezioni di sua madre, la sua memoria stava iniziando a tornare, ma non sapeva se fosse positivo o negativo.
Sigyn avrebbe dovuto ricordare, ma solo nel momento opportuno, se fosse accaduto prima non sapeva che conseguenze ci sarebbero state: avrebbe potuto mantenere il suo patto e continuare la missione, con la mente occupata a gestire l'odio che la ragazza avrebbe provato per lui? Era certo che Sigyn lo avrebbe detestato, si odiava lui stesso e avrebbe saputo gestire tutto, tranne sentirle dire quanto gravemente l'avesse ferita. Le selezioni finirono e, grazie a quella magistrale mossa sulla scopa e nella sua rapidità di risposta, Sigyn si riguadagnò il posto di battitore. Tutti e quattro i ragazzi scesero dagli spalti per raggiungere la dea, che fu ben felice di ricevere le congratulazioni da parte di tutti quanti i suoi amici, compreso Draco che oltre ad abbracciarla le diede un dolce bacio tra i capelli. Di norma lo avrebbe guardato con dolcezza, ma incomprensibilmente il suo sguardo si concentrò per un secondo sugli spalti, incontrando gli occhi azzurri del professor Laufeyson, facendole dimenticare che Draco era ancora davanti a lei, al quale rivolse allora un veloce sorriso, abbassando poi il capo, accusando una finta stanchezza. In realtà, voleva essere libera di domandarsi perché il professore fosse lì e da quanto, ma soprattutto, perché era convinta che stesse guardando proprio lei?
- Hey, sicura di stare bene? – Chiese Malfoy, prendendola per un braccio prima di lasciarla andare a cambiarsi.
- Sì, sto bene. Mi è solo mancato il miglior compagno di squadra del mondo. Blaise e Goyle sono okay, ma tu eri meglio. – Rispose velocemente e con un tono un po' ruffiano, facendolo ridere, ma le bastò per farsi lasciare andare. Anche Draco giocava a Quidditch, ma quell'anno decise che con tutti i problemi che aveva, non era il caso che giocasse, anche se Sigyn lo aveva pregato di cambiare idea molte volte.
Quella sera nel dormitorio, sembrò che i giovani ormoni di tutte le Serpeverdi fossero esplosi, dato che non appena furono in pigiama e a letto, cominciarono a parlare di ragazzi.
- Ma perché non parliamo di Sigyn e Draco? Ho sentito che voi due avete passato l'estate insieme! – Disse Millicent Bulstrode, con un sorriso curioso.
- Sì è vero Millie, ma non è successo ciò che pensate tutte voi. – Rispose Sigyn guardando seriamente ogni ragazza presente, che a tale affermazione fece una faccia stupita.
- Non è possibile, Sigyn, andiamo! Draco è diventato così carino, capisco che con la storia del signor Malfoy sia stato preoccupato, ma niente di niente? Neanche una toccatina? – Chiese con tono speranzoso Astoria Greengrass, che da sempre aveva una cotta per Draco. Detestava la nuova arrivata perché poteva essere considerata la sua ragazza, ma allo stesso tempo era come se le fosse impossibile odiarla del tutto.
- No Astoria, davvero. Sentite, io e Draco ci vogliamo bene, ci piacciamo, ma non stiamo così insieme per fare quello. Non ne abbiamo mai neanche parlato e poi francamente, non mi sento pronta a farlo con lui. – Ammise quasi con un po' di senso di colpa nella voce, perché sinceramente voleva provarci ad andare oltre, ma l'uomo dei suoi sogni glielo impediva.
- Con lui no, ma con l'uomo che sa di pelle certamente. – Sussurrò Pansy in tono divertito per far ridere il gruppo, ma fece arrossire Sigyn, che in tutta risposta le tirò un cuscino, finendo per ridere tutte insieme.
Finalmente dopo tante chiacchiere, le energie si spensero a tutte quante le ragazze, che si addormentarono cullate dalle placide acque del lago nero. Ancora una volta, la regina di Vanaheimr si ritrovò ad incontrare quel ragazzo, al quale raccontava della sua giornata e lui ascoltava, senza proferire parola, l'unica parola che gli sentì mai pronunciare fu solo il suo nome, quando la chiamava per invitarla a sedersi con lui sul prato. Quel sogno però si trasformò velocemente, perché le bastò distogliere per un secondo lo sguardo da lui e dal prato, per poi scoprire che si trovavano in una camera degna solo di un re: un enorme stanza dalle pareti di marmo, colonne decorate, mobili pregiati e un enorme letto con candidi veli bianchi che ricadevano sul pavimento dal baldacchino. Lui la prese in braccio facendola volteggiare per la stanza e si sentì felice come non mai; se anche quello fosse stato un ricordo, allora fu contenta di averlo vissuto, perché l'uomo poi la adagiò sul letto e si mise su di lei, iniziando a baciarla, toccarla e infine possederla. Non le era mai successo di avere un sogno simile, da sentirlo quasi reale come se stesse accadendo in quel preciso istante nella sua camera. Guardando l'aurora boreale dalla grande finestra con la balconata, si lascò beare dal sentirgli sussurrare il suo nome all'orecchio e quanto la amasse.
- Sigyn! – Urlò Pansy, sentendola mugolare di piacere nel sonno, svegliandola improvvisamente. – Meno male che tu e Draco non avete fatto nulla! – La prese ancora in giro, vedendola sudata e arrossata, capendo che doveva aver avuto un sogno a luci rosse.
- Oh sta zitta! – Le rispose la ragazza, sentendo l'amica continuare a ridere mentre notò che, a parte loro due, nessun'altra fosse lì nel dormitorio. Fu felice di essere stata scoperta solo da Pansy, con la quale aveva un buon rapporto d'amicizia, nonostante fosse un po' velenosa, come quasi tutte le donne Serpeverde.
Velocemente si vestì, infilando un jeans e un maglioncino, per scendere a fare colazione, dove vide seduto già a mangiare e a leggere "La Gazzetta del Profeta", Draco.
- Buongiorno! – Disse con tono squillante Sigyn, per evitare qualsiasi tipo di commento da parte di Pansy, sedendosi vicino al suo ragazzo.
- Buongiorno anche a te, sta mattina siamo di buon umore. – Le sorrise Draco, passandole un croissant e ricevendo un sorriso di ringraziamento da parte della ragazza.
- Chissà come mai. – La canzonò Pansy e Sigyn era pronta a darle un piccolo calcio da sotto al tavolo, se una voce fin troppo somigliante, non si fosse sentita alle loro spalle.
- Buongiorno studenti. – Disse il professor Laufeyson, guardando i ragazzi di Serpeverde, per poi rivolgere un fugace sorriso alla sua amata donna, che rimase a fissarlo imbambolata, mentre gli altri rispondevano al saluto, superandoli subito dopo per dirigersi al suo tavolo. Era quasi certo di averla vista arrossire, ed era stato sicuramente un colpo basso entrarle nella testa quella notte, per farle sognare la loro prima volta, ma aveva bisogno che lei sapesse che era sua e che quello fu un momento importante anche per lui: non a caso aveva fece ripetere alla sua illusione così tante volte quanto la amasse, perché era così e avrebbe dovuto dimostrarglielo quando doveva e poteva. Per lui era stato straziante osservare tutte le notti i suoi sogni, sapere di averle mentito in quel modo, perché l'uomo che vedeva era lui e non poteva dirglielo.
L'inverno arrivò ed Hogwarts in quei mesi aveva visto accadere un sacco di cose strane: piccoli incidenti gravitavano intorno al preside, nulla di troppo allarmante, ma qualcosa non tornava al golden trio, che nel frattempo aveva anche a che fare con Harry che cercava in ogni modo di capire cosa nascondesse Horace Lumacorno sul conto di Tom Riddle, che negli anni si fece conoscere come Lord Voldemort.
In più dopo una "lunga battaglia", gli studenti riuscirono a far annunciare ai professori che ci sarebbe stato un ballo di natale, una versione ridotta del Ballo del Ceppo, una serata di gala a cui partecipavano i campioni della coppa tre maghi, mentre in questo ballo avrebbero partecipato tutti gli studenti di Hogwarts come ultima sera nel castello prima del ritorno a casa per le vacanze natalizie. Era l'evento sulla bocca di tutti e i ragazzi erano in fermento come delle api in primavera, tutti alla ricerca di una compagna o di scoop sulle probabili coppie e l'unico luogo dove le orecchie di Sigyn furono salve da tale eccitazione fu alla festa di Lumacorno, dove il professore preferì concentrarsi sulla vita dei suoi studenti.
- Oh grazie, signor Paciock. – Disse Horace guardando il giovane Neville, che aveva accettato di aiutare con il servizio alla festa. – Signorina Vadirdottir allora, mi sorprende che lei sia venuta qui da sola, il signor Potter ha portato la signorina Lovegood, il signor Zabini la signorina Parkinson e la signorina Granger il signor McLaggen. Da quanto mi risulta lei ha un profondo rapporto con il signor Malfoy, perché non è con te, mia cara ragazza? – Chiese gioioso il professore, che sicuramente aveva bevuto troppo idromele corretto con qualche bevanda più alcolica. Stava per rispondere, ma l'attenzione di Horace venne catturata da qualcun altro. – Oh professor Laufeyson, che piacere vederla! Mi aveva detto che non sapeva se sarebbe riuscito a venire! – Esclamò Lumacorno, facendo girare Sigyn per osservare Loki avvicinarsi a loro: per l'occasione aveva messo un nuovo completo in pelle, invece che nero e verde, sui toni del blu e viola e con un mantello nero dal fondo giallo oro.
- Mi sono fortunatamente liberato. Ho interrotto qualcosa di interessante? – Chiese con un sorriso beffardo guardando tutti gli studenti, compresa la sua Sigyn, per la prima volta dopo mesi nuovamente vicino a lei, concedendosi solo qualche secondo per osservare come stesse bene in quel lungo abito di raso argentato, che le scendeva morbido sul corpo. Da dopo quel sogno la ragazza aveva cercato di evitare il più possibile il professore, non riuscendo a sostenere il suo sguardo, senza immaginarlo privo delle sue vesti, perciò quando se lo ritrovò alle spalle poté nettamente percepire il proprio respiro venirle meno, e la pelle delle sue guance scaldarsi tanto da rendere evidente il suo rossore, che tentò di mascherare con il suo bicchiere portandolo alla bocca.
- Parlavamo del perché la signorina Vadirdottir non sia in compagnia del signor Malfoy. – Si apprestò a spiegare l'altro professore, guardando la ragazza che fece un sorriso tirato.
- Beh, siamo entrambi dell'opinione che andare insieme a questo genere di eventi, quando ci si sta frequentando, renda tutto più ufficiale. Per esempio al ballo, lui porterà Astoria Greengrass. – Disse con un sorriso soddisfatto. In realtà Sigyn rifiutò l'invito di Draco, perché il solo pensiero di poter danzare stretta tra le sue braccia, le appesantì inspiegabilmente il cuore, come se danzare con qualcun altro fosse un male, così lo convinse a chiederlo ad Astoria. Lo scopo di lei era mostrare al biondo, che era facile scoprire quante persone erano disposte ad aprirgli il cuore, se solo avesse lasciato che gli si avvicinassero, come aveva lasciato avvicinare lei, oltre che sperare di poter lenire il senso di colpa per avergli negato quella festa.
- E quindi con chi andrete? – Domandò con un sorriso curioso Loki, sorseggiando poi un bicchiere di burrobirra, decisamente più dolce rispetto alla birra asgardiana, ma meno del loro idromele.
- Credo che andrò da sola. – Rispose semplicemente al professore, facendo spallucce.
- Cara, non credo poi di averti chiesto nemmeno di te all'ultimo party. – Ammise con tono colpevole Lumacorno, che ricevette però il sorriso comprensivo della sua alunna.
- Non che ci sia molto da raccontare. Mi ha trovata il professor Silente, ferita ad un fianco e con una spada vicino a me. Non ho assolutamente alcun ricordo di ciò che mi accadde prima di svegliarmi nell'infermeria della scuola, l'unica cosa che mi fa sperare di poter un giorno essere in grado di ricordare qualcosa, è il volto di un uomo che mi appare ogni notte in sogno. – Confessò guardando il suo bicchiere come se al suo interno ci fosse quell'uomo, mentre il dio degli inganni la guardava rapito e distrutto dal sentire quanto la addolorasse, non sapere chi fosse e la consapevolezza di non esserci riuscita in più di un anno. Lumacorno dissolse l'incanto che aveva il principe, rassicurando con allegria la fanciulla, che poi venne presa per un braccio da Hermione, pregandola di proteggerla da Cormac McLaggen.
Loki sentì le parole della Grifondoro e, vedendo il ragazzo in questione non intenzionato a lasciare stare la giovane, nonostante Sigyn cercasse di allontanarlo, tramutò il bicchiere del biondo e aitante membro dei Grifondoro in un innocuo serpente e questo sciocco trucchetto, che amava fare con la regina di Vanaheimr a suo fratello, bastò per farlo urlare come una femminuccia e urtare un prezioso vaso di Horace. Cormac fu ovviamente cacciato, sia dalla festa che dal "Luma Club", permettendo ad Hermione di potersi godere il party in santa pace, mentre Sigyn ringraziava con lo sguardo il professore, così simile all'uomo dei suoi sogni. Sul finire di quella piccola festa, la giovane regina si ritrovò senza i suoi amici, poiché quasi tutti quanti erano andati via stanchi e stava attendendo Blaise e Pansy da qualche minuto, quando Loki le si avvicinò.
- Aspetti qualcuno? – Domandò con voce calma e con un sorrisetto alla ragazza.
- Blaise e Pansy, professore. Sono spariti da qualche minuto, ma credo che a questo punto mi converrà andarmene per conto mio, ho l'impressione che se ne siano già andati per fatti loro. – Ammise ridacchiando, voltandosi verso il professore, sorpresa che lui le avesse già preso la sua mantella.
- Ti dispiace se ti accompagno io? – Chiese, forse anche più incerto di prima, guardando la bella giovane.
- No, credo che non sia sconveniente essere accompagnata da un professore. – Disse con un sorriso, coprendosi le spalle con la mantella, uscendo fianco a fianco dall'appartamento di Lumacorno. – Oh già che ci sono, grazie per ciò che ha fatto a McLaggen, so che è stato lei. – Confessò, guardando il professore con sguardo furbo.
- Non so assolutamente di cosa lei stia parlando, signorina Vadirdottir. – Rispose Loki, facendola ridere. Al suono della sua risata, il cuore del dio tremò, non realizzò mai completamente fino a quel momento quanto gli fosse mancato sentirla ridere. - Mi dispiace, per i tuoi ricordi, ma vorrei sapere di più sul tuo sogno. – Disse il principe, mettendo le mani dietro la schiena. La sua memoria sembrò riportarlo a quelle infinite camminate che facevano insieme tra i corridoi del castello di Asgard e, in un certo senso, quella scuola gliela ricordava.
- Non c'è molto da dire in realtà. Si tratta solo di un uomo, che indossa degli strani abiti molto simili ai suoi, con capelli neri e occhi azzurri. Non mi parla mai, ma quando lo fa mi chiama o dice di amarmi. – Non poteva dirgli che l'uomo che sognava aveva il suo aspetto, ma confessare per la prima volta a qualcuno i particolari e il sogno stesso, le fece male, più di quanto immaginasse. – Ovviamente è ridicolo, perché se fossi stata realmente amata da qualcuno, mi sarebbero venuti a cercare. – Disse con tono afflitto.
- Credimi, ti hanno cercata e sono certo che lo stanno continuando a fare. Nessuno potrebbe vivere sapendoti dispersa. – Ammise, senza pensare alla profondità delle sue parole, ma rimase calmo in attesa di vedere come avrebbe reagito la ragazza, che semplicemente sembrò rimuginare su ciò che aveva detto.
- Lei dice, professore? – Domandò guardandolo e il suo sguardo venne ricambiato, immobilizzandosi entrambi. Loki guardava il suo viso illuminato dalla luna piena, la neve intorno al castello rendeva tutto più luminoso, come lo erano gli occhi del principe.
- Sì, Sigyn. Chiunque sia stato a farti del male, è stato un folle e sono convinto che se ne sta pentendo, ogni giorno che passa. – Le confessò avvicinandosi a lei, rimasta immobile e ipnotizzata dai suoi occhi così familiari, mentre senza pensarci posò le sue nocche sulla sua candida guancia, accarezzandola con delicatezza. La giovane dea non capì perché sembrasse che il suo corpo, bramasse un contatto più intenso con il signor Laufeyson, ma prima che si oltrepassasse una grande linea di confine, dei passi echeggiarono tra i corridoi, portando professore e studentessa ad allontanarsi.
- Hey Sig, eccoti! Ti stavamo cercando, Lumacorno ci ha detto che eri uscita. Oh salve professore. – Disse Blaise, incurante di Pansy che a stento reggeva il suo passo. Per Blaise vegliare su Sigyn in assenza di Draco era quasi un dovere, pur sapendo che l'amico non avesse questa necessità.
- Ciao ragazzi. Sì, vi stavo aspettando ma poi il professore si è offerto di accompagnarmi, però adesso vi seguo. – Rispose tranquillamente la ragazza, come se non avesse voluto baciare il suo insegnante con ogni cellula del suo corpo. – Buonanotte professore. – Aggiunse, guardando a malapena l'uomo al suo fianco, andando poi verso i suoi amici, lasciandolo da solo.
Per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a resisterle? 

Royal Affair || Loki Laufeyson || Completa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora