Capitolo 12. È iniziata.

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Fu una lunga e difficoltosa estate per tutti quanti, chi per un motivo chi per un altro, avevano tutti una crescente pressione che gli opprimeva le spalle.
Silente ed Harry, non potevano già dal primo istante andare alla ricerca degli Horcrux, Voldemort doveva ancora avere l'illusione di avere la vittoria in pugno, ma non fu facile assistere al terrore che il suo dominio causò, sia nel mondo magico, che in quello babbano.
Loki e Sigyn invece, passarono tutti i giorni di quella lunga estate ad allenarla al compito che il preside le aveva lasciato: in quanto dea dell'amore, la sua influenza poteva addolcire anche l'animo più duro e la sua presenza poteva rallentare l'avanzata dell'esercito del signore oscuro.
La regina però non ebbe mai modo di provare i suoi poteri, l'asgardiano perciò aveva il compito di istruirla a sentire il suo potere e spingerla ad espanderlo il più in largo possibile, cosa che fu sicuramente più facile a dirsi che a farsi, perché era semplice spiegare con un libro banali incantesimi da usare con una bacchetta, tutt'altra storia era letteralmente maneggiarla.
Il golden trio e Silente invece, avevano purtroppo scoperto che il tanto agognato medaglione, recuperato con molta fatica, non era altro che un falso, il vero gioiello era in mano ad un certo R.A.B. e ci volle un po', ma alla fine scoprirono che il nome celato dietro quell'acronimo, era Regulus Arcturus Black, il fratello minore di Sirius Black. Il giovane Black aveva tentato di distruggerlo, ma fallì e purtroppo quel monile, era finito nelle mani dell'ex insegnante di Difesa contro le arti oscure, Dolores Umbridge, recuperarlo non sarebbe stato affatto facile.
I due dei venivano informati con regolarità sullo svolgimento del recupero di quegli oggetti, avendo concordato che era meglio celare i poteri di Sigyn a Voldemort, ora che Piton aveva preso il posto del preside come d'accordo, vegliando sugli studenti, gestendo la scuola come il Signore Oscuro voleva e sorvegliando gli ultimi Horcrux rimasti.
Era stato suo compito l'anno precedente rintracciarli e, dopo aver sostituito e nascosto la coppa di Tosca Tassorosso e confermato che il diadema di Priscilla Corvonero si trovava a scuola, ora si occupava di assicurarsi che nessuno lo venisse a sapere.
Con il passare dei mesi purtroppo la speranza di vincere cominciò a venire meno, soprattutto quando purtroppo Albus Silente a causa di una maledizione, presa quando distrusse l'anello, morì: Harry, Hermione e Ron, non sapendo dove andare essendo ricercati, si rifugiarono da Sigyn e Loki, cercando quindi tutti insieme di trovare un modo di distruggere gli Horcrux, come il pendente recuperato, perché l'unico modo per farlo era usando la spada di Godric Grifondoro, che purtroppo risultava scomparsa. La dea grazie alla presenza del pendente, riuscì ad intensificare i suoi allenamenti, poiché quel gioiello aveva il suo effetto contrario sulle persone, la vicinanza di lei aiutò tutti a non far prevalere i sentimenti negativi, riguardo a quella che sembrava una battaglia persa, e in genere qualsiasi altra brutta emozione scaturita dal medaglione.
Una notte, Harry vide qualcosa nel bosco, il patronus di una cerva, qualcosa in lui gli disse che quello in qualche modo, era il patronus di sua madre che gli indicava una via e l'animale magico portò il giovane lungo le sponde di un fiume, sul cui fondo si trovava la spada tanto agognata.
Il ragazzo si immerse nell'acqua, ma al sol contatto il suo corpo sembrò immobilizzarsi: era pieno inverno e il fiume era coperto dal ghiaccio, gli sembrò che persino il cervello gli si spegnesse e nel panico causato dalla paura, sentendogli mancare persino l'aria, quasi non avvertì che qualcuno lo aveva raggiunto e salvato.
- Harry?! Harry, svegliati! – Lo incitò la voce, che il prescelto fece fatica a mettere a fuoco, sentendosi ancora congelato. La figura sfocata gli porse gli occhiali, rendendogli almeno più facile capire chi fosse e fu stupito quanto spaventato, nel vedere il professor Laufeyson con la faccia completamente blu, con quelle che sembravano incisioni di linee in rilievo quasi tribali e con gli occhi rossi iniettati di sangue. – Sta tranquillo, questa è solo la mia vera natura, non ti farò del male. – Lo rassicurò immediatamente il professore, porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi, mentre nell'altra teneva la spada e gli indumenti di Harry. Il ragazzo si alzò e fu subito coperto da un telo che il dio fece apparire con la sua magia, avvolgendolo con cura, mentre tornava ad avere un aspetto umano. Un lieve bagliore verde percorse la figura di Loki, tramutandogli gli abiti e i capelli da bagnati ad asciutti.
- Come... - Chiese balbettando, ma non riusciva nemmeno a pensare a come continuare la frase, era ancora troppo congelato.
- Questo, sono io che uso la mia magia per asciugarmi. - Si interruppe indicandogli poi la spada nella sua mano. – Questo, è perché ti ho sentito alzarti e uscire, ti ho seguito e ho visto che inseguivi una sfera di luce fino al fiume. Quando non ti ho visto riemergere ho avuto un brutto presentimento e mi sono buttato, recuperando te e questa spada. Ora però torniamo in casa, prima che tu muoia congelato, o saremmo davvero spacciati. – Concluse sorridendo, portandolo verso la casa, dove trovarono tutti svegli e preoccupati, nel vedere Harry quasi completamente congelato. Il ragazzo riuscì a far aprire il medaglione e, a quel punto fu Ron ad usare la spada contro il gioiello, dopo qualche momento di esitazione, per via del tentativo di Voldemort di fargli rinunciare a compiere tale gesto. Harry ebbe una visione, quando il medaglione venne distrutto, che gli indicava il prossimo Horcrux e il luogo di dove si trovava: Hogwarts. Consapevoli che anche Voldemort ora era a conoscenza che si sarebbero diretti lì, tutti capirono che la battaglia finale, era definitivamente iniziata. Tutti e cinque giunti a Hogsmade, vennero aiutati a nascondersi da Aberforth Silente, il fratello minore di Albus, in casa sua offrendo loro una calda bevanda e cibo per rifocillarsi, mentre fuori le mura gli abitanti davano loro la caccia; da quando Voldemort aveva messo come Ministro della Magia un suo scagnozzo, Harry, Ron ed Hermione erano stati indicati come ricercati. Inizialmente Aberforth non sembrò essere della stessa opinione del prescelto sul cercare di contattare l'Ordine e di tenersi pronti, ma alla fine li aiutò a raggiungere Hogwarts: da dietro un quadro raffigurante la sorella minore Ariana Silente, apparve loro Neville, che gli mostrò il passaggio segreto che gli studenti dell'ordine usavano per ricevere rifornimenti da Aberforth, rivelando ai cinque che Piton faceva del suo meglio per aiutarli, ma comprendevano tutti che per rimanere sotto copertura, Hogwarts doveva necessariamente cambiare, perciò pur permettendo ai Mangiamorte di governare letteralmente la scuola, alle loro spalle il nuovo preside lasciò libero quell'unico passaggio e cercava di far arrivare loro tutto ciò di cui potevano avere bisogno.
Enorme e pieno di speranza, fu l'applauso degli studenti quando videro Harry e i suoi compagni sbucare da dietro Neville, finalmente sentivano che potevano vincere, Sigyn cercò intorno a sé Draco, domandandosi dove fosse e il giovane Paciock lo capì, così le si avvicinò.
- È dovuto rimanere con i Serpeverde, suo padre è tornato e non poteva permettere che gli accadesse qualcosa. – Le sussurrò con premura l'alto ragazzo dai capelli scuri, ricevendo a sua volta un sorriso di cortesia, sebbene la regina fosse preoccupata per ciò che stava passando Draco.
I due amici non si sentivano dalla fine della scuola quando, prima che il biondo salisse sul treno, si diedero quello che sembrava un ultimo e lungo abbraccio, che aveva lasciato un po' in entrambi un ben visibile velo di tristezza.
- Sono certo che sta bene. – La rassicurò Loki, che capì cosa preoccupasse la sua regina e, mettendo la mano sulla sua spalla, la riportò alla loro realtà. Luna Lovegood, la giovane e fantasiosa Corvonero, suggerì che l'Horcrux che Harry cercava, potesse essere il diadema di Priscilla Corvonero, poiché tale gioiello ormai sembrava perduto e che nessun'anima viva l'avesse più visto. Allo stesso tempo, Ginny trafelata accorse dai ragazzi, annunciando loro che gli sgherri di Voldemort sapevano che Harry era ad Hogwarts e Piton aveva imposto agli studenti di andare tutti nella sala grande. Loki e Sigyn si divisero dal gruppo, insieme avrebbero aperto la strada ai membri dell'Ordine rimasti e che stavano per giungere al castello, entrambi armati di spada e bacchetta, riuscirono a mettere fuori gioco alcuni dei Mangiamorte, arrivando a liberare completamente la via principale di accesso.
- Non avrei mai immaginato, che combattere insieme a te sarebbe stato più bello e divertente, che farlo con Thor. – Ammise Loki con un sorriso beffardo guardandola, alzando un lato della bocca, quasi a formare un ghigno.
- Abbiamo combattuto, non insieme, ma lo abbiamo fatto. – Lo corresse con un sorrisetto Sigyn, per poi salutare con lo sguardo i coniugi Weasley, i loro figli più grandi, Lupin e Shacklebolt, uno degli ultimi uomini del Ministero rimasti a combattere Voldemort. Le facce di tutti erano provate dopo quei lunghissimi mesi di resistenza contro il Signore Oscuro e la sua propaganda anti babbani e nati babbani: Voldemort aveva preso il controllo di tutto ciò che dava ordine al mondo magico, come il Ministero, che diede l'ordine di perseguitare tutti i nati con sangue non magico e che, per questo, non meritavano di stare in quella realtà. L'Ordine si era impegnato in una resistenza radiofonica, trasmettendo su quella che venne chiamata "Radio Potter", tutta la verità che testate giornalistiche come La Gazzetta del Profeta e il Ministero stesso, mascheravano come menzogne, incoraggiando le persone a continuare a proteggere e ad essere solidali con i perseguitati dal Signore Oscuro, rimanendo uniti e forti durante tempi tanto bui. – Certo, se ci fosse Thor, sarebbe sicuramente tutto più facile, con un colpo di Mjölnir potremmo sbarazzarci della metà dei Mangiamorte. – Concluse quasi amaramente lei, ripensando a tutte le volte che, scherzando, con Loki avevano preso in giro Thor per come si vantava di usare il suo martello.
Quando tornarono anche loro alla sala grande, la McGranitt aveva già predisposto che i minorenni venissero portati alle loro case tramite i camini con la metro-polvere, o in altri posti più sicuri, mentre qualche Serpeverde troppo debole da resistere a Voldemort, fu mandato nelle segrete, altri come Draco, Pansy, Astoria, Blaze e Goyle invece, rimasero insieme agli altri studenti.
- Sigyn! – Urlò il biondo correndo dalla sua migliore amica, abbracciandola forte, quasi incredulo nel vederla sana e salva, chiedendole anche più volte se stesse bene, facendola sorridere dolcemente per tutta quella premura. – Voldemort ci ha parlato, vuole Harry entro un'ora. Lui e il professor Piton sono andati a prendere gli Horcrux mancanti, noi dobbiamo occuparci della protezione del castello e gli studenti. – Disse, riferendo il piano che i professori avevano concordato, dopo aver scacciato gli ultimi scagnozzi del Signore Oscuro.
Come tante api operaie, professori, studenti, ex studenti e l'Ordine, con vari incantesimi e trappole, si apprestarono a difendere il castello da quello che sarebbe stato sicuramente un attacco senza esclusione di colpi e molto violento, improvvisamente nel cuore di quel cielo plumbeo e tetro, si udì uno straziante urlo provenire dalla foresta nera e, quando si vide un enorme e potente fascio di luce, colpire la barriera protettiva innalzata dai professori, Sigyn ebbe l'impressione che Harry avesse distrutto almeno uno dei due Horcrux, se non entrambi quelli presenti ad Hogwarts e come le spiegò Hermione, l'unica arma in grado di distruggerli ora che la spada era nuovamente scomparsa, erano i denti del Basilisco, il cui scheletro ancora giaceva nella Camera dei Segreti nel sottosuolo della scuola.
- È iniziata. – Sussurrò Loki, osservando come anche altri incantesimi vennero lanciati contro la cupola e allora fu il panico: gli studenti cominciarono a correre spaventati, chi si pentiva di aver scelto di lottare e chi invece cercava le persone care per stargli vicino.
- Insieme? – Lo guardò Sigyn sorridendogli, preoccupata, ricevendo un sorriso da parte sua.
- Insieme. – Rispose, per poi prendersi per mano ed iniziare combattere, con magia e armi, per la difesa di quel mondo che li aveva accolti e fatti ritrovare.
Sembravano combattere da ore, quando un altro straziante urlo ruppe le grida e le urla dei combattenti, doveva essere ancora una volta Voldemort, ormai dovevano essere rimasti solo due Horcrux da distruggere, Sigyn poteva ed era quasi in grado di maneggiare la sua magia, ma Silente stesso le aveva detto che avrebbe dovuto usarlo solo ed esclusivamente quando Voldemort sarebbe stato al massimo della sua vulnerabilità e ancora non era il momento. Di sfuggita vide il golden trio sfrecciare tra le rovine che i giganti e che gli incantesimi avevano creato, così dopo un fugace sguardo con Loki e un bacio che voleva raccomandare prudenza, li seguì.
Come Harry, Hermione e Ron, assistette immobile e impotente, all'esecuzione di Piton da parte del Signore Oscuro, adirato perché la bacchetta di Sambuco, bacchetta appartenuta a Silente e ritenuta la più potente del mondo magico, non rispondeva a lui come proprietario. Piton si rifiutò, come ultimo atto di resistenza, di rivelargli che quella bacchetta era di proprietà dell'ultima persona che aveva disarmato Silente, cioè Harry stesso che, durante un allenamento con il preside, gliela tolse con un incantesimo. Voldemort e il suo serpente Nagini, uscirono dalla rimessa delle barche, lasciando il corpo quasi senza vita dell'ex professore di Pozioni a terra, Harry e gli altri si precipitarono da lui, che come ultimo desiderio, chiese al giovane Potter di prendere una sua lacrima e portarla al pensatoio: era giunto il momento che il ragazzo sapesse, per quale ragione fosse quasi indispensabile per la fine di Voldemort, perché fossero così strettamente legati, e perché Harry potesse entrare nella sua mente e viceversa. Tornando al castello dove tutti, per "gentile" concessione del Signore Oscuro, si stavano occupando dei feriti e, purtroppo, anche dei morti, Sigyn sentì quasi mancarle un battito, quando vide la famiglia Weasley unita intorno a Fred, steso a terra esanime. Conosceva fin troppo bene quella sensazione e non poteva assistere a tutta quella sfilata di corpi, come quelli di Remus e sua moglie Tonks, Lavanda, sentendosi inutile e debole, uscì fuori dalla sala grande, seguita da Loki che si preoccupò all'istante quando la vide correre fuori.
- Perché Silente mi ha chiesto di non usare il mio potere prima? Avrei potuto confonderli, rallentarli e magari evitare tutte queste morti! – Disse esasperata, sentendo le forti braccia del suo principe stringerla a sé, portandole il viso contro il suo petto, accarezzandole la schiena e i lunghi capelli neri.
- Sono certo che avesse le sue ragioni... Purtroppo è stato un attacco brutale e temo che il prossimo sarà il finale. – Sussurrò Loki, che alzando lo sguardo al cielo, per la prima volta dopo quasi due anni, chiudendo gli occhi chiamò Heimdall, pregandolo di permettere a suo fratello di Thor di raggiungerli: non lo avrebbe mai ammesso, ma sentiva che il suo aiuto, sarebbe stato indispensabile.
Improvvisamente le nuvole sopra di loro cominciarono ad accumularsi, sembrava che dovesse arrivare una tempesta e un forte vento si alzò facendo preoccupare chiunque si trovasse all'esterno.
- Tornate dentro! – Urlò la McGranitt, spaventata nel vedere il cielo comportarsi in quella maniera e illuminarsi come se si stesse preparando un uragano, tutto ad un tratto poi, si aprì un varco nelle nubi, dal quale scese un enorme blocco di luce bianca e colorata, a quella vista Sigyn sorrise consapevole di che cosa si trattasse.
- Thor! – Esclamò felice quando vide il dio del tuono manifestarsi al centro del Bifrost, con il suo martello in mano e lo svolazzante mantello rosso sulle spalle.
- Sigyn? – Disse quasi sorpreso, poiché sapeva che Loki lo aveva cercato, ma non sapeva nulla di lei. La regina corse immediatamente da lui, abbracciandolo forte sentendo che forse ora avevano una speranza in più, mentre il figlio di Odino ricambiava la stretta, confuso ma anche felice. – Sei viva? Ti credevamo morta! – Continuò guardandola negli occhi e accarezzandole il viso, assicurandosi che fosse davvero lei.
- Lo so, lo so! Scusami se non sono riuscita in alcun modo ad avvisarvi, ma con il Bifrost distrutto e la perdita della memoria, non sapevo come fare! – Rispose, per poi staccarsi da lui e voltarsi verso Loki, come fece anche il fratello.
- Tu. – Disse Thor, visibilmente infuriato contro il fratello e a grandi falcate si diresse verso di lui, il quale si fece indietro visibilmente preoccupato, fino a inciampare su alcuni detriti e venire minacciato da Mjölnir. – Credevamo morto anche te! Hai la vaga idea di cosa hai causato?! – Tuonò adirato, ma il dio degli inganni non sembrava voler scherzare come al suo solito.
- Mi hanno ben informato ma sono pur sempre io che ti ho chiamato! – Disse con le mani alzate e poi Sigyn si dispose tra i due, come un tempo, a protezione dell'uomo che ama.
- Thor non è il momento di rimproverarlo, in più tra noi la questione è risolta. Ti abbiamo chiamato perché abbiamo bisogno del tuo aiuto, ti prego. – Gli occhi della regina erano lucidi e limpidi, Thor non vi lesse alcun segno di menzogna, così abbassò la sua arma e permise a Loki di alzarsi, dirigendosi poi con loro verso la professoressa McGranitt, che era rimasta senza parole ad osservare la scena. Il dio del tuono assistette al disastro che la guerra magica aveva creato, il dolore causato e rimase anche piacevolmente sorpreso, nel vedere come altri professori chiedessero l'aiuto di suo fratello per la cura di alcuni studenti. Venne informato di tutto e gli venne raccontata la storia di Sigyn e del suo arrivo ad Hogwarts, di Loki come professore e di Voldemort e, da eroe qual era, il dio non si tirò indietro alla richiesta d'aiuto.
- Hermione, Ron! – Esclamò felice Sigyn, entusiasta di vedere i due amici, ormai una coppia, e di presentargli il dio del tuono, ma guardando i loro visi, capì che fosse accaduto qualcosa di spiacevole. – Che cosa è successo? Dov'è Harry? – Chiese, passando lo sguardo da Ron a Hermione, la quale non riusciva a parlare per via dei singhiozzi.
- Non c'è solo il serpente come Horcrux... - Iniziò il ragazzo con i capelli rossi, che cercava di essere forte anche per la sua ragazza, ma anche stanco di perdere le persone che amava. – Harry è l'ultimo Horcrux. – Sentenziò e Sigyn, spalancò gli occhi, comprendendo quindi come tutti gli altri, che Harry doveva essere distrutto e non da una persona qualunque, ma da Voldemort stesso. Anche Draco sentì le parole di Ron e, guardando il gruppo unirsi in un abbraccio, volle partecipare anche lui, venendo accettato. In quel momento, non c'era spazio per ricordare le angherie subite in quegli anni.
- Pensi che potremmo farcela? – Domandò Thor, che seppur certo della sua forza, temeva che gli animi fossero troppo a terra per combattere ancora.
- Io credo di sì, una speranza c'è e, una volta vinto, torneremo a casa. – Rispose Loki speranzoso, osservando la sua regina stare con i suoi amici.
- Sai che come metterai piede ad Asgard verrai processato e giustiziato? Einar ha preteso la tua testa, oltre che l'annullamento degli accordi con Vanaheimr. – Gli disse il biondo, guardandolo preoccupato, poiché meno di chiunque altro, desiderava la morte di suo fratello.
- Lo so... Prima di venire qui sono stato ospitato ad Alfheimr da re Uriel, mi ha aiutato a guarire e mi ha protetto dal mio destino, avvisandomi su ciò che mi succederà. – Ammise lui, con un tono di voce più affranto.
- Sigyn non sa niente, vero? – La domanda di Thor, era più una richiesta di conferma che una vera e propria domanda, alla quale il moro rispose annuendo semplicemente.
- Non deve preoccuparsi anche di me ora... E poi sarò felice di morire, sapendo che mi ha perdonato. – Disse sincero, guardandola poi dirigersi verso l'esterno con tutti gli altri.
Si sentì la giovane Weasley fare delle domande a Neville, mentre sul ponte avanzavano Voldemort e i suoi Mangiamorte, con il gigante Hagrid in catene che portava tra le braccia quello che sembrava un cadavere.
- Harry Potter... È morto! – Esordì il Signore Oscuro, Ginny urlò disperata e tentò di correre verso il corpo del ragazzo, ma le fu impedito da suo padre, che la tenne stretta per un braccio. – Silenzio! – Continuò. – Stupida ragazza, Harry Potter, è morto. Da oggi in poi, porrete la vostra fiducia, in me. – Ci fu un breve attimo di pausa, reso ancora più pesante dal dolore di chi non sapeva del sacrificio di Harry e che soffriva per la perdita di un amico, mentre il mago oscuro iniziò a sghignazzare beffardo. – Harry Potter è morto! – Disse ancora ridendo, verso il suo gruppo, che rise con lui. Tornò a guardare verso i professori e gli studenti rimasti vivi, aprendo a loro le braccia. – E adesso è il momento di dichiararvi, venite avanti e unitevi a noi, o morirete. – Sentenziò, ma ovviamente nessuno sembrava intenzionato a cambiare squadra. Lucius Malfoy chiamò suo figlio, ovviamente preoccupato dalla promessa del suo signore, ma Draco non si mosse, anche quando lo chiamò sua madre, invece si mise in prima fila, al fianco di Sigyn, Hermione e Ron. Al contrario di ogni aspettativa, il primo a fare un passo fu Neville che zoppicante e malconcio, avanzò verso Voldemort, con in mano il cappello parlante, suscitando divertimento tra i loro nemici.
– Ah... Ecco devo dire che speravo di meglio. – Disse il mago causa di tutto quel dolore, facendo ridere le sue fila. – E tu chi saresti, giovanotto? – Domandò, ma era ovvio che non gli interessasse veramente.
- Neville Paciock. – Rispose senza esitare il ragazzo.
- Bene Neville, sono certo che troveremo un posto per te nei nostri ranghi. – La voce di Tom Riddle era ironica, al contrario del tono serio del giovane Grifondoro, quando chiese la parola, che a denti stretti il Signore Oscuro gli concesse.
- Non importa che Harry sia morto. – Iniziò il ragazzo, con tono serio e sicuro. - La gente muore tutti i giorni! Amici, familiari... Sì... Abbiamo perso Harry stanotte, ma lui è ancora con noi, qui dentro. – Disse toccandosi il petto e guardando tutti i suoi amici, parlando loro come un leader nel momento del bisogno. – E così Fred e Remus, Tonks... Tutti loro... Non sono morti invano! Ma tu lo sarai. – Continuò guardando Voldemort che, nel frattempo, rideva di quelle parole. – Perché ti sbagli, il cuore di Harry batteva per noi, per tutti noi, non è finita! – Disse con un coraggio mai visto nel Grifondoro che ora degno, poté estrarre dal cappello la spada di Godric Grifondoro, che appariva solo ad un Grifondoro meritevole.
In quel preciso istante, Harry cadde dalle braccia di Hagrid, spiazzando Voldemort e i suoi seguaci, mentre gli altri esultarono felici, per poi lanciare un incantesimo a Nagini, nel tentativo di scalfirla.
- Sigyn, ora! – Urlò Harry e allora la dea, guardando i suoi nemici aprì le mani voltandone i palmi, fasci di luce rosa e viola le uscirono fuori dalle dita, le innalzò creando una semi visibile barriera, che avvolse e stordì tutti i loro nemici, rallentando Voldemort stesso.
Dal semplice ghermidore a Bellatrix, vennero invasi da sentimenti positivi, sentendo un calore mai provato: Sigyn con i suoi poteri, stava risvegliando emozioni sepolte come l'amore, l'amicizia, tutto ciò che scaldava il cuore, abbattendo quella muraglia di pietra nella quale erano rinchiusi, rendendoli più deboli e lenti, come se venissero storditi a causa di quei sentimenti.
Il Signore Oscuro avrebbe voluto prendere quella mocciosa e ucciderla, ma il suo vero obbiettivo era Harry, così lasciò le sue truppe in balia della dea dell'amore per andare dietro al ragazzo che gli era ancora una volta sopravvissuto. Sebbene fossero stati di molto rallentati, abbastanza da permettere agli eroi di poter creare una nuova linea di difesa, Sigyn non riuscì a tenere a lungo issata la barriera e, quasi stanca la lasciò cadere; la prima a reagire fu Bellatrix, che era pronta a vendicarsi sulla giovane regina, ma una folgore aprì il cielo, piombando dentro al chiostro del castello, era Thor con il suo Mjölnir che, con un possente colpo sul pavimento di pietra, creo un'onda d'urto che fece cadere tutti i mangiamorte, la battaglia ora era in mano alle forze del bene.
Loki combatteva al fianco della sua donna, coprendole le spalle, stando comunque al fianco di tutti gli altri studenti e professori di Hogwarts, tutto stava precipitando nel caos e nell'estasi del profumo della vittoria, finché l'attenzione non venne rivolta al suono che produssero i corpi di Tom Riddle e Harry, quando precipitarono dal cielo nel chiostro, esattamente dove prima Voldemort cantava la sua vincita. Ancora una volta, dopo essersi rialzati, i due si scontrarono lanciandosi degli incantesimi e, allo stesso tempo all'interno del castello, Neville metteva la parola fine alla storia degli Horcrux: con un secco e rapido colpo della spada di Grifondoro, il ragazzo tagliò di netto il corpo del serpente Nagini.
Tom accusò il colpo, indebolito e arrabbiato, tentò di rivolgere a Potter un ultimo attacco, ma sta volta, non riuscì a sostenere la forza del ragazzo e in un silenzioso castello, come se tutto si fosse fermato, il corpo di Lord Voldemort cadde a terra, ormai non era altro che il guscio vuoto di quello che sarebbe stato ricordato come il secondo mago oscuro più potente della storia. 

Royal Affair || Loki Laufeyson || Completa.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora