Chapter 4: Preludio

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Quando varcò l'ingresso della caverna, Katsuki si rese conto di non aver mai provato così tanto terrore in tutta la sua vita.

«Eijiro! Sono qui!» esclamò in un misto di agonia e felicità.

Ma la sua inconsapevole speranza si affievolì quando vide Eijiro con gli occhi aperti che respirava a fatica e dei rivoli di sangue fresco che, dalle narici, si insinuavano nella bocca dischiusa.

Il biondo cadde inginocchiato al suo fianco, incredulo e spaventato. Una lacrima scivolò sulla pallidissima guancia del ragazzo con i capelli rossi. Aveva le labbra così disidratate che sembravano quelle di un non vivo.

«EIJIRO!» chiamò con la voce incrinata.

Il cuore di Katsuki batteva come una furia nel petto. Era quasi come nel suo incubo. 

Gli toccò una mano: era gelida. 

Si appoggiò al suo petto: il cuore era così lento che di lì a poco si sarebbe fermato.

Avvicinata la guancia alle labbra biancastre poté espirare di flebile sollievo. 

Eijiro respirava ancora.

«Non ti azzardare a morire, mi hai sentito?!» esclamò, tra le lacrime. «Non ti autorizzo a farlo! Non dopo che ti sei preso il mio primo bacio!».

Improvvisamente, guardò gli oleandri...

... e la sua mente andò in bianco.

Katsuki poggiò i fiori sul petto di Eijiro e con forza strappò le bende zuppe di sangue e pus dalla gamba. I suoi occhi rossi e vuoti senza coscienza la guardarono ma non un'emozione deformò il suo stoico viso biancastro.

Un attimo prima piegava il capo per contemplare il da farsi, un attimo dopo sbriciolava i bei petali blu e li macerava con il sudore delle mani e le lacrime che scorrevano sulle guance. Passò la poltiglia profumata sulla pelle rosso scuro e nei buchi tra gli strappi del derma cosparsi di infezione.

Nella sua mente sgombra sentiva una voce che lo guidava e gli impediva di opporre resistenza.

Una volta finito, poggiò una mano sul petto di Eijiro e fu allora che uscì dal suo stato di trance.

Katsuki annaspò, tossendo e piangendo. Respirava a fatica, il suo corpo ricurvo tremolava.

«Eijiro...!» pronunciò spaventato.

I rantoli erano così deboli che a malapena facevano contrarre la gabbia toracica. Red Riot era in fin di vita.

«Oi!» ringhiò disperato.

Katsuki gli poggiò la mano contro le labbra per controllare i debolissimi sbuffi di aria. Parte della sostanza vischiosa che era rimasta sulla mano e un pizzico della macerazione degli oleandri scivolarono nella bocca moribonda.

«Non mi lasciare, Eijiro...» singhiozzò.

Lo fece sul petto. Esternò tutto il suo dolore e la sua rabbia. Non prestò attenzione al suo cellulare che emetteva un flash ma si spegneva, ormai con la batteria esaurita.

Non si curò dei lampi che squarciavano il cielo.

Non osò alzare il capo da quel petto biancastro e senza quasi più vita...

Ma poi...

Poi...

... poi un rumore all'esterno la grotta.



Katsuki dischiuse la palpebre, scattando in piedi con lodevoli riflessi. Era rimasto seduto così a lungo, con le ginocchia tirate al petto e il volto affondato nelle braccia che gli facevano male i muscoli contratti innaturalmente.

«Chi va là?!» ringhiò.

Tre figure si affacciarono nella grotta. Il biondo chiuse le mani formicolanti pronte a emettere esplosioni quando riconobbe Shoto, Izuku ed Enji Todoroki. Avevano il volto affannato.

«Finalmente! Vi abbiamo chiamato tante volte!» precisò il verdino. «Immagino non aveste segnale».

Katsuki crollò sulle ginocchia, con uno sguardo incredulo. Era così sollevato che gli faceva male lo stomaco. Ma poi si ricordò di Eijiro. Lo scatto che compì pur di inginocchiarsi al suo capezzale gelò il suo stesso corpo.


Che vergogna! Sono un fottuto cazzone! Non mi sono curato subito di lui!


Red Riot respirava regolarmente e sembrava molto tranquillo. DynaMight non ne era sicuro ma giurò che la sua pelle si fosse fatta meno mortale. Gli venne un conato di vomito nello scrutargli la gamba.

«Che diavolo è successo a Kirishima?» soffiò Shoto.

Katsuki lo guardò come un cucciolo spaventato ma non rispose. Enji raccolse il rosso crinito tra le braccia mentre Izuku gli avvolgeva la gamba in alcune bende. Sarebbe bastato proteggerla dalle intemperie fino a quando non avrebbero raggiunto l'elicottero che li aspettava poco più a valle.

Shoto dette la schiena al biondo, perduto nel suo mondo di colpevolezza. Era rimasto accosciato in terra, con il volto affranto e il corpo immobile.

«Sali. Non sei in condizione di farcela».

Fu Izuku ad aiutare il suo amico di infanzia. E fu ancora lui a raccogliere tutto ciò che c'era nella grotta.

Per tutto il viaggio relativamente breve, in discesa, nessuno più parlò. Katsuki rimase a guardare quel riparo che odorava di sangue fino a quando il lento cullare dei passi di Shoto non lo fece sprofondare in un sonno profondo.

«Ha la febbre» mormorò il bicolore.

Izuku poggiò la mano sulla schiena del biondo. Non avrebbe dimenticato facilmente quando era arrivato al suo cellulare l'S.O.S. di Eijiro. In fretta era corso dal suo ragazzo, Shoto, e avevano cercato di scoprire la posizione esatta dei due grazie al supporto del Number One Hero.

«Sì ma per fortuna è tutto finito» rispose appena.

Un elicottero di un vibrante color arancione li attendeva al centro di uno spazio erboso. Il pilota li salutò con un cenno della mano mentre iniziava ad avviare i motori.

Era davvero tutto finito...




Angolo di Watchie

E' un capitolo di fine ed inizio. Domani vi sarà l'ultimo capitolo. Chiaramente, fatemi sapere cosa ne pensate o le vostre teorie!
Un saluto a tutti!

KIRIBAKU - Rabuhaiku, sentieri d'amore e sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora