Ormai diluviava.
L'acqua, spinta dal vento impetuoso, si inoltrava nella caverna piccola e umida come se fosse stata una barriera claustrofobica.Katsuki si trovava in piedi, con le braccia conserte, a guardare il clima impazzito. Era nudo, con solo le mutande pulite e una coperta termica addosso. Per ogni goccia di pioggia che colpiva un suo alluce o piede, un brivido lungo la colonna vertebrale gli saliva.
Aveva del tutto perso la cognizione del tempo.
Un improvviso gemito proveniente alla sue spalle lo destò dai suoi pensieri. Eijiro era nel sacco a pelo giallo e si lamentava con gli occhi chiusi. Muovere continuamente la testa a causa del dolore che provava creava un rumore raspante sulla stoffa interna del letto di fortuna.
Katsuki ravvivò il fuocherello con delle piccole esplosioni, poi si inginocchiò a suo fianco. Il sudore brillava sulla fronte del rosso e teneva appiccicate le ciocche alla pelle pallida come petali di stelle natalizie. Ne spostò qualcuna dal volto senza il minimo imbarazzo perché la colpa che provava inglobava ogni singola emozione differente.
«Acqua...» mormorò Eijiro, rauco.
«Sì, aspetta» e Katsuki si affrettò a fargli sorseggiare l'acqua dalla borraccia, sollevandogli dolcemente la testa.
«Grazie, Kat...».
«Pensa a riposare» rispose affranto l'altro. «Ho provato a contattare qualcuno ma non c'è segnale. Siamo bloccati qui per ora ma abbiamo ancora medicine e bende, acqua e cibo».
Eijiro dischiuse gli occhi. Erano due pozze vitree che si riflettevano nella fiamma accesa, poco distante. Il tepore non era sufficiente ma sempre meglio dell'oscurità.
«S-sei ferito al braccio...».
Katsuki sussultò e i suoi occhi si fecero enormi, come due piatti. Non si era reso conto che, durante la caduta, la pelle appena sotto la spalla e fin poco dopo il gomito si era escoriata. Il sangue ormai rappreso aveva delineato dei ghirigori frastagliati di un rosso scuro e il derma invece era fatto di strappi brucianti e dolorosi.
Ma lui scosse il capo, aggiustandosi a mo' di mantello la coperta che si era afflosciata sulle piegature delle braccia.
«E' solo un graffio. Piuttosto, fammi controllare la tua ferita».
Quando il biondo dischiuse la cerniera del sacco a pelo, dovette appellarsi a tutto il suo sangue freddo pur di non vomitare o urlare. Le bende si erano tinte di rosso e inzuppavano di poco anche l'interno del giaciglio.
La ferita era cruda, terribile.
I denti acuminati della tenaglia che si erano conficcati in profondità e il modo brusco con il quale Eijiro aveva provato a togliersela avevano creato dei solchi nelle fibre muscolari. La gamba era uno scempio, maciullata, gonfia, di un rosa scuro e soprattutto rovente.
Katsuki deglutì un paio di volte ma questo non passò inosservato al povero Red Riot.
«Non è un bello spettacolo, vero?» chiese flebile, con una punta di ironia.
«Penso sia fratturata» replicò Katsuki, ignorandolo. «Riesci a muoverla?».
Eijiro ci provò ma tutto quello che ottenne fu un'esplosione di dolore insopportabile. Si morse ferocemente il labbro inferiore pur di trattenere un grido di agonia.
«Cazzo... aspetta, ti somministro degli antidolorifici! Ma prima devi mangiare qualcosa. Ci sono le mie polpette di riso con il ripieno di carne».
Un debole sorriso si fece strada sulle labbra screpolate del rosso crinito. Katsuki, a malincuore, si perse in quelle due biglie lucide e desiderò perfino nuotare nell'universo color passione.
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KIRIBAKU - Rabuhaiku, sentieri d'amore e sangue
Hayran KurguEijiro e Katsuki condividono molti aspetti insieme, tra cui l'amore per le escursioni. Le pessime esperienze, però, non sempre sono da chiudere in qualche cassetto della mente e sperare di dimenticarle. Non quando può far avvicinare due amici che se...