Chapter 3: Oscurità

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Katsuki si risvegliò nuovamente al suono soave di una melodia canticchiata.

Dall'ingresso della caverna la porzione di cielo era arancio-violacea e le stelle brillavano a intermittenza.

«Ben svegliato. Come ti senti?».

Il biondo tossì appena mentre si metteva seduto. Aveva un po' caldo ma almeno il malessere nel fondo del suo stomaco si era attenuato. Eijiro era accanto a lui con un tramezzino mezzo mangiato e lo sguardo vivido. Il fuoco crepitava dinanzi ai loro piedi.

«Meglio» rispose il biondo, rauco.

Eijiro gli poggiò la mano contro la guancia e la fronte, poi annuì solenne. «Sì, stai decisamente meglio. Se ti va, prova a mangiare qualcosa, così prenderai altre medicine».

Fu il turno di Katsuki di annuire. In effetti sentiva di poter mettere qualcosa sotto ai denti.

«Ho mandato un S.O.S. prima che il segnale scomparisse di nuovo. Spero avremo buone notizie. Le medicine, le bende e il cibo iniziano a scarseggiare, purtroppo».

Katsuki appassì. Improvvisamente non aveva voglia di togliere del nutrimento che di sicuro sarebbe servito di più al rosso crinito che a lui.

«La gamba?».

«Sopravvivo» rispose semplicemente Eijiro, con un sorriso tirato.

Il biondo decise di aprirsi il futon, ormai stanco di dormire sulla dura roccia. Fu un'operazione lenta e complicata; gli strascichi della febbre, infatti, avevano indebolito il corpo e drenato dalla forza le membra.

Quando Eijiro lo vide infilarsi dentro, coperto fino alle orecchie si allarmò e disse: «Katsuki, devi mangiare! Altrimenti non potrai prendere le medicine!».

«Non ho fame» borbottò il biondo, dandogli le spalle.

Eijiro sbuffò aria dalle narici. Strappò il tramezzino in due parti uguali e lo porse al biondo che curioso da quel rumore raspante aveva voltato di poco il capo.

«Cosa?».

«Mangialo, forza» rispose deciso l'altro.

Katsuki osservò per una lunga manciata di secondi il pasto offerto. Un attimo dopo lo mangiava con gusto; era il tramezzino più buono mai assaporato.

Ma solo perché Eijiro gli sorrideva calorosamente.

La cupezza sul suo viso si diradò leggermente, gli angoli della bocca si piegarono in un sorriso soddisfatto.

«Se il tempo rimarrà stabile, scenderemo. Ti porterò sulle mie spalle» decise Katsuki, con pacatezza.

A Eijiro cadde ciò che rimaneva del tramezzino giusto sul sacco a pelo. Era sconcertato e anche in parte buffo, con la bocca semi-aperta e i denti aguzzi ben in mostra. I capelli ondeggiarono un po' quando la testa ebbe un fremito.

«Stai scherzando?!».

«Non sei affatto in condizione di camminare. Fine della storia. Ora dormo che voglio recuperare le energie» tagliò corto il biondo.

«Prendi le medicine, Katsuki» brontolò l'altro. «Sei comunque febbricitante e hai un braccio ferito! Come pensi di portarmi giù?».

«Sono il futuro Number One Hero. Ce la farò» e Katsuki, ingoiate due pasticche di anti-dolorifico, cadde velocemente in un sonno profondo.

Il rosso crinito deglutì le ultime briciole del tramezzino ma per poco non si strozzò: fu costretto a portarsi una mano alla gola e a massaggiare i muscoli un po' rigidi, fino alla mandibola, per non soffocare.

KIRIBAKU - Rabuhaiku, sentieri d'amore e sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora