Capitolo 28

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I mesi passano in fretta qua a Napoli, le giornate finiscono e le persone cambiano.
Ormai sono passati due mesi da quando sono entrata in questo maledetto ospedale ed oggi, finalmente, torno in IPM.
Non avrei mai pensato di dire una cosa del genere, ma l'IPM ormai è casa mia, una casa con tutti i suoi pro ed i suoi contro.

In questi mesi tutti i ragazzi, a turno, sono venuti a trovarmi. Mi hanno raccontato tutto quello che succede dentro, mi hanno detto la reazione di Ciro quando ha saputo di Rosa e Carmine, era incazzato nero inizialmente ma con il passare dei giorni ed anche sotto mia minaccia, ha accettato la cosa ed ora lancia semplicemente battutine.
In questi mesi i miei genitori non si sono mai fatti vedere, nemmeno un messaggio, una chiamata, solo Marco è venuto tutti i giorni ed ho iniziato a pensare che forse avere un fratello non è poi così male.

Ormai è tutto pronto, le borse sono piene e la stanza è pulita, manca solo il comandante che viene a raccattarmi. Se qualche mese fa mi avessero detto che sarei stata felice di tornare in un carcere minorile probabilmente sarei morta dal ridere, ma le cose cambiano sempre e ad oggi io mi sento più una ragazza da IPM che da giacchino di seta e feste mondane.

Finalmente il comandante è arrivato, così carichiamo le cose in macchina e ci dirigiamo verso l'IPM.
M.E:"Sei pronta a tornare?" Mi chiede il comandante guardandomi dallo specchietto.
Io:"Sono nata pronta." Affermo facendo l'occhiolino, per poi scoppiare a ridere.
Dopo circa una mezz'oretta arriviamo in IPM, entrando nel cortile però noto che è completamente vuoto, magari i ragazzi sono a lezione.
Scarico le borse, aiutata dal comandante, per poi dirigermi alla mia cella. Anche qui, tutto vuoto e silenzioso, mah.
Una volta che finisco di sistemare le mie cose, noto un bigliettino sul mio cuscino che dice di andare in sala comune appena possibile, quindi così faccio. Scendo le scale che portano alla sala e mi vengono in mente un sacco di ricordi: le mattine piene di sonno mentre andavamo a fare colazione, le litigate con Ciro ogni mezz'ora, le risate con Edoardo e gli altri ragazzi, i baci clandestini con Ciro, la paura di essere scoperti, le risate con Rosa e Kubra, i giorni passati in cella con Milos che mi faceva da infermiere, so per certo che questi ricordi li porterò sempre con me.
Una volta arrivata in sala comune vedo tutto spento e, pensando sia uno scherzo, faccio per andarmene ma appena tiro la porta si accendono le luci e trovo tutti lì a guardarmi sorridenti, alcuni piangono anche.

Io:"Ragazzi ma voi siete pazzi!" Affermo con le mani sulla bocca e gli occhi lucidi.
R.R:"Il moretto là è pazzo, da quando ci hanno detto che ti avrebbero dimessa in pochi giorni ci ha fatto lavorare giorno e notte per prepararti questa sorpresa. Ci sei mancata tanto!" Abbraccio la mia amica che in questi mesi mi è mancata veramente tanto, senza di lei sarei persa ormai.
Passo ad abbracciare tutti soffermandomi di più su Edoardo e Milos ovviamente, lascio per ultimo Ciro non per cattiveria ma perché voglio dedicargli più tempo possibile.

Io:"Ehi." Dico appena mi trovo davanti a lui, senza dire niente mi abbraccia forte, come non aveva mai fatto prima.
C.R:"Sei una gioia per gli occhi Margherita." Gli accarezzo il volto e solo quando mi soffermo bene sul suo viso noto due occhiaie profonde che gli fanno da contorno occhi.
Io:"Da quanto non dormi?" Chiedo abbastanza preoccupata.
C.R:"Da quando sei entrata in ospedale dormo circa due ore a notte, ma sto bene, non ti preoccupare per me." Afferma sedendosi e facendomi sedere sulle sue gambe, gli altri hanno messo la musica e stanno mangiando, ma a me non importa, per me in questo momento esistiamo solo noi.

Io:"Sono qua Ciro, ti avevo promesso che sarei tornata e l'ho fatto, sai bene che ormai qualunque cosa accada è da te che torno." 
C.R:"Ho chiesto il permesso alla direttrice di farti dormire con me per un paio di settimane, ha accettato perché sa che la tua presenza mi fa bene, Edoardo dormirà con Totò e Gaetano."
Io:"Sei sicuro? Non voglio scombinare i piani."
C.R:"Sono sicuro che voglio stare con te ad ogni ora del giorno e della notte. Voglio svegliarmi con i tuoi capelli in faccia che anche se mi danno fastidio non sposto per paura di svegliarti, voglio abbracciarti forte per farti dormire tranquilla quando fuori c'è il temporale e voglio passare con te ogni giorno che mi resta." Lo fisso qualche istante per poi dargli un lieve bacio sulle labbra, mi erano mancate così tanto, mi era mancato lui.
Io:"Ti amo Ciro ed anche se ho provato a reprimerlo, non posso e non voglio più farlo. Ti amo così tanto che non so nemmeno spiegarlo a parole ma credimi se ti dico che sei la prima persona di cui io mi sia innamorata dopo aver perso Simone." Lui mi bacia, un bacio tranquillo in cui sento tutto quello che prova, tutta la paura mista all'amore e probabilmente lui sente lo stesso. Sicuramente stare con lui non sarà facile, non sarà rosa e fiori e so che ci saranno giornate in cui entrambi saremo intrattabili, litigheremo e ci manderemo al diavolo perché alla fine siamo fatti così, ma so anche che non finiremo mai la giornata senza aver fatto pace.

La serata è passata nel migliore dei modi, abbiamo ballato, riso e scherzato tutti insieme come se fossimo dei ragazzi normali, come se non fossimo in un carcere minorile, ora io mi trovo nella cella di Ciro che stranamente è in ordine, lui è in bagno a lavarsi i denti ed io mi trovo nel suo letto sotto le coperte con una sua maglietta addosso che mi fa da pigiama.
Quando esce a petto nudo dal bagno divento istintivamente rossa, non perché mi vergogno ma perché lui mi fa questo effetto.
C.R:"Sei tutta rossa, sembri un pomodoro!" Afferma puntandomi il dito contro e deridendomi.
Io:"E tu sei uno stronzo! Ti sembrano questi i modi di venire a letto? Non capisci l'effetto che mi fai?" Affermo alzandomi e andando da lui. Nonostante io sia alta ci passiamo circa quindici centimetri quindi devo per forza alzare la testa per parlargli.
Lo guardo e non posso fare a meno di pensare a quanto sia bello, non ha bisogno di fare chissà che cosa, semplicemente lo guardo e m'innamoro ancora di più.
Gli metto le mani dietro al collo e lo bacio, un bacio lento e passionale.
Io:"Voglio fare l'amore con te Ciro, ora." Il suo sguardo diventa indecifrabile, mi prende in braccio e, senza staccare le sue labbra dalle mie, mi adagia sul letto facendo attenzione a non schiacciarmi e successivamente copre entrambi con il lenzuolo.
Le mie mani vagano sul suo corpo e stringo le gambe intorno al suo bacino, lui in un momento di distrazione mi sfila la maglietta e la butta per terra, successivamente gli tolgo i pantaloni e restiamo entrambi solo con l'intimo addosso.
Mi guarda come per chiedermi il permesso ed io annuisco, così mi leva anche l'ultimo pezzo di stoffa che separa i nostri corpi ed io faccio lo stesso, finalmente indossa il preservativo ed entra in me con un spinta decisa.
Facciamo l'amore tutta la notte per poi addormentarci sfiniti l'uno sull'altra, non prima di esserci ripetuti infinite volte quanto ci amiamo.













Ciao ragazz*, scusate per l'enorme assenza ma purtroppo ho avuto pochissimo tempo, spero che possiate perdonarmi🥲 D'ora in poi cercherò di aggiornare la storia più spesso, promesso!
Fatemi sapere cosa ne pensate ❤️

Le forme dell'amore/Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora