Capitolo 12 Regrets

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La ragazza dai boccoli ramati correva sulla strada, il fiato corto, la borsa che le sbatteva contro la gamba.

Incurante del dolore alla milza o delle ciocche che le entravano nella bocca, raggiunse la porta di una accogliente casetta del quartiere borghese di Rose.

Salì le scale senza curarsi del saluto urlato dalla madre e si precipitò in camera sua.

Si chiuse la porta alle spalle, respirando a fondo e scivolando lungo la porta fino a ritrovarsi seduta a terra. Cercò di regolare il respiro e chiuse gli occhi, concentrandosi solo sull'ossigeno che le entrava nei polmoni.

Tornata alla normalità, Alice Kailey Terre si sedette sul suo letto e si tolse un piccolo orecchino a perla verde.

Lo toccò con la punta dell'indice e la sferetta si tramutò in una sfera grande quanto una palla da basket.

Attese, cercando di darsi un aspetto dignitoso, finché una linea bianca seguita da una scintilla non apparve sulla superficie immacolata dell'oggetto.

«Losille, Losille! Parlami ti prego!» una voce uscì dalla sfera, seguita da l'ombra di una donna dai capelli corti.

«Marillie! Ti prego è importante, passami la Signora!» esclamò la ragazza, gli occhi sgranati.

«Adesso la vado a chiamare, ma non posso assicurarti nulla. Lo sai che è molto impegnata in questo periodo.» sentenziò la persona dall'altra parte della comunicazione.

Lei annuì «Provaci, te ne prego.» ci fu un tentennamento da parte di colei che la ragazza aveva chiamato Marillie, , ma poi annuì e scomparve.

Alice aspettò a lungo prima che un'altra sagoma si stanziasse sullo schermo «Losille, ragazza mia. Parlami, qual'è il problema?» domandò una voce. La ragazza si morse il labbro molto forte «Si tratta della Uisge, mia signora.»

La figura parve tirarsi « E dunque?»

«Ha svelato la profezia, signora.» le svelò «Ieri pomeriggio si è recata dall'Oracolo. Lui le ha detto tutto. Ora sa come fermare..»

«No. E' una ragazzina, non può saperlo. Avrà bisogno di una mano e tu sai bene da chi...E' il momento, Losille, devi agire. Devi fare in modo che la pers...» un tonfo fece cadere di mano alla ragazza la sfera che subito, perso il contatto con il suo palmo, si spense e tornò ad essere un normale orecchino.

Qualcuno bussò alla sua porta con poca grazia. «Alice apri subito questa dannatissima porta!» urlò suo fratello.

Ali sbiancò «Cosa vuoi?» riuscì a chiedere, mantenendo un tono che non lasciava trasparire alcuna emozione.

«Voglio che apri questa cazzo di porta, sorellina adorata.» disse con tono saccente.

«Freddie vattene dalla mia stanza.» sibilò lei.

«Alice! Cosa stai facendo?» domandò Freddie, cercando di aprire la porta.

Non ricevendo alcuna risposta, sospirò sconsolato «Sappi solo che ho ascoltato la tua conversazione. E quando vorrai, io ti aspetterò per parlare.» disse semplicemente, lasciando la sorella senza parole.

Alice abbassò lentamente la maniglia e uscì, appena in tempo per vedere il fratello chiudersi in camera propria.

«Ho combinato un gran casino...» sussurrò, portandosi una mano al volto «Un grande, enorme casino.»


La scuola era il lato più brutto di tutta la vita di Fredrique Marcus Terre.

Non andava bene a scuola, e questo non era una novità, ma negli ultimi tempi andava, se possibile, anche peggio. E, al brutto rendimento scolastico,

Nature ~ KeaynDove le storie prendono vita. Scoprilo ora