Mi auguro che lei non lo mangi...

61 21 37
                                    

C'è sempre stata una costante più o meno nota a chi mi circonda e con la gente con cui vengo a contatto: il cibo. Ho sempre detto sì ad un buon piatto di pasta o a qualsiasi altra pietanza (devo ancora scoprire qualcosa che non mangio e non mi piace). Mi chiamavano... "er piraña".

Ah e tra l'altro tendo, almeno per ora, a consumare tutto quello che riesco ad ingerire, quindi per la (s)fortuna di molti che pagherebbero oro per essere al mio posto diciamo che sono la classica persona che "mangia ma non ingrassa".

Fin qui tutto bene, ho sempre apprezzato la cucina soprattutto quella casalinga. E quando intendo casalinga intendo la mia cucina, anche perché la nobile arte dell'arrangiarsi insegna anche questo ai disperati come me.

Domanda: cosa accade quando Er Piraña entra in un ristorante molto chic, di gran classe, super stellato e con cucina molecolare?

La risposta è un po' lunghetta, ma vado con ordine. Fu l'ingenuità e solo quella a condurre il mio passo lento e trascinato in questo genere di posto posto, tanto fu la voglia di tagliarmi le vene quando iniziai ad addocchiare i prezzi:

-Filetto di manzo €36
-Arrosto misto di carne €40
-Pesce di gran qualità pescato con rete diamantina e prelevato dalle mani di Emma Stone €45
-Dolce con scaglie d'oro (non lo scrivo perché non te lo puoi permettere)

Nel frattempo le mie sinapsi stavano vanamente pianificando una fuga che non avrebbe dato nell'occhio ai quattro camerieri che, guardinghi, non davano tregua ai voraci commensali. Pensai che, essendo il più giovane della sventurata combriccola capitata in quel posto, avrei potuto scegliere qualcosa dal menù dei bimbi.
Fortunatamente c'era una pasta al pomodoro a €12.

Accessibile.

In ogni caso dopo un "primo step" fatto di pietanze invisibili, delle chips di melanzane imbevute di sangria, dell'anguria con del wakamole con foglioline di maggiorana, il tutto intriso con della polvere di caffè, stavo iniziando seriamente a dubitare del senso della vita. Questa experience (per dirla con dei termini interessanti) stava iniziando a diventare un po' troppo strana.

«Ecco perché fanno pagare così tanto!» sorrido.

«Eh, spiega, perché...»

«Ogni volta vengono in quattro a portarci il cibo, con tanto di carrelli a seguito.»

«Ah. Già»

Molto divertente, penserete voi, ma mai quanto il terzo step: una compressa con una scritta strana, mi parve che fosse coreana. A dirla tutta, francamente, pensavo si trattasse di un'aspirina o di una mentina. Oramai stavo vendendo troppe cose strane e mi ero anche abituato al fatto che mi fosse stato servito dell'olio in un tubetto di dentifricio.

Ma questa "mentina", al passaggio del cameriere che versava alcune gocce d'acqua da un contagocce, iniziò a prendere una strana forma, alzandosi e deformandosi come una piccola torre di Pisa. Cresceva sempre più mentre veniva "innaffiata" dalle sapienti mani del cameriere.

Dal canto mio stavo cercando di capire come poter azzannare quella mentina quando intercettai lo sguardo impassibile del cameriere che ci aveva appena servito e prima che potessi aprir bocca mi sentii dire:

«No, signore, mi auguro che lei non lo mangi... quella è una salvietta»


Mente░adombrata (壱ぅニ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora