Saturnalia.

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22 Giugno
4:30 AM

Manuel non sa nemmeno cosa ci stia facendo ancora in quel locale a quell'ora.

È ancora pieno di gente, lui è in mezzo alla pista, circondato da persone che nemmeno conosce e si dimena con l'alcol in circolo ma senza divertirsi davvero.

Nella testa gli vorticano immagini, urla, parole che lo stordiscono e che teme gli facciano perdere i sensi da un momento all'altro.

È uscito di casa alle otto di sera senza aver nemmeno cenato, il suo obiettivo era quello di restare da solo dato che non sopporta nessuno. Non è mai stato tollerante nei confronti della gente e in quell'ultimo periodo men che meno.

Ma la parte peggiore di quella serata è che non riesce a sopportare nemmeno sé stesso.

E ha provato in tutti i modi ad isolarsi persino dalla sua mente, oltre che dal resto delle persone, ma si è reso conto che l'effetto provocato dall'alcol è quello totalmente opposto e che adesso, quelle voci che ha provato a mettere a tacere, urlano più di prima.

Si fa largo tra le persone, barcolla fino a raggiungere il bancone sul quale si accascia dopo aver preso posto su uno degli sgabelli privi di schienale.

«Fratè tutto bene?» la voce del barman gli arriva appena alle orecchie, lui stesso gli ha servito gli innumerevoli cocktail che ha bevuto in quelle ore e si stupisce del fatto che Manuel sia ancora in piedi - nonostante non abbia una bella cera «Oh, se vuoi chiamo qualcuno»

«Lascia stà» farfuglia Manuel cercando di tirarsi sù «Fammene n'altro»

«Forse non è il ca...»

«T'ho detto fammene n'altro» ripete con un tono di voce più alto, si sente anche in colpa per avergli parlato in quel modo, si sta solo preoccupando e sta facendo il suo lavoro, non ha il diritto di parlargli così ma non rimedia in alcun modo, lo ringrazia solo con un cenno del capo quando il drink gli viene servito

Afferra il bicchiere e si dirige di nuovo verso la pista da ballo, non si sente più le gambe, non sente più nulla se non un forte frastuono all'interno della sua testa.

Butta giù un sorso abbastanza consistente prima di ricominciare a dimenarsi sulla pista.

Sente persone che gli si strusciano addosso, che gli urlano nelle orecchie, che lo spingono e lo confondono più di quanto non sia già.

Gli manca l'aria, sente come se i suoi polmoni fossero stati bucati così come si fa con i palloncini da festa prima di buttarli via.

Boccheggia, si alza addirittura sulle punte per cercare di afferrare l'aria di cui ha bisogno e impedire che i suoi polmoni si affloscino completamente ma sembra tutto inutile.

Afferra il braccio di una ragazza che è vicino a lui, non ha nemmeno idea di chi sia.

La ragazza inizialmente crede sia qualcuno che sta semplicemente allungando le mani e per questo sobbalza ma dopo lo vede piegato su sé stesso e capisce che qualcosa non va.

«Tutto bene?» lo urla per sovrastare la musica

«Mò me passa»

Si intromette un ragazzo che è con lei, probabilmente è il suo fidanzato, che si piega accanto a Manuel e gli alza il volto per guardarlo meglio.

Quelli come noi || Simone x Manuel || Raccolta di OSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora