IV. Fauci e artigli

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Oscura proprio come l’aveva incontrata, l’Ombra si palesò ancora una volta di fronte a Ludna - e a Nyev, il cui pelo tornò a drizzarsi non prima di aver scoperto le fauci e aver rivolto un soffio ringhiante alla nuova figura presente. L’occhio di Ludna si spalancò sull’oblio, rivelando un’iride di un nero innaturale, e presto un nuovo ghigno si fece spazio fra le sue labbra. Per prima cosa lasciò andare il gatto sull’asfalto, poi agganciò dai guanti che indossava due tirapugni che non aveva sfruttato in precedenza per via del comodo palanchino che si era ritrovata ai piedi.
Mentre Nyev atterrò sulle zampe con gli artigli adesso ben in vista, Ludna sferrò il primo pugno allo spettro che nel frattempo aveva digrignato le fauci a sua volta. Quel primo colpo non portò a nulla se non ad uno sfaldamento momentaneo delle particelle colorate di qualsiasi cosa fosse fatta quella oscura presenza, la quale fece presto a ricomporsi e tentò di inglobare la mano di Ludna. Non ci riuscì, poiché l’Acchiappafantasmi ritirò l’arto in tempo e fece presto ad indietreggiare con un balzo.
«Ma che razza di spettro è questo?!» Ringhiò l’amico, adesso preoccupato per l’incoscienza di Ludna nell’affrontare quel mostro quasi a mani nude.
Ma Ludna si trovava adesso in una nuova dimensione, carica di adrenalina e spirito combattivo che finalmente poteva essere saziato: lo scontro fra lo spettro e l'Acchiappafantasmi non si era ancora concluso.
Per quanto potesse essere un individuo riservato e taciturno, dentro di sé covava un'istinto quasi ferale e primitivo di approcciarsi al prossimo; aspetto che Nyev aveva imparato a non sottovalutare sin dal primo momento della loro conoscenza, accaduto in un frangente di tempo nel quale il mutaforma era ancora un ragazzino timido e insicuro, vittima delle angherie di chi si divertiva a prendersi gioco delle sue stranezze, come le numerose voglie striate presenti sul suo corpo e gli occhi che di tanto in tanto assumevano caratteristiche feline come l'assottigliarsi della pupilla o il loro quasi sembrar specchi. Ludna bambinə era entratə nella sua vita senza che glielo avesse chiesto e aveva affrontato tra graffi e morsi i carnefici della sua tranquillità emotiva, spesso arrivando persino al sangue. Da quelle circostanze Nyev era sempre stato più curioso di quella stramba personalità solitaria che non parlava mai e che si ostinava a nascondere i propri occhi sotto un cespuglio di capelli nerastri, ammesso che non li tenesse spalancati ad osservare l'apparente vuoto. Quando a proprie spese scoprì che esisteva tutto un altro mondo che soltanto gli occhi di Ludna erano stati in in grado di percepire fino a quel momento fu il giorno della sua prima trasformazione incompleta, ma questa è un'altra storia, la quale non riuscì ad avere tempo di rievocare alla mente poiché adesso l'Ombra sembrava attratta dagli stessi occhi a specchio che tanto caratterizzavano la sua forma felina.
A differenza di Ludna, Nyev evitava gli scontri il più possibile. Per quanto potesse essere in possesso di un fisico slanciato e atletico in forma umana, ostentarlo e fare uso della violenza non rientrava nella sua etica. Tuttavia, in quel momento riconobbe che l'uso della forza bruta poteva essere l'unica soluzione allo scontro… o forse no?
Ormai attratta dal gatto, l'Ombra distolse la propria attenzione dall'Acchiappafantasmi - con grande delusione da parte di quest'ultimə - e diede inizio ad un nuovo inseguimento i cui ruoli di preda e predatore vennero scanditi sin dall'inizio. Nyev saettava tra i cassonetti dell'immondizia e gli stessi rifiuti lasciati ai margini degli edifici a loro volta fatiscenti; gli ingranaggi del suo cervello tentavano di incastrarsi uno nell'altro per dare vita ad un piano che avrebbe potuto tirarlo fuori dai guai. Cosa aveva scarabocchiato Ludna nel Catalogo a proposito di questo spettro? Se la memoria non lo ingannava, l'ombra nera divorava le persone. Possibile? Dietro questa prima impressione doveva assolutamente celarsi qualcosa di più profondo e ragionevole, Nyev non aveva mai visto uno spettro divorare le persone, essi non interagivano quasi mai con gli esseri umani. Per un momento gli balenò in mente il modo in cui l'Ombra si era sfaldata in innumerevoli particelle luminose e colorate nell'attimo in cui era stata colpita da Ludna. Magari, secondo un'ipotesi azzardata, lo spettro nero era come gli altri delle proiezioni di luce; di molte luci, così tante nel loro insieme da aver dato vita ad un corpo nero. Magari lo spettro non divorava le persone, ma altri spettri!
«Ludna!» Aveva esclamato, voltandosi a mezzo viso per quanto la corsa glielo potesse concedere. Restava solo una cosa da fare: sperimentare. «Accendi la torcia!»
Ludna rimase interdettə da quell'ordine, ma dei due era sicuramente Nyev il cervellone del duo, quindi avrebbe fatto meglio a dargli retta. Continuando a correre, Ludna si sfilò dalle spalle lo zainetto dell'amico e lo portò adesso avanti, frugandovi poi all'interno alla ricerca di della torcia di cui era stata fatta menzione. Il tempo di estrarla e dovette arrestarsi, trovandosi adesso in un vicolo cieco.
Nyev, con le spalle al muro, soffiò nuovamente all'avversario e agitò nervosamente la coda folta. L'Ombra sembrava pronta ad attaccare, ma non fece in tempo a scagliarsi sul gatto che un fascio di luce le venne puntata contro. Prese così ad espandersi in stazza, assorbendo quella preziosa fonte luminosa come nettare prelibato.
«Spegnila spegnila! - Ludna hai capito adesso? Se cresce con la luce, a noi serve il buio!»
Difficile a dirsi in una cittadina in cui il cielo era fermo all'ultimo istante del tramonto.
Ludna fece presto a ripremere l'interruttore della torcia per spegnerla, poi prese un gran respiro e in seguito sbuffò. Quel giorno la stava mettendo un po' troppo alla prova; si ripromise che una volta al sicuro avrebbe dormito anche più del dovuto. Ma non vi era tempo per pensare al riposo, l'amico era ancora in pericolo e Ludna non riusciva a trovare nulla che potesse essere utile. Intorno a loro vi erano soltanto rifiuti maleodoranti, si trovavano infatti in uno dei quartieri più degradati della Città del Tramonto. Un'idea le balenò all'improvviso dopo essere rimasta ad osservare un cassonetto semichiuso per una manciata di secondi. In fretta lo aprì maggiormente e iniziò a tirare fuori i sudici sacchi dell'immondizia contenuti all'interno, maledicendo mentalmente il cattivo odore che questi emanavano. Dopodiché batté un colpo di suola contro l'esterno della carcassa adesso svuotata delle proprie viscere, attirando l'attenzione del gatto che nel frattempo era riuscito a destreggiarsi con agilità tra un colpo ed un altro sferrato dall'Ombra, decisamente più goffa data la maggiore stazza.
Nyev capì al volo le intenzioni di Ludna e con un balzo atletico attraversò lo spettro oscuro e si fiondò all'interno del cassonetto, sperando che quello prendesse a seguirlo a ruota. Così fu. Una volta che furono dentro entrambi, Ludna armeggiò per richiudere il portellone e ci riuscì, intrappolandoli. Poi rimase in attesa.
Seguirono lo stridere di unghie contro il metallo, soffi, ringhi e profondi versi gutturali, ma dopo poco seguì il silenzio.
Il petto di Ludna si sollevava e riabbassava profondamente, con l'intenzione di riprendere fiato dopo la corsa. Lo stesso cuore batteva all'impazzata, pompando sangue a più non posso che lə avrebbe tinto il viso di rosso se soltanto non fosse stata bruna di carnagione.
Quando il silenzio era diventato preoccupante persino per ləi, Ludna si sporse per aprire nuovamente il portellone. A causa della poca illuminazione del viottolo, il cassonetto all'interno era completamente buio. Fu da un angolo di quest'ultimo che sbucarono finalmente due occhi a specchio e Ludna sorrise di gusto.
«Ce l'abbiamo fatta!» Esclamò Nyev, decisamente stanco e sporco, prima di balzare in braccio a Ludna che fece presto ad afferrarlo da sotto le ascelle e ad allontanarlo da sé a braccia tese con una smorfia divertita.
«Forza, andiamo a casa...»

E così terminò l'avventura sovrannaturale più movimentata affrontata dall'Acchiappafantasmi e dal suo amico mutaforma, prima impresa di una lunga serie di eventi.

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Il Catalogo degli Spiriti
Gli spiriti neri sono aggressivi e malevoli. Si nutrono di altri spiriti e delle anime ancora in vita. Un buon modo per affrontarli è combattere il fuoco con il fuoco: attirandoli all'interno di posti circoscritti e bui.
esempio: l'Ombra.

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