Capitolo 4

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                                     Marco

Ero di ritorno dal supermarket del centro quando mi squillò il telefono.

Vidi sullo schermo la scritta EDITORE a caratteri cubitali e cedetti a rispondere.

"Che vuoi Fabio?" esordii con un lungo sospiro.

"Hai una scadenza Marco, ti sembra il modo di sparire così? Senti un po', io ti ho trovato, ho creduto in te ma questo è troppo! Porta il tuo culo qua e dammi qualcosa, qualsiasi cosa ti prego!" la voce era acuta e agitata.

"Calmati, lo sai che non mi piace sentirmi sotto pressione. Prima di partire ho concluso le ultime cose e ho il romanzo pronto sulla mia scrivania. Stampato e con le note per le delucidazioni. Quando torno ti porto tutto così puoi leggerlo." Lo rassicurai.

"Scusa ma fino ad una settimana fa non avevi neanche un capitolo, cosa è successo?"

"Mi sono messo a lavoro come mi avevi chiesto. Ho scritto tutto in cinque giorni filati, lo sai che quando arriva l'ispirazione, vado dritto come un treno."

"Questa volta pare ti sia superato. Allora riferisco al mio capo! Quando torni in città avvisami che ci incontriamo."

"Si non preoccuparti, cerca di rilassarti ogni tanto..."

"Ogni libro che pubblichi, ogni volta mi fa avere un esaurimento. E siamo solo al terzo!" Fabio riattaccò esasperato.

Avevo iniziato a scrivere quasi per gioco, davanti ad una tazza di thè, nel mio soggiorno e quando incontrai il mio editore per la prima volta credevo in questa cosa meno di tutti. Dopo un anno eccomi, all'apice del successo con due best seller e un romanzo pronto alla revisione. I miei precedenti libri erano stati giudicati come strappa lacrime perché penosamente drammatici; io scrivendoli, avevo solo raccontato storie di vita vera. La prima era quella che avevo vissuto in prima persona, la seconda, di Amanda, una bambina che avevo conosciuto nel reparto di cardiologia quando mio padre era stato ricoverato dopo un grave infarto. Mi raccontò, di come sua madre stesse lottando per portare avanti la famiglia mentre il padre combatteva una rara malattia cardiaca. Mi ispirò talmente tanto che mentre aspettavo il passo per visitare mio padre, mi misi subito a scrivere. Raccontai la storia di quella famiglia aggiungendo romanticismo e tenerezza.

Fin da subito decisi di pubblicare ciò che scrivevo con uno pseudonimo perché tenevo alla mia vita e non avevo intenzione di uscire fuori dal guscio in cui mi ero ritirato. La scrittura era la mia scorciatoia per dimenticare che ero vivo. Ma anche un pretesto per allontanare la colpa e il rimorso.

Negli ultimi due giorni, però, ero riuscito ad interagire con le persone come non mai negli ultimi due anni. Quella stessa mattina, scambiai diverse battute con chi incontravo sulla strada del ritorno, scoprii persone gentili e entusiaste con chi non era del posto.

Giocherellai con le chiavi della villa che avevo nella giacca di pelle. Non vi ero ancora entrato ed un po' mi sentivo in colpa perché potevo benissimo risparmiare a Silvia la noia di avere uno sconosciuto dentro casa. Non riuscivo a mettere ancora l'orgoglio da parte e spalancare quel portone pesante, mi suscitava ancora molto risentimento verso il nonno.

Respinsi il pensiero e mi fermai a scrutare il mare vicino alla salita che portava alla mia moto. Senza dubbio in quel posto, mi sentivo stranamente in pace. Non mi percepivo speranzoso da moltissimo tempo e la cosa cominciò a stranirmi.

La sera precedente ero stato bene e era da diverso tempo che non uscivo dopo il tramonto. A Barcellona evitavo qualsiasi contatto con il genere umano, mi concedevo solo una passeggiata su e giù sulla Rambla, osservando la vita degli sconosciuti che scorreva velocemente per portarli chissà dove. Mi ero trasferito da diverso tempo e la vita da metropoli cominciava a starmi stretta. Il caos era assordante e non ti era mai concesso abituarti al silenzio. Qui, a ridosso del mare, accade proprio il contrario. Le voci sono un piacevole sottofondo e il rumore più forte che si può sentire è lo starnazzare dei gabbiani che si riposano sugli scogli. Le persone si spostano per lo più a piedi e si sorridono dall'altra parte della strada.

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 17, 2023 ⏰

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