ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ 9

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Padre e figlia si abbracciarono e Melissa mi si avvicinò «Come stai?» Mi chiese tenendomi per le spalle «Io? Bene ma dobbiamo cercare gli altri, subito!» Il tempo di dirlo e si ricreò il, ormai famoso, fumo nero. Allison prese ad avvicinarsi ma venne avvolta da esso, sparendo, cercai di seguirla ma Melissa e Chris mi tennero ferma «No!» Chris mi spinse dietro di lui mentre Melissa bruciava con un'accendino la ferita di Peter. Stavamo per scendere dagli spalti, per andare da Parrish e Malia ma il tempo di fare due passi che comparvero gli Oni, puntandoci le Katane al collo.

Passammo minuti fermi, facendo respiri brevi con la paura che la lama ci trafiggesse. Il mio pensiero continuava ad andare verso quel ragazzo con gli occhi azzurri, era una boccata d'aria fresca, con il suo sorriso, le sue battutine e quella voglia di scherzare su tutto facendomi ridere. Forse quel ragazzo mi stava iniziando a piacere, o forse già mi aveva fatto perdere la testa senza che io me e rendessi conto.

Gli Oni sparirono, lasciandoci respirare normalmente «Qualcosa mi dice che non è finita» Dissi massaggiandomi il collo «Spero proprio di no» Mi rispose Peter ringhiando «Andiamo» Chris iniziò a camminare verso le scale e lo seguimmo tutti.

Incontrammo Parrish e Malia, il primo stava cercando di rompere la barriera per poterci far entrare. La sua maglietta era ormai distrutta e il suo corpo era in fiamme, lo guardavamo tutti aspettando di poter entrare «Ci sono!» Si creò un piccolo buco, facendoci vedere quello che stava succedendo. Chris nel frattempo prese delle armi d'argento e ce le diede, io presi una pistola con i proiettili d'argento «Appena entriamo, sparate subito» Ci spiegò Chris dando un secondo giro di caricatori.

La barriera si aprì, facendoci entrare liberamente, era tutto scuro, con un sottotono chiaro. Mentre iniziavo a sparare agli Oni, cercavo con lo sguardo Eli «Cos'è Quello?» Chiese un uomo avvolto da bende, forse è quello il Nogitsune «Argento, figlio di puttana» Continuavamo ad avanzare mentre Eli e Derek liberavano tutti, il primo aveva gli occhi gialli e il volto trasformato, ce l'aveva fatta! Per un attimo i nostri sguardi si incrociarono, mi sorrise agitando la mano come a salutarmi, ricambiai il sorriso imitandolo per poi riprendere a combattere.

Ormai gli Oni erano del tutto svaniti, la nostra attenzione venne catturata dal Nogitsune che si avvicinava a noi, ci raggruppammo tutti vicini, chi era armato era pronto a combattere «Te lo ricordi, Scott? Il regalo che mi hai fatto una volta?» Chiese il Nogitsune mentre tutti lo guardavamo confusi «Il morso di un Alpha, il potere di un lupo mannaro!» Prese a levarsi le bende mostrando il suo orribile volto.

Scott fece un passo avanti, trasformandosi in un lupo e ruggendo, seguito poi da Derek e Eli. Il Nogitsune ruggì in risposta, facendoci tappare le orecchie, il tempo che i tre iniziassero a correre verso di lui, sparirono di nuovo. Iniziammo a girare per il luogo, cercandoli, passarono minuti interi e tutti eravamo preoccupati. Ricomparvero sul ceppo dell'albero lungo sei metri, che tenevano il Nogitsune fermo. Perrish corse subito verso di loro cercando di dargli una mano, Eli cadde dal ceppo, spinto dal mostro «Lo teniamo noi!» Urlò Derek «No, lasciatelo o brucerete insieme a lui!» Spiegò Parrish «Scott!» Lo richiamò Derek «Sei tu l'Alpha, fa parte del tuo branco ora» Disse Derek guardando il figlio, per poi spingere via dal ceppo Scott «Parrish, coraggio, brucialo!» Ordinò Derek.

Parrish prese fuoco e con lui il Nogitsune e Derek, sul ceppo però rimase solo Parrish. Derek si era sacrificato, lo aveva fatto per salvare il figlio, tutti noi. Con il cuore in gola, corsi da Eli che stava steso sul terreno, con la faccia rivolta a terra «Eli!» Corsi ad abbracciarlo.

Le sue lacrime mi bagnavano la spalla, mentre tentavo di calmarlo sussurrando rassicurazioni all'orecchio «Shh, tranquillo» mormorai con voce tremante «Siamo al sicuro ora, siamo qui insieme» Con le mani accarezzavo i capelli di Eli, cercando di alleviare il dolore che lo avvolgeva. Sentivo la sua tristezza e la sua sofferenza, mentre si aggrappava a me con tutto trasferendomi una piccola parte della sua tristezza.

Scott, si avvicinò a noi con sguardo preoccupato, prese Eli per le spalle e lo avvolse completamente «Non sei solo» Disse Scott «Non so come affrontare tutto questo» Disse il ragazzo in lacrime, mi distruggeva vederlo così, senza poter fare niente «Non devi farlo da solo, siamo qui per te, sempre» Dissi avvicinandomi e mettendogli una mano sulla spalla.

Ci stringemmo in un abbraccio, il campo di lacrosse, un tempo teatro di competizioni sportive, si trasformò in un luogo di unione e solidarietà, un simbolo di forza e determinazione per affrontare le sfide future. 

ɪ'ᴍ ʜᴇʀᴇ ꜰᴏʀ ʏᴏᴜ/ ᴇʟɪ ʜᴀʟᴇ (ᴛᴇᴇɴ ᴡᴏʟꜰ)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora