Quindici

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Il giorno dopo la videochiamata Jeongyeon aveva preso il primo volo disponibile per tornare in Corea ed era stata capace di terrorizzare persino il tassista che la stava accompagnando alla villa della sua rivale in amore.

Era stato semplice scoprire dove fosse grazie a delle sue conoscenze e la cosa migliore era stata non aver dovuto sborsare neppure un centesimo per quel piccolo favore.

Una volta arrivata in prossimità della struttura a tre piani aveva pagato prima di scendere dall'auto, sbattendo la portiera senza pensarci due volte e andando ad attaccarsi al citofono di casa Chou.

Tzuyu aveva già capito chi stesse suonando con tanta insistenza e si era alzata dal divano dopo aver dato un bacio sulla fronte di Nayeon "tu resta qui, me la sbrigo io con quella stronza"

Era uscita a passo sicuro e senza mostrare la minima preoccupazione o paura, fermandosi a pochi metri da quella donna che le faceva saltare i nervi soltanto a guardarla da lontano.

"Almeno hai avuto le palle di uscire da sola, te lo devo concedere. Peccato che questo tuo atteggiamento onorevole non mi impedirà di spedirti dritta all'ospedale"

"Sto tremando, oddio" la rossa si era messa a fingere di avere un forte tremore alle gambe e alle mani "qualcuno mi aiuti, questo rifiuto umano mi sta minacciando!"

"Continua pure a fare così, tanto quando avrò finito con te non avrai più alcuna voglia di prendermi in giro" si era avvicinata abbastanza da stringere i pugni sul colletto della sua maglietta "prima di metterti fuori gioco dimmi dov'è la mia ragazza"

La padrona di casa aveva resistito a malapena all'impulso di sputarle in faccia "tanto per cominciare Nay non è tua, poi gradirei che togliessi le tue luride mani dai miei vestiti. Infine, se non ci tieni a farti pestare a sangue da una persona fisicamente più gracile di te, ti consiglio caldamente di non farmi incazzare"

Jeongyeon aveva riso di gusto ad ogni affermazione "credi davvero che una riccona e viziata come te possa farmi paura? Sei il tipo di persona che piange se le si scheggia un'unghia perciò figuriamoci se tu possa impedirmi di continuare a divertirmi con quella troietta da quattro soldi"

A quel punto Tzuyu non ci aveva visto più e si era fatta in avanti con la testa per farla scontrare violentemente contro quella della sua avversaria, provocando un capogiro ad entrambe.

Un rivolo di sangue era sceso lungo il naso della più bassa "bella mossa di merda, così facendo ci hai rimesso anche tu"

"E quindi? Ha comunque fatto più male a te" la mano della rossa si era chiusa a pugno nei suoi capelli "è passato tanto tempo dall'ultima volta che ho fatto a botte, vediamo se mi ricordo ancora come si fa"

"Tu non sei affatto il tipo che partecipa alle risse, ti faresti distruggere persino da un neonato"

L'unica risposta a quella provocazione era stata una ginocchiata ben assestata allo stomaco "credo sia arrivato il momento di dirti che facevo parte della gang più temuta degli ultimi dieci anni, quella che si è sciolta per mancanza di membri e che nemmeno la polizia era riuscita a contrastare"

"Se vi siete separati è perché non valete niente nemmeno come gruppo" aveva una mano premuta sulla pancia e, anche se non voleva darlo troppo a vedere, stava provando un dolore che non avrebbe mai creduto possibile "per non parlare dei vostri ideali, erano troppo da buonisti del cazzo"

"La tua opinione puoi usarla per pulirtici il culo" le aveva preso la camicia per tenerla ferma, poi era stato semplice colpirla con un pugno sul viso "vuoi che ti riduca talmente male da impedire persino a tua madre di riconoscerti o sei abbastanza intelligente da arrenderti?"

Fall In Love AgainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora