DEZ ( JISUNG )

117 20 4
                                    

Anche quel lunedì mattina era iniziato con il botto. Nel vero senso della parola.

Durante le prime due ore di, mah, indovina un po', matematica, un mio compagno di classe -- guarda un po' te, era Wooyoung -- fece esplodere 'per sbaglio' un petardo in classe.

Wooyoung era il mio compagno di banco, tralaltro.

La prof aveva incolpato me, tralaltro.

Ma Wooyoung non è poi così stronzo come certi credono, no non è affatto come molti pensano, infatti si prese subito le sue responsabilità dicendo a quella gallina la quale purtroppo era capitata ad insegnare proprio nella classe in cui andavo io. Puntualmente, dopo che il mio caro compagno di banco si prese tutte le colpe come giusto che fosse, la professoressa tirò in ballo la bocciatura che gli avevano dato l'anno prima per non ammetterlo alla classe successiva. "Vuoi rimanere in terza per il resto della tua vita, Jung?!" Gridò con quella voce assordante che riuscì ad una quasi distruzione dei miei poveri timpani e ad una crepa bella evidente alle finestre.

Mi sarebbe piaciuto buttarmi giù da una di esse qualche volta, specialmente durante le sue ore.

E tra l'odore insopportabile del petardo e la quasi espulsione di Wooyoung, il resto di quel lunedì cominciato in un modo un po' strano era proseguito liscio come l'olio. Forse l'unica cosa che mi lasciò alquanto a disagio furono le occhiate dei miei compagni di corso durante l'ora di portoghese. Occhiate che più o meno tutti mi rivolsero eccetto Minho, ovviamente.

Lo hyung -- sì, ora usavo addirittura gli onorifici con lui da quando quest'ultimo aveva iniziato ad usarli con me -- alla fine non era così male. Sì dai, stavo bene in compagnia sua. Adesso durante quell'unica ora di portoghese non ero più teso accanto al suo corpo, anzi stavo in una posizione più rilassata... ma non comprendevo il motivo.

Sinceramente non so se definirlo amico o meno, ma sono sicuro che qualunque cosa noi due siamo mi va bene così com'è perché, rispetto a prima, mi sento più a mio agio al suo fianco.

Accanto a me Jeongin ringraziava la cameriera per aver portato i nostri ordini, ed io come il resto del gruppo feci lo stesso. I ragazzi mi avevano aspettato fuori scuola per andare tutti e quattro da Starbucks a prenderci qualcosa e passare un po' di tempo insieme, solo noi e nessun altro come eravamo soliti a fare.

"Chan mi ha chiesto se un giorno andiamo tutti da lui a festeggiare insieme a dei suoi amici." Iniziai ad ascoltare la loro conversazione quando Seungmin disse queste esatte parole e, da lì, intuendo stesse parlando di quel ragazzo con cui era uscito tempo prima lo fissai un po' incerto. Non che non mi andasse bene di stare insieme ai miei amici, ma sapere di andare in una casa di qualcuno che non conoscevo per di più nel giorno in cui c'era addirittura la sua di compagnia, beh... non mi piaceva tanto come idea.

Fare nuove conoscenze era sempre difficile per me.
Odiavo questa cosa di me.
Odiavo avere paura.
Paura delle persone.
Non mi piaceva.
Non mi piacevo.

"Non sarebbe male." Ad interrompere i miei pensieri fu Jeongin che, con tutta tranquillità, bevve un sorso della sua bevanda dalla cannuccia di carta. Anche Hyunjin fu d'accordo con il più piccolo mentre io decisi di stare solo in silenzio e muovere piano il capo in segno positivo. Non che fossi molto convinto di questa festicciola, ma non volevo rovinare i piccoli sorrisi che si erano creati sui loro volti.

Ad una certa vidi Hyunjin accavallare le gambe e tenere la schiena dritta in un modo ansioso, si portava in continuazione i capelli indietro. Lo guardai di sottecchi mentre ascoltavo la conversazione che stava avvenendo tra Seungmin e Jeongin finché il mio amico non si decise di parlare.

Quando trovò via libera per aprire bocca, si schiarì la gola per attirare l'attenzione di noi tre e quando vide che pure gli altri lo stessero guardando ci regalò un lieve sorriso. "Tra qualche settimana avrò una gara. Vi andrebbe di venire a vedermi?"
"Una gara? E quando?" Alla domanda di Seungmin il piccolo sorriso che aveva si trasformò in un sorrisone accecante.

"Il primo sabato di maggio."

Jeongin fu il primo a finire il suo ordine. "Se avverto ora i miei genitori c'è la possibilità che non andiamo in montagna." Prese il cellulare dalla tasca del pantalone e come un fulmine scrisse velocemente ai suoi per poi inviare il messaggio e aspettare una risposta. Il resto del gruppo -- nonché io e Seungmin -- aveva dato una risposta affermativa.

Non mi sarei mai e poi mai perso quella gara, avrei fatto di tutto per vedere Hyunjin ballare e mostrare tutte le sue emozioni con i suoi movimenti ed il suo sorriso.

Il ballerino in questione applaudì euforico. "Bene! Jeongin-ah, dammi una risposta entro domani pomeriggio per favore, che devo consegnare i soldi sia dell'iscrizione sia per i biglietti." Jeongin rispose con un cenno positivo del capo prima di rimettere il telefono nella tasca.

Passati svariati minuti, iniziai a pensare se anche i suoi genitori sarebbero venuti a vederlo, difatti glielo chiesi. Mi pentii subito di aver aperto bocca quando notai il suo sorrisone scomparire in pochissimo tempo al solo sentire la mia innocua domanda. I suoi genitori quel giorno avrebbero finito tardi, ad un orario diverso da quello in cui si poteva accedere al teatro in cui si sarebbe tenuta la gara, e Hyunjin ci aveva spiegato che dopo che lo spettacolo sarebbe iniziato nessuno avrebbe più avuto la possibilità di entrare, quindi si doveva essere molto puntuali ed i suoi genitori non avevano questa possibilità.

Poi la conversazione per un attimo si spostò sui mezzi di trasporto: Hyunjin ci aveva detto che l'avrebbe accompagnato Minho e che con loro ci sarebbe stato un amico di quest'ultimo, ma si era comunque proposto di chiedere allo hyung se poteva dare un passaggio a Jeongin. Seungmin ed io più che probabilmente o saremo andati in autobus o in macchina dei miei o dei suoi.

Chiusa quella parentesi una nuova discussione venne data vita mentre io mi isolavo negli angoli più bui della mia mente. Non mi ricordo nemmeno un singolo pensiero che feci da quel momento in poi, ma uno in particolare si soffermò nell'anticamera del mio cervello.

Lee Minho.

Per qualche ragione, Lee Minho occupava la mia mente, anzi la annebbiava da tutti gli altri pensieri, da tutte le cose che mi circondavano nella realtà e mi ricordai in quel preciso istante che lui ed il mio amico fossero nello stesso gruppo di hip hop.

Avrei visto Minho hyung ballare.

Lo avrei visto ballare per la prima volta.

E lì il dubbio mi arrivò spontaneo.

Com'era Minho mentre ballava?









































































# shioko is here ! !

scusate per questo capitolo così deprimente e corto, mi farò perdonare con il prossimo!
non so se chiamarlo capitolo di passaggio o meno, ma serviva per parlare della gara che ci sarà tra pochissimi capitoli^^

PARABÉNS, HAN! Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora