UM ( JISUNG )

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Ne ho fatte tante di cazzate durante il corso dei miei sedici anni di vita, ma questa è quella definitiva. Pur essendo a conoscenza dei miliardi di impegni che ho, tra cui canto, lezioni di chitarra e pianoforte, compiti e verifiche e tante altre cose, ieri sera mi è venuta la malsana idea di imparare una nuova lingua, e dove mai andare se non al corso di lingue della mia scuola?

Hanno provato a fermarmi in tanti, tra il mio gruppo di amici, i miei compagni di classe, i miei genitori, mio fratello, addirittura i miei professori! Ma io cosa ho fatto? Mi sono diretto verso il piano C, ovverosia il secondo piano, e mi sono incamminato in direzione dell'aula di lingue e mi sono iscritto a portoghese.

Che grande cazzata, me ne rendo conto solo ora.

Non mi bastava sapere il coreano, cioè la mia lingua madre, e l'inglese, no! Dovevo per forza conoscere una nuova lingua e perlomeno capirla un po', e perché non scegliere il portoghese? Aah, che stress!

E mentre compravo i libri su internet, mi dissi quanto coglione potessi mai essere pur avendo l'eccitazione a mille per quando sarebbe arrivato il pomeriggio seguente, ovvero quando avrei dovuto avere la mia prima lezione di quella nuova lingua.

Il tempo passò veloce, il mattino arrivò, così come il pranzo, e finalmente il pomeriggio. Il corso iniziava alle tre e a me era rimasto ancora del tempo per parlare con il mio migliore amico prima di dovermi avviare verso l'aula in cui avrei dovuto imparare portoghese. "Scelta azzardata, Jisung. Cento impegni per prendertene un altro? Che genio." Disse ironicamente lui, Hyunjin, il mio amico di vecchia data. Ci siamo conosciuti alle medie, al tempo ci odiavamo a vicenda ma per via dell'ennesimo litigio e dell'ennesima punizione siamo diventati migliori amici.

Io roteai gli occhi e sbuffai intanto che lui se la rideva per conto suo. Mi ero messo nella merda, per colpa di questa mia stupida decisione ora sì che non avrei avuto tempo libero da dedicare solo a me stesso. "Lo so, Hyun, lo so, ne sono consapevole." Non potevo farci niente, era più forte di me non avere degli impegni. Senza di essi non saprei proprio cosa fare sinceramente, penso che impazzirei.

Hyunjin scosse la testa, sembrava divertito dalla mia settantesima coglionata fatta, ma comunque mi diede una pacca sulla spalla sorridendomi. "Buona fortuna." Mi disse prima di andarsene via, lasciandomi da solo.

Erano le due e mezza, avevo ancora un po' di tempo ma decisi di andare già all'aula, così salii le sette rampe di scale fino ad arrivare al piano delle classi dei corsi, fino a raggiungere la mia. Ovviamente, educatamente, bussai per accertarmi che ci fosse qualcuno ed effetivamente qualcuno c'era: una voce femminile e anche giovane mi gridò di entrare pure ed io, a comando, afferai la maniglia della porta verde acqua e la spalancai fino a poter varcare la stanza.

Dietro la cattedra stava in piedi una donna dai lunghi capelli castani che sfogliava il libro di portoghese. Era una quattrocchi e la sua vita sottile la si poteva notare benissimo dai vestiti adatti che indossava. Lei alzò subito lo sguardo su di me sfoggiando un sorriso a trentadue denti. "Tu devi essere il ragazzo nuovo." Parlò facendomi segno di avvicinarmi a lei. Mi avviai verso la cattedra grande disposta davanti ad una lavagna a gessi finché non le fui davanti, mi inchinai rispettosamente e lei fece lo stesso. "Prazer em conhecer você, io sono la professoressa Min." Si presentò la mia nuova prof lasciandomi di stucco per l'improvviso cambio di lingua appena avvenuto. Cosa aveva detto all'inizio? Penso che la mia confusione in viso fosse così evidente che la prof si mise addirittura a ridacchiare da come buffo sicuramente poteva sembrare la mia faccia. "Ho detto: 'è un piacere conoscerti'." Tradusse per farmi capire la frase ed io la ringraziai con un sorriso imbarazzante.
"Io sono Han Jisung." Mi presentai alla professoressa con un po' di insicurezza nella voce. Mi capitava spesso di parlare così con persone appena conosciute.

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