London Boy

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11. London Boy




«Li ho.» batté la mano sul bancone, cogliendomi di soppiatto, quando quel pomeriggio entrò al bar e nemmeno mi salutò, precipitoso verso la mia direzione. Quasi mi cadde il caffè freddo che stavo preparando ad una signora—dalla quale ricevette anche un'occhiataccia—e lo mirai perplesso.

«Ciao anche a te, Louis.»scherzai su.

«Guarda.» m'indicò col capo e un cenno della mano ciò che aveva adagiato sul bancone. Due fogli rettangolari bianchi. «Girali.»

Presi i soldi della signora e la congedai con un sorriso, poi mi dedicai a lui e, presi i due fogli, li voltai. Due biglietti aereo, destinazione Italia. Portai gli occhi su di lui, sgranandoli, sul suo viso comparve un sorriso. «Louis, io...credevo tu scherzassi...»

«Harry, non te lo sto chiedendo. Ci andremo e basta.»

«Devo ancora chiedere le ferie...» scossi il capo, incapace di scollare gli occhi su di lui.

«Ci ho parlato io, con la proprietaria. Finisci questa settimana e domenica pomeriggio partiamo. Adesso perché fai quella faccia?»

«Louis...cazzo, fatti abbracciare.»uscii da dietro al bancone, quasi in lacrime e con un sorriso, e mi diressi da lui, avvolgendogli le braccia al collo. Le sue mani si adagiarono dietro la mia schiena e percepii subito calore.

«Io direi anche di darmi un bacio. Sai, non me ne priverei.»

Scrollai il capo per guardarlo e sbuffai una risatina molto breve. «Ti do tutti i baci che vuoi, ma solo quando avrò finito.» gli dissi e osservai la sua espressione di disappunto.

«Ma è ancora presto!» lamentò.

«Finisco tra un paio d'ore, ho cominciato prima.»lo incoraggiai.

«Hm, mi aspettando due ore senza te.» osservò, facendo allargare il sorriso sul mio volto.

«Se vuoi, questa sera possiamo cenare assieme. Sono libero. Oh, domattina vado all'università. Darò l'esame. Ho deciso di anticiparlo e credo mi convenga, data la partenza.»sorrisi, ritornando dietro al bancone.

«Ma è grandioso. Vuoi— vuoi che ti accompagno, domani?»si propose, appoggiando le mani sulla lastra di vetro.

Gli osservai le braccia tatuate. «Tranquillo, prendo l'autobus. Lloyd mi darà un passaggio al ritorno.» sorrisi.

Lui roteò gli occhi al cielo. «Quel tipo non mi piace.»

«Invece è carino! Ed è un ottimo terapista.»

«Ma è biondo, e tu lo trovi carino.»sbuffò.

«Ma è fidanzato, ed io la conosco, la ragazza. Quindi non devi farti nessun problema.»scossi il capo, sorridendo ad una ragazza che mi aveva riportato il bicchiere e aveva lasciato il conto. Le diedi il resto, le feci lo scontrino e mi disse che c'era un tavolo da pulire, così mi congedai da lui e sbrigai il mio dovere. Chi glielo diceva, a Louis, che non avrei permesso a nessun altro uomo di avermi perché io voglio solo lui??

***

Usciti dal bar, mi supplicò perché ci fermassimo sulla panchina più vicina dopo l'uscita dal vicolo per sedersi e riempirmi di piccole attenzioni. Mi tempestò il viso di baci, mentre mi sfiorò il braccio, poi la mano, poi il collo e i capelli. Sorrisi contro la sua pelle, toccandogli le mani e la guancia, annusando il suo profumo e incollandomi nei suoi occhi. Mi lasciò poi un bacio sulle labbra, finalmente, ed io non potei resistergli che salii su di lui, sedendomi sulle sue cosce, e gli avvolsi il collo.

Lover [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora