capitolo 3

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"quindi tu sei la sorella di filippo?" chiese Naditza con le gambe incrociate seduta sul letto, era da un bel po' che liz mi portò in cella ed avevo già conosciuto due ragazze, Nad e silvia. "esattamente, tu sei la sua ragazza?" mio padre mi raccontava che diceva filippo ai colloqui e mi aveva accennato di una ragazza, lei annuì diventando un po' rossa in viso "Filippo ha mai parlato di me?" chiese lei, era complicato rispondere dato che non me ne aveva mai parlato "beh, a me non aveva detto nulla perché ho fatto solo un colloquio con lui ma mio padre mi aveva raccontato di te" nad fece una faccia un po' strana e silvia prese parola "come mai hai fatto solo un colloquio con lui? Ci ha detto che siete molto legati" io sospirai e mi voltai guardando fuori dalla finestra "sì, siamo molto legati ma i miei mi hanno impedito di fare dei colloqui con lui, un paio di giorni fa sono partiti per andare a Milano così ho preso l'occasione per farci un colloquio" non specificai che non era andata molto bene. Dopo poco ci portarono in mensa per pranzare, intanto silvia mi aveva dato dei vestiti per cambiarmi dato che quelli che mi avevano dato facevano abbastanza schifo. Ci sedemmo su un tavolo dove si sedette pura un'altra ragazza chiamata gemma, cominciammo a pranzare e dopo poco entrarono pure i ragazzi, nad fissò filippo invece gemma un ragazzo chiamato gianni ma sopranominato cardiotrap. Appena filippo prese il cibo, ciro e il suo gruppetto gli fecero lo sgambetto infatti gli cadde il vassoio e lui finì a terra, mi alzai di scatto per aiutare mio fratello così mi chinai e presi il vassoio ormai caduto a terra e nad corse immediatamente da lui e lo fece rialzare. Scrutai ciro e i suoi amici e feci un ghigno "te la prendi solo con i più deboli?" gli chiesi in modo ironico, incrociò le braccia al petto ed alzò il sopracciglio "tu cosa sei?" mi chiese, io rimasi un attimo basita dalla domanda ma neanche il tempo di rispondere che sentì una mano al collo " te reputi forte? ij me 'a me piglie co e forti te siente debole? ij me 'a me piglie co e deboli tiene paura? me 'a me piglie co e paurosi. nu mma rompere e coglioni chiatilla e merda" strinse di più la presa per poi lasciarla, mi misi una mano sul petto per poter respirare più aria possibile. Nad mi portò immediatamente al nostro tavolo e restammo tutte e 4 zitte, dopo poco liz enrò in mensa e mi comunico che erano arrivati i miei genitori "arrivo" le dissi semplicemente, liz si era un secondo allontanata e prima di alzarmi nad disse " non dire nulla di quello che è successo, a nessuno!" io annuì e mi alzai per raggiungere liz che a breve mi avrebbe portato alla sala colloqui. Appena arrivai vidi la faccia delusa di mia madre e quella preoccupata di mio padre ma son sicura che anche lui sia deluso da me "come stai?" chiese lui nemmeno il tempo di rispondere che mia madre parlò "come si possono sentire gli assassini? ormai sei questo francesca, sei come loro ora, una delusione mi fai vergognare di essere tua madre" si alzò dalla sedia e uscì dalla sala lasciandomi senza parole "papà come devo stare? Non ti sto neanche qui a raccontare tutto quello che sto passando, mi manca l'aria vorrei riuscire a prendere una boccata d'aria però ti dirò che sto bene, so che sei deluso." Lui mi accarezzò la mano e mi disse "sono un pochino deluso ma sono sicuro che hai capito dove hai sbagliato e ti sei pentita di tutto. Al solo pensiero che tu sia mortificata per la povera vita di quel ragazzo mi fa star tranquillo." mi sorrise un pochino, a sentire quella frase aggrottai le sopracciglia e levai la mano dalla sua "no, non mi sono pentita di nulla. Non sono mortificata per la vita di quel ragazzo. Io ho salvato la mia migliore amica e lo rifarei mille volte. Toglierei la vita a quel ragazzo un milione di volte per salvare Maria" la faccia di mio padre da una tranquilla e dispiaciuta passò a una infuriata e delusa come quella di mia madre "francesca ma che ti dice il cervello? Ma sei pazza? Ora si che sono deluso da te, ha ragione tua madre ormai sei una delinquente un'assassina. Questa cosa non me la sarei mai aspettata da te, sono deluso. Non aspettarti nessun aiuto da parte nostra perché non ci sarà, pagati l'avvocato da sola fai quello che vuoi, ma appena uscirai da qui sarai sola." Io rimasi scioccata a quelle parole mi alzai in piedi e gli urali addosso "vaffanculo! Vi odio te e mamma, mi lasciate sola in un momento del genere? Non vi è mai importato nulla di me, anzi di noi. Sono sempre stata delusa dalla mia famiglia, vorrei tornare indietro nel tempo per proteggermi meglio, per non aspettarmi dalla mia famiglia cose che non mi potevano dare perché mi sono sempre aspettata più attenzioni quando voi avevate altre priorità ad esempio il tuo fottutissimo lavoro di merda. Mi sono sempre aspettata che voi lottaste per noi invece il primo errore che abbiamo fatto ci scaricate così. Fate schifo." Mi allontanai piangendo da lui ed incrociai mia madre e la guardai con uno sguardo deluso ma lei era indifferente, come sempre. Ritornai in cella e c'era nad, corse subito da me e mi abbraccio "se vuoi sono qui" quelle 4 parole mi fecero sprofondare e cominciai a piangere e le raccontai tutto quello che era successo con i miei genitori e la lite con filippo. "devi andare da lui immediatamente, dovete risolvere" disse lei accarezzandomi il braccio "e che gli devo dire? Che per colpa mia ora i nostri genitori non vogliono sapere nulla di noi? Che appena usciremo di qui non avremo una casa? Che i nostri genitori molto probabilmente torneranno a Milano lasciandoci qui? Nad, che gli devo dire? Che mi manca l'aria? Che nemmeno se spaccassi tutto quello che mi ritrovo vicino mi colmerebbe la rabbia e la tristezza che ho in corpo? Mi sento estremamente sola come non mai, già mi manca la libertà, la spensieratezza. Tutta la mia vita è andata in frantumi ed io sto sprofondando come non mai" le dissi facendo scende una lacrima che mi rigò il viso "si, digli cosa provi, che cosa stai sentendo e che cosa sta succedendo. Deve sapere cosa stai provando in questo momento lui è l'unico che ti può capire in un momento così delicato" io annuì all' affermazione della mia amica e mi alzai per dirigermi verso nunzia, una guardia dell'ala femminile.

"Nunzia, devo parlare con mio fratello è urgente" le dissi supplicandola facendo i miei soliti occhioni dolci "va bene, ma fa ambress" disse semplice lei prendendomi per un braccio portandomi verso le celle maschili. Mentre salivamo le scale mi stavo preparando il discorso che avrei fatto a filippo per spiegargli tutti gli accaduti e soprattutto scusarmi. Mi passai una mano sul collo ricordando che un paio di ore prima ero stata strozzata da Ciro, avrei chiesto a filippo perché il moro lo aveva spintonato. "eccoci, ti accompagnerà Lino" affermò nunzia facendo un cenno a lino per portarmi dentro, appena aprì il cancello l'odore di fumo mi invase le narici, lino mi disse di andare sempre dritta e l'ultima cella a destra era quella di filippo. Lui rimase vicino al cancello ed io inizia a percorrere quel lungo corridoio dove i detenuti cominciarono a fare dei commenti, ogni tanto buttavo degli sguardi dentro le celle finché non arrivai d'avanti quella di filippo, dentro c'era solo un ricciolino che stava giocando a solitario sopra il suo letto "ciao scusami stavo cercando filippo, sai dov'è?" chiesi timidamente al ragazzo che mi stava fissando un po' stranito "è nella cella con Ciro, comunque piacere Carmine" mi rispose saltando giù dal letto " piacere Francesca, qual è la cella di Ciro? Devo assolutamente parlare con mio fratello" mi cominciai a torturare le unghie delle mani, lo faccio sempre quando sono nervosa. Carmine mi guardò preoccupato per il mio intento di andare nella cella del moro "è la prima a destra" rispose semplicemente voltandosi guardando il mare fuori dalla finestra "grazie, cà" lo ringraziai e non appena mi voltai per uscire dalla cella la voce di Carmine "stat accort francè" io annuì con un sorriso e mi diressi verso la prima cella intanto le parole di Carmine mi continuavano a frullare in testa, perché mi ha detto di stare attenta? Devo scoprire di più. Intanto arrivai d'avanti alla cella dove senti delle voci uscire fuori, mi misi dietro il muro per origliare, "ciro io non metto in mezzo la mia famiglia" disse filippo, cominciai nuovamente a torturarmi le unghie

"chiattì, numma rompere' o cazzo. Quanne avrai 'o permesso, semplicemente ji' a chiesteristorante a nu mij amico e tenere 'a macchina aperta. Nun si accorgerà enulla. La droga arriverà a Milano e nessuno avrà problemi" mi misi una manosulla bocca e spalancai gli occhi, in che giro si era messo Filippo? "Ciro non so fare queste cose" risposefilippo con il suo solito tono agitato "imparerai chiattì" prima che filippopotesse ribattere entrai dentro la cella, Ciro ed un ragazzo dagli occhi verdimi fissarono e filippo si alzò immediatamente "filippo dobbiamo parlare, ora"dissi io incrociando le braccia sotto il seno cercando di evitare i due ragazziche mi stavano fissando "subito" disse lui quasi scappando da Ciro e il ragazzodagli occhi verdi uscimmo dalla cella io non salutai nessuno invece filipposalutò come era suo solito fare. 

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