37.

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Il ristorante scelto da Meredith Campbell era in centro e super lussuoso. 

Dean era rientrato a Londra apposta per quell’incontro e più passava il tempo e più Blaise rimpiangeva di essere seduto al tavolo con la donna che lo aveva generato.

La odiava con tutto sé stesso. Per molto tempo aveva desiderato la sua morte. Sapeva che chi non lo conosceva lo avrebbe giudicato per questo, ma Blaise proprio non riusciva a farsela piacere.

La donna entrò nel ristorante con il suo portamento fiero e sprezzante. Blaise si irrigidì, stringendo i pugni. Doveva essere forte, più forte di lei, non doveva permetterle di spezzarlo. Dean lo stava guardando.

“Sono con te. Sarò sempre dalla tua parte…” disse.

Blaise sorrise.

“Oh, Blaise, che bello vederti. E’ da tanto che non ti sento….” Disse la donna portando con sé un forte profumo di rose selvatiche.

Lo stesso profumo che Blaise ormai associava alla sua vita rovinata per sempre.

**

La donna si comportava come se non avesse già rovinato la vita ai suoi figli, fingendosi interessata alle loro carriere lavorative.

Quando sentì che Blaise adesso lavorava per il giornale di Dean, sorrise.

“Sono contenta di sapervi insieme. Sono orgogliosa della mia famiglia…” disse Meredith pulendosi la bocca con il tovagliolo in tinta con la tovaglia elegante.

Blaise alzò gli occhi al cielo, Dean gli tirò un calcio.

“Ma se vi ho invitato oggi è perché c’è una notizia che volevo darvi e non potevo farlo al telefono…” sorrise emozionata, poi afferrò la borsetta l’aprì e afferrò una scatolina di velluto. L’aprì e mostrò il contenuto ai figli.

“Ho conosciuto un uomo, che mi ama e che vorrebbe tanto conoscervi. Ho detto che ho due figli meravigliosi. Si chiama Richard e come me è un cacciatore”

Blaise sussultò mentre Dean sospirò, triste.

“C’è qualcosa che non va, tesoro?” chiese la donna con voce melensa.

Blaise deglutì, guardando il fratello seduto davanti a lui.

“Cos’è? Hai ancora problemi con il fatto che io sia una cacciatrice? Sono fiera di quello che sono. I lupi non sono esseri che si meritano di esistere. Tu hai chiuso con quella feccia, vero? Sai cosa succederebbe se solo gli permettessi di tornare. Li condanneresti alla morte. Io ne approfitterei, fossi in te, ma so che sei un debole, non riusciresti a sopportarlo….” La donna fece un sorrisino notando i pugni stretti del figlio.

Si voltò verso un cameriere.

“Mi scusi può portarci il menù per i dolci?” chiese xon sorriso al cameriere.

Blaise guardò Dean devastato, cercando di trattenere le lacrime.

🐺

Harry si stava vestendo dopo essere uscito dalla doccia. Si guardò allo specchio prima di controllare il cellulare.

Quella mattina aveva mandato un messaggio a Draco, ma il giovane non lo aveva ancora ricevuto. Harry pensò fosse strano. Di solito Draco rispondeva nell’immediato. Afferrò il cellulare e dopo aver composto il numero se lo portò all’orecchio, in attesa.

“Il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la invitiamo a richiamare più tardi, Grazie”

Chiuse la chiamata confuso.

Nello stesso istante suonarono alla porta.

Harry uscì dalla camera da letto e raggiunse la porta. Forse era Draco. Gli stava facendo uno scherzo.

Aprì la porta e si trovò davanti Blaise Zabini. Harry aggrottò le sopracciglia.

“Blaise...” disse notando poi gli occhi gonfi di lacrime dell’amico. “Che succede? Perché stai piangendo?* Chiese mentre lo faceva entrare in casa.

“Sono appena stato a pranzo con Dean e mia madre. Ha detto che si risposa” disse Zabini entrando. Harry gli indicò il divano.

Blaiee si sedette, raggiunto subito dopo da Harry che lo guardò preoccupato.

“Raccontami tutto…”

Blaise si portò le mani al viso e singhiozzò.

Harry lo strinse tra le braccia mentre ascoltava il racconto terrificante. La donna aveva trovato un uomo che avrebbe sposato. Il nuovo compagno era un cacciatore e poi gli raccontò del modo in cui aveva chiamato i licantropi e della maledizione.

“Siamo ancora amici” Disse Harry. “Questa cosa non cambierà mai. Ci sarò sempre per te e se dovrai combattere contro tua madre io sarò al tuo fianco. Sei mio fratello, Blaise. Ti voglio un bene dell’anima.”

Blaise tirò su con il naso poi strinse l’amico tra le braccia, riconoscente.

🐺

Draco osservò in silenzio le grandi valige aperte sul letto davanti a lui. Si sentiva uno schifo.

I suoi genitori avevano capito che qualcosa non andava.

Erano andati al San Mungo e avevano sottoposto Draco ad analisi e test vari.

Doveva andare via.

Suo padre era deluso e arrabbiato e Draco si sentiva in imbarazzo e in colpa.

Suo padre gli aveva sequestrato il cellulare e non era riuscito a contattare Harry. E nemmeno Thea. Lo avrebbe ucciso, già lo sapeva.

Si portò una mano sul ventre e sentì gli occhi riempirsi di lacrime. Si portò la mano libera al viso per asciugarsi una guancia bagnata con una lacrima.

Sentì dei passi e si ricompose, chiudendo le valige.

Erano sua madre e suo padre. L’uomo tra le mani aveva dei fogli.

Draco lo guardò. L’uomo glieli consegnò e Draco lesse l’orario del suo aereo.

Era per quella sera alle ventuno. Sarebbe sbarcato ad Eugene, in Oregon.

“Hanno detto che ti aspettano…” disse l’uomo. “Ti verranno a prendere in aeroporto. Vedrai, ti troverai bene…”

“Sono licantropi?” chiese Draco.

“Si. Molto potenti. I più potenti dell’America settentrionale. Hanno anche uno stregone…”

Draco lo guardò.

“Un mago?” chiese.

“No. Stregone. Non chiamarlo mago, è offensivo”

Draco annuì, poi sospirò.

Si sentiva così in colpa di partire.

Si voltò verso le valige. Strinse i pugni e cercò di non toccarsi il ventre, ancora piatto.

Avrebbe messo al mondo una vita. Solo, in un posto sconosciuto, circondato da sconosciuti. Non sapeva se e quando poteva tornare. Il pensiero di allontanarsi da Harry lo faceva stare male. Ma Potter non poteva avanzare pretese, non lo aveva marchiato, quindi Draco era libero di fare quello .che voleva.

Quante cavolate si doveva pur di non crollare e urlare contro suo padre.

Chiuse gli occhi.

“Sarebbe meglio partire subito. Prima arriveremo in aeroporto meglio sarà per tutti” disse Lucius uscendo dalla stanza.

Narcissa portò via le valige e uscì dalla stanza, non senza prima lanciare un’occhiata preoccupata a Draco, che era rimasto immobile al centro della sua camera da letto.

Note: arriviamo a 40 stelline?

~Drarry~ Risk It All (Omegaverse)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora