D A M I À N
Era sabato pomeriggio, avevo fatto il turno di notte ed ero stato costretto ad alzarmi da della musica per bambini precisamente alle dieci e quarantacinque di mattina, questo significa che avevo meno di quattro ore di sonno, e come se non bastasse, Liam ha avuto un incidente, e devo andare a trovarlo.
Odiavo vivere col timore che quello spericolato potesse suicidarsi involontariamente da un momento all'altro, da fuori può sembrare una persona superficiale, introversa, ma in realtà è tutt'altro.
Senza contare che devo dare le mie scuse ad Ella, vale a dire darle ragione, so che non la conosco abbastanza per non sopportarla, ma è come se credesse di sapere tutto di tutti, li osserva da dentro, li penetra con lo sguardo inosservatamente, per imparare le loro personalità, e scoprire le loro insicurezze più nascoste.
Tipo i serial killer dei film.
Lo sapevo perché a volte lo facevo anch'io, lei sembra risultare fastidiosa, parla inutilmente, fa collegamenti strani e parla senza stancarsi mai.
Oppure inizia a soffrire all'improvviso di mutismo selettivo e sociopatia.
-Signorina Smith, va tutto bene? Di solito è più attiva- chiese il professore.
-Si, non si preoccupi- rispose Ella.
-Ma mi sta ascoltando?
-Certo.
Non aveva parlato per il resto della giornata.
E di certo non stava ascoltando.
Di solito la prendevano in giro per i suoi discorsi attivisti, ma lei rispondeva a tono, chiudendoli letteralmente nel cesso.
*****
-Non ho intenzione di studiare un'opera del cazzo scritta nel 700' su una cagna in calore attratta da quelli più grandi- risi istintivamente alla sfacciataggine del mio compagno di classe.
-Come puoi ridurre Shakespeare così con la tua insulsa bocca?- rispose Ella.
-Bhe, poteva farsi i cazzi suoi, studiala tu questa roba- disse lanciando il libro sul banco.
-L'ho studiata, appunto.
-Ti pareva che la leccaculo della classe non poteva perdersi tra le pagine romantiche dell'autore più amato della storia?- disse prendendola in giro.
-Non ti ho mancato di rispetto ne nulla Javier, per favore, non cadere in basso, e fa lo stesso‐ disse lei per non reagire in altro modo.
-Sta per arrivare il professore Javier, piantala- mi intromisi sedendomi leggermente sul banco, esattamente quello dietro di Ella che si era alzata infuriata.
-Oh mio Dio, ti sei alzata? Ed ora cosa vorresti fare?- chiese mimando con la mano la sua altezza- Cosa c'è? Troppo maschilismo Ella? Ah no, è body yaming, giusto?
-Shaming. Body Shaming.
-Quello che cazzo dici, ora torna a studiare, leccaculo!
-Almeno la leccaculo della classe non finirà a chiedere prestiti a sua madre a trent'anni perché avrà un minimo di cultura ed avrà un lavoro stabile.
-Andrai anche tu a spiegare Shakespeare ai nostri figli?
-Andrò a curare persone come i tuoi genitori, che ti hanno cresciuto in questo modo- questa era bella.
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Questione di fiducia
Roman pour AdolescentsQUESTIONE DI FIDUCIA Per tutti quei bambini che sono cresciuti prima del dovuto. Una mattina di fine settembre, la disattenzione di un taxi e la sbadataggine di una bionda, fanno aumentare il traffico stradale facendo quasi finire qualcuno in ospeda...