Le orecchie mi stavano scoppiando, il suono era sempre più ovattato e iniziava a riecheggiare un tremendo ronzio che man mano i minuti passavano, più esso diventava più forte.
Iniziai a valutare seriamente l'idea di andare all'ospedale, un luogo tremendo a parer mio. Pieno di macchinari, malattie, fluidi corporei e persone ammucchiate per potersi far dire che cosa succede al proprio corpo.
Ma non potevo fare diversamente, dunque mi incamminai in direzione dell'ospedale.
Man mano che mi avvicinavo la situazione peggiorava, iniziai ad urlare ed a piangere disperatamente a causa del ronzio sempre più rumoroso. La cosa tremenda era che le persone mi FISSAVANO, cosa avevano da fissarmi? Perché sorridevano in modo così... Inquietante. Non era normale, era troppo largo e storto. Ed i loro occhi tondi ed estremamente grandi sbrava quasi che stessero per uscirgli dalle orbite mi osservavano sgranati, come una persona terrorizzata da una scena raccapricciante.
Cercai di ignorarli continuando la mia epopea verso l'ospedale.
Dopo minuti di agonia finalmente arrivai a destinazione. Osservando l'edificio dall'estero si poteva notare come fosse stato lasciato a se stesso, sembrava quasi che fosse disabitato. Porte arrugginite, intonaco sgretolato e vetri rotti non mi aiutarono per nulla a calmarmi da quella situazione infernale. Come potevano le persone convincersi ad entrare qui dentro per farsi curare? Preferirei andare a farmi sanare da uno sciamano piuttosto che venire qui, ma purtroppo non ho scelta, sentivo che ancora un altro minuto in quella condizioni e la mia testa sarebbe esplosa.
Mi avvicinai lentamente alle porte dell'ospedale e le aprii di scatto, non volevo perdere neanche un secondo, dovevo trovare immediatamente un medico. Ma quello che mi si parò davanti, risultava essere uno spettacolo macabro e inquietante.
Il luogo era tetro, oscuro e le pareti e pavimenti avevano un colorito che poteva ricordare la ruggine, addirittura si scorgevano delle macchie di sangue apparentemente rappreso, mentre la luce zampillante di alcuni neon accesi ti accecavano stordendoti con un intervallo irregolare di luce e buio.
Tutto ciò mi fece rabbrividire ed inquietare, come avevo fatto a non accorgermi che questo ospedale era veramente abbandonato? Eppure poco tempo prima avevo visto molte persone entrare ed uscire mentre arrancavo per raggiungere la mia destinazione.
Non ci pensai due volte e mi voltai di scatto per poter uscire immediatamente da quel posto inquietante.
Non appena misi il piede fuori dalla porta, mi accorsi che il mondo esterno non esisteva più, come se stessimo fluttuando su uno spazio nero sconfinato.
Il ronzio all'improvviso si trasformò in silenzio, non sentivo più nulla. La mia voce, i miei passi, qualsiasi rumore era nullo, come se l'esterno potesse annullare ogni tipo di suoni.
Rientrai, ed i suoni ritornarono così improvvisa che a momenti sarei morto di crepacuore sul colpo. Cercai di riprendermi da quello stordimento, ma ci misi un minuto intero per riabbituarmi al senso dell'udito nonostante io lo avessi perso per un manciata di secondi.
Una volta ripreso mi misi a fare l'unica cosa che mi era possibile al momento, esplorare quel macabro posto.
Girai a sinistra, e mi incamminai verso il corridoio più inquietante che avessi mai visto. Piastrelle rotte, spruzzi di sangue sulle pareti, mobili accatastati, barelle e sedie a rotelle buttati per terra o in piedi e infine quelli che sembravano degli organi mangiati per terra.
Cercai di prendere coraggio, iniziando a respirare lentamente. A fatica e con timore, incominciai a camminare lentamente.
Camminando sentivo i miei passi riecheggiare nella stanza. Ma il loro suono era come se fosse in ritardo di qualche secondo, di conseguenza facendo un passo non sentivo nulla per poi udire il suono dopo poco. Tutto ciò a lungo andare iniziava a turbarmi ed a impaurirmi, dato che sentendo i passi in ritardo essi si udivano alle mie spalle, dando l'impressione che qualcuno mi stesse seguendo.
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Into the dreams
HorrorRiesci a distinguere il sogno dalla realtà? "Subito dopo mi risvegliai in classe, i miei compagni ridevano, ma, le loro risate erano strane, quasi contorte e sfocate. Non riuscivo a ricordare cosa ho appena sognato, e non capivo perché quei ragazzi...