Era già trascorso un mese da quando mi ero trasferito, mi stavo ambientando come meglio potevo e legavo ogni giorno di più con gli altri ragazzi. In realtà, però, Harry era quello che si era allontanato di più dal gruppo ultimamente: parlavamo il minimo indispensabile quando lo incontravo a casa ed a malapena si sedeva con noi a pranzo a mensa.
Avrei voluto chiedergli cosa gli fosse capitato, ma mi limitavo a guardarlo da lontano. Gli altri avevamo deciso che avremmo aspettato quando fosse stato pronto a parlarcene, però io ero sempre stato una persona impaziente e non reggevo più quella situazione. L'unica persona con cui Harry passava maggior tempo possibile era Sam, il che non era così strano considerando che fosse la sua ragazza, ma perché abbandonare i suoi amici?
"Loueh!" Alzai la testa di scatto. Non mi ero nemmeno accorto di essermi appoggiato al mio armadietto e di essere rimasto così per parecchi minuti nel bel mezzo del corridoio, a volte capitava che mi perdevo nei miei stessi pensieri. Anzi non a volte, sempre.
"Biondino." Gli rivolsi un sorriso a labbra chiuse, adoravo il fatto che usassimo nomignoli, rendeva il tutto più reale ed unico.
"Hai per caso parlato o visto Harold?" Chiese, aveva il respiro affannato, probabilmente veniva dalla sua classe visto che si trovava dal lato opposto dell'edificio. Scossi la testa, distruggendo ogni sua speranza.
Avevo già detto sia a lui che a Liam che volevo parlare con Harry e scoprire qualcosa in più, ma fino a quel momento non avevo ancora trovato l'attimo giusto in cui fosse da solo e libero di fare una conversazione senza avere Sam di mezzo.
La campanella suonò, dando inizio all'ora successiva. Il corridoio si riempì in pochi minuti e Niall dovette avvicinarsi all'armadietto accanto al mio per poter parlare con me e non essere travolto dalla folla di persone. Ci si accasciò sopra, provocando un brusco rumore.
"Senti, lasciamo perdere Harry, ti serve una distrazione." Si rivolse a me, ma guardava davanti a sé. Aveva gli occhi socchiusi, il labbro tra i denti ed il corpo completamente spalmato sul mio armadietto come se facesse d'appoggio per non farlo cadere direttamente con il culo per terra.
Alzai un sopracciglio. Seguii la direzione in cui era puntato il suo sguardo e vidi un gruppo di ragazze ferme a chiacchierare approfittando del cambio dell'ora.
"Di che parli?" Chiesi confuso.
"Spencer, la ragazza al centro." Me la indicò con un gesto col mento. "Devo assolutamente averla."
La guardai. Aveva i capelli di un rosso fuoco molto acceso, la coda di cavallo che le arrivava sotto le spalle, molto trucco che secondo me non la valorizzava ed una caratteristica che notai era che fosse molto, ma molto alta.
Avrei scommesso la stessa altezza di Harry, per fare un esempio."Vai a parlarle, no?" Dissi, con tono ovvio.
"Vai tu."
Sgranai gli occhi quando sentii quelle parole uscire dalla sua bocca. Era impazzito, forse? Io parlare con una ragazza? Mai.
"Niall." Cominciai, con tono serio. "Ne abbiamo già parlato, ho altri gusti."
"Non è questo il punto, Louis." Affermò, guardandomi storto.
Sbuffai, mettendomi le mani sui fianchi. "E qual è il punto?"
"Tu sei nuovo." Disse, con fare ovvio.
"E quindi?"
"Beh, vai a presentarti." Alzò le spalle.
"Ma vai a parlarci tu, no? Così risparmiamo tempo."
"Sarebbe troppo semplice, devi farlo tu. Affronta le tue paure, Lou." Disse, poi per convincermi meglio si aggrappò al mio punto debole. "Ho sentito che ha organizzato una festa, se ci invita possiamo chiedere ad Harry di venire con noi."
Lo guardai storto, incrociando le braccia. "E dovrebbe fregarmene qualcosa?"
Alzò un sopracciglio, squadrandomi come solo lui sapeva fare. Dio, anche lui se n'era accorto.
Ero sul punto di rifiutare, ma ci riflettei meglio. Potevo sprecare un'opportunità del genere? C'era pur sempre il rischio che il riccio non sarebbe venuto, ma che altro avevo da perdere? "Stronzo." Borbottai, alzando gli occhi al soffitto. Maledetto biondino manipolatore.
Senza attendere altro, feci un respiro profondo per darmi forza e raggiunsi, lentamente perché preparavo ciò che dovevo dire, il gruppo di ragazze che era diminuito rispetto a prima, evidentemente avevano lezione.
Mi parai di fronte a Spencer in particolare, affianco a lei c'era una sua amica. Fu proprio quest'ultima a notarmi per prima, guardandomi da capo a piedi una volta fermatomi davanti a loro. Potevo farcela, non era poi così difficile. Lo stavo facendo per i miei amici.
Mi schiarii la voce. "Ciao."
A quel punto, attirai l'attenzione anche di Spencer, che mi sorrise raggiante. "Ciao."
"Ehm..." Dio quanto era difficile. "Sono nuovo, non so se mi avete mai visto..."
Vedendo le loro espressioni abbastanza confuse, decisi di passare al piano B.
"Okay, vedete." Ingoiai un groppo alla gola. Possibile che non riuscissi a parlare con due semplici ragazze? "Dietro di me c'è un mio amico che ti vorrebbe tanto conoscere." Conoscere, non era il termine adatto ma vabbè.
Spencer spostò lo sguardo dietro le mie spalle, sulla figura di Niall che era a qualche metro di distanza ancora appoggiato all'armadietto. Appena vide l'attenzione tutta su di lui, salutò nella nostra direzione. "Oh." Lei lo studiò, sembrava quasi gli stesse facendo la radiografia mentre io mi chiedevo perché le persone qui fossero così dannatamente strane.
"Ti interessa?" Ammetto che pur avendo zero esperienza in fatto di donne ero stato molto diretto e, considerando le espressioni sui loro visi, stavo ancora cercando di capire se fosse una cosa positiva per loro oppure negativa.
Dopo aver praticamente scannerizzato il biondino, spostò di nuovo lo sguardo su di me. "Venite alla mia festa, questo giovedì." Disse soltanto.
"Tutti e due." Aggiunse l'altra. "E portate degli amici fighi."
Senza nemmeno aspettare un consenso o un rifiuto, si voltarono entrambe e, a braccetto, percorsero il corridoio fino a girare l'angolo e di conseguenza uscire dalla mia visuale.
A quel punto realizzai: un'altra festa significava altro alcool, altro delirio, altre figure di merda con Harry, di nuovo Sam...Non sapevo se avrei retto di nuovo tutto quel casino, inoltre il riccio nemmeno ci parlava più nell'ultimo periodo. Alzai gli occhi verso il soffitto pallido, avevo deciso di aiutare gli altri ma non ero molto convinto che avremmo risolto qualcosa.
"Festa da lei, questo giovedì, possiamo portare anche gli altri." Gli comunicai una volta che mi si avvicinò. "E figurati, non c'è di che."
"Pff, come se avessi bisogno di te per rimorchiare."
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you are enough
FanfictionLouis è un ragazzo complesso, non crede in sé stesso ed è molto insicuro. Non va d'accordo con la madre, rimasta delusa da quando lui è stato bocciato a scuola, e che, non sopportando più la situazione, lo fa trasferire a Londra dallo zio. Qui, rive...