Molto più di me.

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«Credi nelle fiabe? Ti faceva piacere leggerle, ascoltarle, viverle, da bambino?

C'è una ragione, se te lo chiedo. Non mi sono mai fermato in un posto tanto a lungo da poterlo definire casa. Tuttavia c'è stato un tempo, da bambino, in cui ho vissuto in una casa molto speciale. Sebbene siano passati anni e anni, e l'abbia chiuso in un cassetto di ricordi dove ormai, avendo [smarrito la password] perso la chiave non accedo più, quel luogo resta comunque il più vivido e potente di tutti i miei ricordi.

Ci raccontavamo delle storie, in quella casa.

Era solo un gioco, il nostro. Un triste, bellissimo gioco...»

Dieci ore dopo

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Dieci ore dopo.

Fino al giorno prima, Mira aveva tenuto in conto l'eventualità di non chiudere occhio per tutta la notte, per via della sua partenza imminente: sei mesi di tirocinio all'Hôpitaux Universitaires de Genève in Svizzera. Non stava più nella pelle. Il giorno seguente sarebbe partita per una nuova avventura e aveva già rifatto le valige cinque volte.

L'ansia di quei giorni, tra laurea e preparativi, l'aveva stesa e non vedeva l'ora di partire.

Peccato che, giusto cinque minuti prima, aprendo come di consueto la casella mail universitaria per un rapido check, un lapidario messaggio con "urgente" come oggetto e "Luciana Belotti" come mittente (accoppiata terrificante) le fece andare storto il caffè ancora prima di leggerla.

Non era preparata a ricevere brutte notizie e quando lesse le parole secche e concise della donna che ormai, viste le scorse diatribe, aveva ribattezzato come quella grandissima stronza, per poco non lanciò uno strillo che avrebbe svegliato mezzo condominio.

Si era concessa cinque secondi di black out, poi aveva trangugiato il caffè tutto d'un fiato, pentendosene un attimo dopo quando la gola era ormai in fiamme.

Provò a chiamare la segreteria dell'università; aveva il numero dell'ufficio della Belotti impresso a fuoco nella memoria a lungo termine. Nessuna risposta. Ma che sorpresa.

In teoria avrebbe dovuto essere reperibile dalle nove del mattino, ma Mira non era mai riuscita a trovarla prima delle undici.

Sembrava esserci un problema con uno dei suoi documenti di identità. Mira scrisse una mail di risposta, allegando nuovamente la documentazione in tutti i formati possibili, in modo che non tirassero fuori più scuse, poi chiuse tutte le pagine.

E allora, l'eco delle parole del Tizio Oltre Lo Schermo risuonò nella sua testa, più forte di una campana tibetana, tanto che la ragazza si lasciò cadere di schiena sul letto, dallo sconforto. Era tornato. Perché era tornato? Dannazione.

Per di più, mettendola sotto scacco; Mira non avrebbe fatto altro che passare tutta la maledetta giornata a rimuginare se presentarsi o no al pub, conscia del fatto che, se Seb aveva detto la verità, non ci sarebbe mai più stata un'altra occasione di rivedersi, ma...

Nome In Codice: H.A.C.K.E.R. - Il Gioco di Sigma  ۞ BONUS CHAPTER ۞Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora