Torino, 10 anni prima.
Un anno dopo la morte di Lars.Parco Nord era silenzioso, quella sera. Troppo. Non le piaceva, considerati i recenti ricordi collegati a quel posto.
Però c'era ancora abbastanza luce, il che andava bene.
Erano passati quasi due mesi da quella notte, a scuola. Pochi giorni fa, Vas era stato ufficialmente dichiarato colpevole di aggressione e abuso su minore e la pena si era aggravata quando erano saltati fuori i video. Come sospettava, Mira non era stata la prima. L'Orco aveva messo gli occhi su altre bambine, che purtroppo non erano state fortunate quanto lei.
Nonostante i controlli, nessuno aveva scoperto l'identità della persona che aveva pubblicato i video, ma al giudice non era sembrato importare. Si era limitato a condannare Vasily Volkov a dieci anni di carcere. Dieci anni.Era stato suo padre, che era andato a presenziare in tribunale seguendo tutto il processo, a dirglielo: mentre la signora D'Abrosca preparava la cena, era entrato in camera sua, si era seduto sul letto e le aveva detto, con quel tono calmo e rassicurante che per Mira era tutto, che l'Orco non avrebbe fatto più del male a nessuno.
Mira aveva annuito, sapendo che suo padre aveva colto un pensiero intenso, dietro i suoi occhioni neri, puntati sulla coperta pelosa. Le aveva chiesto di esprimerlo ad alta voce e lei aveva ubbidito, dicendo solo sei parole: «Spero che ci muoia, lì dentro.»Mira si guardò attorno. Vagò con occhi titubanti, prima sul sentierino di ghiaia che portava allo stagno delle tartarughe, poi si diresse verso una zona che conosceva molto bene, tra l'altro l'unica da cui sembravano provenire voci e rumori. I suoi occhi si posarono sulla cima del pipe più alto, dove un gruppetto di adolescenti stava provando a turno alcuni trick.
Mira si avvicinò a osservarli; il primo della compagnia era, evidentemente, il più spericolato. Era facile distinguerli, ce n'era almeno uno in ogni banda di skaters: niente ginocchiere, niente caschetto, sempre in cerca della massima attenzione, anche a costo di farsi male... le ricordava tanto...«Ti avevo detto di non venire qui da sola!» un'ombra prese forma sul terreno, oscurando l'erba. Luca si materializzò alle sue spalle e Mira si rilassò quando avvertì la sua presenza. Non si voltò, annuì e basta, certa che lui avrebbe captato il segnale. Aveva iniziato a rispondere a gesti, sia a lui che a tutti gli altri, e la cosa aveva infastidito il ragazzo all'inverosimile, forse perché lo riteneva un gesto di chiusura nei suoi confronti. O forse perché odiava che lei lo ponesse allo stesso livello di tutti gli altri. «Soprattutto a quest'ora.» aggiunse, irritato.
Quando Mira in risposta scrollò le spalle, l'ombra sul terreno parve inglobarla e in un attimo Luca fu di fronte a lei, coprendole la visuale sugli skaters. «Mira, parlo sul serio. Non fami incazzare.»
La ragazzina inclinò il collo all'indietro per guardarlo negli occhi. «Non ho fatto niente per farti incazzare.»
«Ah no?» Luca la squadrò dalla testa ai piedi. Doveva aver terminato da poco gli allenamenti, perché profumava di doccia e i suoi capelli color nocciola erano ancora umidi sulle punte. Le ciocche gli si erano incollate alla fronte, forse per colpa del casco. Sembrava un fotomodello, uno di quelli che sarebbero stati bene sulla cover di una rivista per teenagers, belli e abbronzati. E incazzati. «Che ti farebbero i tuoi se scoprissero che te la svigni quando sono a cena da mia madre?»
«Non lo scopriranno, a meno che qualcuno non faccia la spia.» le sfuggì, sbottando e tornando a guardare i ragazzi che si allenavano.
«Sto mettendo a rischio anche la mia incolumità, proteggendo il tuo segreto.» ribatté Luca. «Dopo quello che è successo, se mia madre viene a sapere che ti copro mi ammazza.»
«Vattene a casa allora, se tua madre ti fa tanta paura!»
«Ehi!» le dita di Luca le afferrarono la mascella, obbligandola guardarlo di nuovo. «Non parlarmi così. Non lo fare. Ci siamo capiti?»
Mira deglutì e rimasero a fissarsi per un secondo di troppo. Poi la mano del ragazzo la lasciò andare e Luca fece un passo indietro. A Mira non sfuggì il modo in cui si guardò attorno, con nervosismo. Interessante come tutto fosse cambiato nel giro di un paio di mesi.
C'era un tempo in cui Luca la prendeva in giro con la sua stupida banda, qualche volta erano capitate spintarelle, oppure le sgraffignava un libro dalle mani e lo teneva sollevato per non farglielo riprendere, mentre ora... ora non si permetteva nemmeno di sfiorarla e quando capitava, che fosse per ammonirla o per proteggerla, Mira scorgeva sempre nei suoi occhi paura e rimorso.
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Nome In Codice: H.A.C.K.E.R. - Il Gioco di Sigma ۞ BONUS CHAPTER ۞
Romance۞ Secondo volume della Saga del Dark Web ۞ Sono trascorsi diciotto mesi dalla cattura di Lican e Mira è andata avanti con la sua vita: finalmente è pronta ad affrontare una nuova avventura, lontana da casa e da tutti i suoi affetti. Eppure, pare che...