TRE.

17 1 0
                                    

Di solito rifiuto l'offerta di Bryce di accompagnarmi a casa, sono solo un paio di isolati. Ma stasera ho addosso una strana sensazione di angoscia e non mi va di camminare da sola di notte. E' tutta colpa di quello che è successo poco fa al locale. Non ho capito se fosse solo lo stupido gioco perverso, di uno stupido ragazzo da cui mi sono fatta assoggettare, oppure se c'è qualcosa di più. In ogni caso, avere vicino Bryce mi fa sentire al sicuro e gli sono grata per questo.
Una parte di me, però, freme di rabbia per tutta questa situazione. E' mai possibile che una ragazza debba assoldare qualcuno per poter tornare a casa serena, senza dover avere paura di possibili psicopatici pronti a importunarla ? Sbuffo irritata e mi stringo di più nel cappotto.
Notando i miei gesti Bryce si gira a guardarmi.

<<Sicura che sia tutto a posto ? Mi sembri strana>>
Inclina il viso per osservarmi meglio.

<<Si non ti preoccupare, sono solo stanca>> cerco di rassicurarlo, sorridendogli leggermente.

<<Allora.. Non mi hai detto che libro stai leggendo tu>> devio l'attenzione da me, sperando che non insista oltre. Fortunatamente sembra credere al "sono stanca" e inizia a parlarmi del nuovo romanzo che sta leggendo e di cui è molto entusiasta.

In giro non c'è nessuno oltre a noi ma, durate la settimana, è normale. A quest'ora, in questo quartiere, sono tutti a casa a riposare. Il Dark è l'unico locale "notturno" della zona. Praticamente siamo gli ultimi a chiudere. Gli unici rumori che si sentono, provengono dalla strada principale dove ogni tanto passa qualche macchina, mentre qui, tra le stradine residenziali, tutto è fermo. L'aria è calma, ma fredda. In cielo la luna illumina alcune nuvole, forse domani pioverà.

<<Eccoci è questo>> dico, indicando l'edificio di mattoni grigio alla nostra destra.

Mentre tiro fuori le chiavi dalla borsa, Bryce spinge in avanti il cancelletto cigolante, facendomi cenno con la mano di andare avanti. Saliamo i gradini in silenzio e, una volta arrivati in cima, apro il portone cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare i vicini.

<<Grazie mille per avermi accompagnata>>, bisbiglio.

<<Buonanotte Bry>>

Premo la spalla contro il legno scuro della porta per entrare, ma lui allunga un braccio e mi afferra il bordo del cappotto fermandomi.

<<Aspetta !>>, esclama in un sussurro.

<<Mi chiedevo.. Magari una sera di queste possiamo vedere insieme il film del Canto di Natale>> pronuncia a testa bassa, massaggiandosi la nuca con la mano libera.

Automaticamente mi viene da dire: "Dovresti leggere prima il libro, Bryce" ma, quando i suoi occhi cobalto incontrano i miei, capisco che è nervoso e le parole mi muoiono in bocca. Ha gli angoli delle labbra girati verso l'alto in un sorriso controllato e le guance leggermente scarlatte. Se dessi voce al mio primo pensiero, forse lo prenderebbe come un rifiuto..
Ma un rifiuto a cosa ? Lo considera una specie di appuntamento ?
Questo spiegherebbe il suo comportamento agitato.
E se così fosse, cosa risponderei ?
Ci sto pensando troppo.

<<Cioè solo se ti va.. Insomma non sentirti obbligata. Se non vuoi non fa niente. Era solo per..>>, sospira teso passandosi una mano sul viso, lasciando la frase in sospeso.

<<No no.. Cioè, si mi va>> rispondo infine, leggermente in difficoltà, accennando un sorriso. Ed è vero, mi piacerebbe passare del tempo insieme a lui. E' sempre stato carino e gentile nei miei confronti, solo che non penso che per me abbia lo stesso significato che, immagino, abbia per lui.

Piacevolmente sorpreso, ricambia il mio sorriso.

<<D'accordo. Bene ehm.. Ci vediamo domani a lavoro>>, dice sporgendosi verso di me.

ZETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora