Ormai erano passati già 5 mesi dall'incidente di Annika. I 5 mesi più difficili di tutta la mia vita.
-Tom- Bill entrò nella mia stanza.
Girai la testa verso di lui e lo guardai. Credo che fossi in condizioni completamente pessime, ma non potevo farne a meno.
-Abbiamo un'intervista fra poco, dovresti venire- disse
Partecipavo a veramente poche interviste in quel periodo, perché volevo evitare le domande su di lei, mi avrebbero distrutto.
-Per cosa? Ascoltarli chiedermi di lei?-
-Tom, ti prego, esci un po', mi sto seriamente preoccupando per te- disse
-No Bill, mi dispiace, non voglio uscire- risposi io.Dopo qualche altra prova, si rassegnò e mi lasciò solo in camera. La maggior parte di noi ormai avevano perso le speranze che lei si risvegliasse. Loro probabilmente non la conoscevano bene, lei non avrebbe mai lasciato andare.
Solo una chiamata.
La mia vita dipendeva da quella.
Una
Chiamata.Come sempre, mi buttai sul letto e pensai a tutti i momenti che io e lei avevamo vissuto, momenti felici, imbarazzanti, tristi, divertenti e romantici. Mi mancava la sua risata, mi mancavano i suoi baci, i suoi abbracci e la sua voce, mi mancava da impazzire. Chiusi gli occhi e delle lacrime scesero da essi. Mi alzai dal letto e decisi di tornare da lei. Questa volta decisi di mettercela tutta per far si che si svegliasse.
Arrivai e entrai nella sua stanza. Mi sedetti nel mio solito posto e la guardai. I suoi bellissimi capelli neri ricci, ormai tendenti al mosso, che le coprivano un po' di viso. Il suo viso perfetto.
-Okay, Annika ascoltami, io sono qui. Ti prego svegliati, perfavore- continuai fino a quando un dottore non entrò nella stanza e mi chiese di uscire un secondo per darle i medicinali. Cazzo, perché non si svegliava, perché?
Iniziai a disperarmi ma poi sentii il dottore stupirsi e uscire dalla stanza a chiamare un altra dottoressa.
Chiesi cosa stesse succedendo ma nessuno mi rispose, quindi andai davanti alla porta e la vidi, vidi Annika con i suoi bellissimo occhi verdi aperti.
Rimasi a bocca aperta e poi i dottori mi dissero di entrare.-Tom?- farfugliò lei vedendomi
-Si, sono io- dissi con le lacrime a gli occhi
-Cosa è successo, perché sono qui?- chiese confusa.
Delle lacrime percorsero il mio viso, ma lei le asciugò con i suoi pollici.
-Hai fatto un incidente- le spiegai, ora stavo piangendo veramente forte.
-Per quanto sono stata qua?- continuò a chiedere.
-Per 5 mesi, i peggiori di tutta la mia vita-
Mi avvicinai a lei e la abbracciai.
-Gesù quanto cazzo mi sei mancata- dissi nel mezzo dell'abbraccio singhiozzando un pochino.
Una volta che ci fummo staccati lei si avvicinò a me e mi baciò. Quanto mi era mancata, tutto di lei mi era mancato. Le lacrime si stavano versando automaticamente dai miei occhi.
-Ti amo, Annika- dissi
-Ti amo anche io Tom- disse lei sorridendo.Dopo poco Lena e gli altri arrivarono e la salutarono. Purtroppo dovemmo andare via prima del solito, dovevano farle dei controlli, ma cazzo, era sveglia, ce l'aveva fatta. Una volta in macchina, mi appoggiai al finestrino e sorrisi, finalmente era tornata da me.
*ANNIKA*
-Qual'è l'ultima cosa che ricordi, cara?- mi chiese una dottoressa facendomi dei controlli.
-Eh..- pensai a fondo
-Uno schianto- risposi dopo aver riflettuto per bene.
-Okay, va bene-
-Ti ricordavi di tutte le persone che ti sono venute a trovare?- domandò.
Che domande, certo che si!
-Si- risposi
-Perfetto, allora non ci sono molti problemi, ce l'hai fatta, congratulazioni!- disse sorridendomi, le sorrisi anch'io e poi lei mi suggerì di dormire un po', e così io feci.-Oddio, quindi sta bene, si sveglierà completamente, giusto?- sentii delle voci vicine a me e così mi svegliai.
Erica stava parlando con la dottoressa e accanto a loro c'era anche Clea, una nostra amica in comune.-Si, si rimetterà in qualche settimana.- rispose la dottoressa. Delle lacrime scesero dagli occhi di entrambe le mie amiche e poi la dottoressa mi rivolse lo sguardo.
-Buongiorno cara, come ti senti?- chiese avvicinandosi.
-Bene, bene- risposi ancora assonnata.
-Perfetto, allora vi lascio sole- sorrise e poi uscì dalla stanza.
-Oddio Annika!- Erica mi saltò addosso.
-Scusa se ieri non sono venuta, non ho fatto in tempo- continuò abbracciandomi. A quell'abbraccio si aggiunse anche Clea. Lei era cambiata veramente molto dall'ultima volta che l'avevo vista, aveva i capelli neri lisci e vestiva con essenzialmente pochi colori.-Ciao Annika- disse piangendo
-Ciao Clea!- esclamai
-Non ci fare mai più una cosa del genere, chiaro?- disse Erica che a quel punto sarebbe anche potuta affogare nelle sue stesse lacrime.
-Chiaro.- sorrisiStettimo insieme la maggior parte del pomeriggio, poi la dottoressa entrò nella stanza.
-Sai, il tuo fidanzato è proprio qua fuori, posso farlo entrare?- chiese
-Certo- sorrisi, anche se poco dopo ripensai a come lo aveva chiamato, il mio fidanzato. Non lo avevo mai nominato in tale modo quindi suonava un po' strano.
Tom entrò nella stanza e si sedette sul mio letto.
-Hey, come va?- chiese
-Sto bene, grazie di essere venuto- risposi
-Sempre per te-
Dopo queste parole, lo avvicinai a me e lo baciai. Era vero che apparentemente per 5 mesi io avessi più o meno dormito, ero in coma, e che a me sembrava essere passato soltanto poco tempo, però sentivo il bisogno di baciarlo, di tenerlo a fianco a me e di non lasciarlo più.Parlammo e parlammo tutta la sera, e nel pomeriggio si aggiunsero molte persone a noi, i miei fratelli con la mamma, i nonni, i miei amici di scuola, tutti mi vennero a trovare. Tom, anche se tutte queste persone avrebbero voluto parlare con me magari in privato, stette accanto a me tutto il tempo.
Lo amavo per questo dopotutto.
-Quanta gente, quante persone conosci- chiese fingendosi annoiato. Ridacchiai e lo guardai profondamente, quanto cazzo era bello.
-Mi sei mancata tantissimo ann- disse tornando serio e continuando a guardarmi.
-Anche se a me sembra passato molto meno, mi sei mancato anche tu, tanto- sorrisi e poi sorrise anche lui.*Fine capitolo XI*
1009 parole
Eccolii, il dramma è passato
per ora, hahah
ciaoo💋
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Quel bastardo del tuo sorriso-Tom Kaulitz
ChickLit-Annika, giusto?- chiese -Giusto.- risposi -È un bellissimo nome- continuò Sapevo che stava cercando di tirarmi su il morale, ma sapevo anche che ci stava stava anche riuscendo. -Grazie- sorrisi.