XVI

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Loro entrarono in macchina e io li salutai ancora una volta con la mano, poi rientrai in casa e andai nel bagno. Mi feci una doccia molto veloce e mi vestii in fretta, per poi sentire la porta di casa spalancarsi. Corsi subito a vedere cosa fosse successo e chi avesse aperto e quando vidi mia madre mi tranquillizzai.

-Cosa? mamma? che ci fai qui??- sospirai
-Aspetta, non sono sola amore- disse lei.
Io la guardai confusa e lei entrò in casa con un uomo dietro.
-Ciao, io sono Leon- si presentò lui.
Era alto, più grande di me forse di 5 anni.
Vestiva stretto e con pochi colori, se non il rosso scuro. I suoi capelli erano neri e di media lunghezza e la sua voce era molto bassa. Guardai lui e poi ancora mia mamma e lei si decise ad aprir bocca.
-Leon, lei è mia figlia, Annika- mi presentò.
-Annika, lui è il mio figliastro, Leon- presentò lui stavolta.

La guardai con gli occhi spalancati e lei li assottigliò come per cercare di capire la mia reazione.

-Lui è il tuo cosa?- dissi un po' arrabbiata
-Amore, non ci sentiamo da moltissimo e tante cose sono cambiate- spiegò guardandomi dispiaciuta. Era vero, non ci sentivamo da tantissimo in realtà però non mi sarei mai aspettata questo. La guardai con la bocca aperta e poi lei riprese a parlare.
-Mi sono fidanzata ann, ho trovato un uomo che mi ami per quella che sono e Leon è suo figlio, nonché anche il tuo fratellastro- Il mio sguardo ricadde ancora una volta sull'uomo di fronte a me. Mi stava guardando anche lui sorridendo.
-Beh piacere- disse anche se un po' a disagio. Mi porse la sua mano e io la presi e la scossi, poi mia mamma ci staccò e cominciò a parlare.

-Bene, ora, amore potresti ospitare me, Leon e suo padre per qualche giorno?-
La guardai alzando le sopracciglia.
-Non lo so, non sono la sola che vive qui mamma, devo avere anche il parere di Tom- risposi seria. Lei mi guardò e poi aprì la bocca come per iniziare una frase ma la richiuse poco dopo, probabilmente non sapendo cosa dire. Io feci un grande respiro e poi li invitai a sedersi in salotto.
-Tom dovrebbe tornare fra poco, potete aspettare qua senza problemi- dissi sorridendo. Mia mamma ricambiò e il mio sorriso mentre Leon esaminò casa mia.
-È una casa molto bella- osservò. Sorrisi al suo commento e lo ringraziai.
I minuti passarono molto in fretta e in termine di poco la porta si riaprì.
Tom entrò tranquillamente in casa ma non appena chiuse la porta notò gli "ospiti" seduti sul nostro divano di fianco a me. Io mi alzai e gli andai incontro, mettendomi accanto a lui.

-Leon, lui è Tom, il mio compagno- lo presentai. I due si salutarono e poi anche Leon si presentò.
-Io sono Leon e sono il figlio del compagno della madre di Annika-
Tom lo guardò confuso e io risi alla sua espressione contagiando tutti nella stanza. Poco dopo mia mamma spiegò a Tom come stessero le cose e gli domandò se potessero restare.
-Ah per me non c'è problema, direi che va assolutamente bene- sorrise guardandomi, cercando un segnale di approvazione nel mio sguardo. Sorrisi lateralmente e poi gli presi la mano e la incastrai con la mia. Ci sorridemmo e poi ci ricordammo che mamma e Leon erano davanti a noi e ci stavano fissando.
Risi inseme a Tom ma non lasciai la sua mano, lo trascinai solo con me sul divano di fronte ai nostri ospiti. Parlammo e io e mia mamma ci raccontammo moltissime cose, lei mi spiegò quanto innamorata fosse e io fui veramente felice per lei data la sua tranquillità, poi io le dissi quanto fossi fiera di Ella e del modo in cui stesse crescendo e lei sorrise a sua volta pensando alla piccola.

Anche Tom e Leon parlarono molto, inizialmente sembravano piacersi, quindi fui contenta anche di questo.

-Tom, la vado a prendere io Ella?- chiesi
dopo qualche ora.
-Come vuoi- rispose
-Se preferisci stare qui vado io- continuò.
Io scossi la testa.
-Vado io, mamma, Leon, ci vediamo fra poco- sorrisi.
Salutai tutti con la mano e lasciai un bacio sulla guancia a Tom, poi uscii di casa e entrai in macchina.
Arrivai davanti alla sua scuola e uscii dalla macchina per aspettarla. Arrivò
poco dopo e mi corse in contro.

-Mami!- esclamò abbracciandomi
-Ciao piccola!- dissi dandole un bacino
-Vieni, a casa c'è una sorpresa- le dissi staccandomi dall'abbraccio.
Lei saltellò in macchina e mi raccontò della sua giornata per tutto il viaggio.
Amavo quando lo faceva, mi sembrava di essere stata con lei tutto il giorno.

-Pronta?- chiesi
Lei annuii e poi io aprì la porta di casa.
-Nonna!- corse subito ad abbracciarla.

Loro due avevano un rapporto speciale.

-Ciao piccola mia!!- la abbracciò mamma.
Sorrisi alla vista di loro due e poi mi avvicinai a Tom che si era alzato e si stava dirigendo a sua volta verso di me.
Gli mostrai il mio sorrisone e feci sorridere anche lui.
-Ti amo- gli sussurrai
-Ti amo anche io- sussurrò anche lui

-Che vogliamo fare?- chiesi dopo un po'
-Lo so io!- esclamò Ella
-Continuate la storia!- continuò sorridendoci. Io e Tom ci guardammo e poi ridemmo.
-Ma loro non sanno l'inizio- dissi fra le risate e mettendo Ella seduta sulle mie gambe. Lei fece spallucce.
-Vabbè dai, per favore!- fece gli occhioni.
Io riguardai Tom che sospirò arreso.
-Va bene dai- disse lui.

-Siii! graziee!- disse abbracciandomi dato che ero la più vicina a lei.
Sorrisi e la abbracciai anche io.
Poi il mio sguardo ricadette di nuovo su Tom,  che iniziò a parlare. Fece un breve riassunto agli ospiti e poi continuò.

                                  ****

Mi svegliai prima di lei, la guardai qualche secondo sorridendo, poi mi alzai e mi vestii. Andai a casa e le scrissi un messaggio dicendoglielo.
'Bellissima, sono tornato a casa, ci vediamo dopo'
Sapevo che quel giorno avrei dovuto parlare con i miei genitori.
Lo dovevo fare.

-Tom- sussurrò Bill vedendomi entrare in casa. Lo guardai e poi mi avvicinai a lui.
-Ciao Bill- sorrisi.
Lui sorrise a sua volta e poi ricominciò a parlarmi.
-Hai intenzione di parlargli oggi?-
-Si- risposi sicuro
Lui annuii come per approvare la mia scelta e poi andò in cucina seguito da me.

Facemmo colazione a parlammo, questo non succedeva spesso, quindi mi godei il momento e basta.

-Tom!- esclamò la voce di mia mamma dal salotto.
La guardai avvicinarsi e poi mi alzai dalla sedia in cui mi ero seduto.
-Mamma- dissi
-Dove diavolo sei stato? potevi avvertire!-
-Dalla mia ragazza- risposi guardandola
-La tua ragazza?- disse confusa
-Esatto, la mia ragazza.-
-Ho bisogno di parlare con te e con papà-

Lei annuii e poi si sedette sul divano, probabilmente ancora confusa dal fatto che io avessi una ragazza.

*Fine capitolo XVI*
1144 parole
Rieccomii!
Scusate, pubblico meno del solito, lo so!

Quel bastardo del tuo sorriso-Tom KaulitzDove le storie prendono vita. Scoprilo ora