1- I reietti si riuniscono...Mondo dell'Annwn...
In quello che era l'Annwn, ovvero gli inferi della mitologia celtica, composto da un fitto dedalo di celle per rinchiudere gli esseri impuri mortali e non. Le celle erano a poca distanza l'una dall'altra, composte da una roccia rossa e da delle sbarre di un materiale noto solo agli dèi. Esso comprendeva vari livelli di detenzione delineati dalla pericolosità del prigioniero. Nel mondo dell'aldilà si erano introdotte due entità, che non sembravano avere buone intenzioni. La prima figura si presentava vestita con una tunica e un mantello entrambi neri, quest'ultimo copriva il suo capo e portava anche dei sandali di legno. La sua pelle era visibilmente molto pallida, tanto da sembrare quella di un cadavere. Ciò faceva risaltare i suoi indumenti, i suoi lunghi capelli e la sua vispa barba, sempre dei medesimi colori. Nella sua mano sinistra, teneva stretto uno scettro composto interamente da ossa di varie dimensioni e che sembravano umane; sulla sommità di esso vi era lo scheletro di una mano che reggeva una gemma rossa, molto somigliante ad un rubino. Il suo sguardo era cupo e minaccioso come quello della seconda figura, che al contrario della prima sembrava avere un aspetto più femmile. I suoi indumenti erano malridotti, la sua pelle squamosa, i suoi capelli crespi e presentava delle corna sulla testa. La cosa che spiccava di più era il suo aspetto bagnaticcio. Anche lei possedeva degli accessori come un anello nella mano sinistra e un bastone di legno zuppo nella mano destra. I due sconfissero i vari guardiani del posto senza alcuna fatica.
Si fermarono dinanzi ad una cella. Dentro vi era rinchiuso un uomo malconcio, incatenato, che alla vista delle due entità rabbrividì. Il cupo individuo ruppe le sbarre della gabbia con il suo scettro, facendosi subito dopo avanti. L'uomo sembrava spaventato.
- Non devi avere paura di me, sono qui per offrirti il mio aiuto!- Disse con voce altisonante la cupa figura.
- Cosa?- Domandò l'uomo.
- Mi presento, sono Donn, il dio della morte e lei Domnu, la dea degli abissi! Abbiamo visto di cosa sei capace con i giusti poteri... Douglas!-
- Non voglio saperne più nulla! Quel potere mi ha rovinato l'esistenza!- Sussultò Douglas.
- Quel cosiddetto "Portatore di equilibrio" disperde molta energia nei suoi allenamenti! Energia che io mi premuro di raccogliere!- Disse Donn ridacchiando e aggiungendo: - forse dovrei dartela per farti assaporare del potere!-
- Non ci pensare neanche, non mi unirò mai a te!- Esclamò Douglas.
Domnu con scatto fulmineo tolse le catene al prigioniero, tenendolo e impedendogli la fuga con il suo bastone.
-E' tutto tuo Lord Donn!- Proferì Domnu.
Così il dio della morte conferì al mortale il suo vecchio potere e con esso anche le sue vecchie sembianze grottesche come: muscolatura molto accentuata, ali giganti da pipistrello sulla schiena e vari tratti che lo facevano assomigliare ad un demone.
- Finalmente sono tornato!-
- Sapevo che ti avrebbe rinfrescato la memoria! Ora ti unirai a noi, giusto?-
- Ma certo, non vedo l'ora di schiacciare Alwyn come un moscerino!-
I tre si fecero strada tra i guardiani giunsero al livello di detenzione maggiore e in seguito alla cella desiderata. Questa volta ad essere prigioniero non era un mortale, ma una divinità.
- Alzati pelandrone!- Urlò la dea degli abissi al prigioniero sdraiato sul suo giaciglio di legno.
- Chi va là! Chi osa disturbare il sonno del grande Gwydion, il dio dell'inganno e della magia!?-
- Vedo che la permanenza in questo posto ha lasciato intatto il tuo caratterino!- Disse Domnu.
- Acida...Esattamente come ti ricordavo Domnu!- Esclamò Gwydion.
Il dio indossava abiti principeschi, accompagnati da un mantello verde. I dettagli più evidenti erano i suoi occhi lucenti, la sua vistosa capigliatura castana ben messa, come la sua barba.
- Non cincischiamo troppo!- Esclamò Douglas, distruggendo le sbarre con un colpo di energia oscura. Gwydion, una volta libero, poté evocare la sua arma, grazie all'assenza del campo di inibizione di potere all'interno delle celle. La sua arma era una sciabola con una gemma a forma di stella a otto punte sotto l'impugnatura della sciabola, che serviva ad attivare gli incantesimi del dio.
Senza perdere tempo i quattro si diressero dall'ultimo dio da liberare. La suddetta cella era totalmente blindata con un materiale più resistente rispetto alle altre sbarre.
- E' fortificata!- Disse Gwydion.
- Hanno imprigionato bene Cernunnos, il dio cornuto, la cui forza è magistrale! Non c'è che dire!- Constatò Domnu.
Lord Donn si avvicinò alla porta a passo spedito alla porta della cella. Poi stringendo i denti e oscillando il suo bastone, attinse al suo immenso potere. La porta blindata strisciò in avanti piano piano, provocando un gran trambusto per poi schiantarsi per terra.
La cella era buia, ma si poteva scorgere perfettamente la figura di Cernunnos, una divinità dal corpo di una bestia, dotato di due corna sulla testa e un'armatura grigiastra con dei dettagli verdi. Il dio però, era intrappolato in un intreccio di catene. All'improvviso la bestia emise un ruggito.
- Bene! Ottimo! La tua eccezionale forza ci sarà utile, la tua spaventosa forza!- Disse Donn, liberando il mostro dalle sue catene. Cernunnos appena liberato si gettò su Douglas e Gwydion provando a strangolarli. Il tentativo venne arrestato da Donn, che con un semplice tocco immobilizzò Cernunnos. Successivamente, con uno sguardo, esso applicò alla bestia un effetto di ipnosi, che implicò il completo controllo della stessa.
Dopo ciò un ghigno si costruì sulla faccia di Donn, compiaciuto.2- La guadagnata libertà
La squadra degli dèi reietti era ormai al completo. Essa era composta da Donn, il dio della morte a capo della brigata, Domnu, dea degli abissi, dal carattere serpentino, avente un prezioso e misterioso asso nella manica; dal dio dell'inganno, nonché stregone, Gwydion, potente, quanto arrogante e ultimo, ma non meno importante Cernunnos, il dio bestia.
La libertà e il futuro di questa banda reietta aveva solo un ostacolo dinanzi a sé, ossia Arawn, il dio guardiano degli inferi e i suoi guardiani.
- Non canterei vittoria troppo presto se fossi in voi!- Esclamò Arawn.
- Tu credi? Povero sciocco!- Denigrò Donn aggiungendo:
- Fategli sapere cosa sapete fare, Reietti!-
Il gruppo di insorti sbaragliò la scorta di guardiani di Arawn, tra attacchi magici di Gwydion e colpi violenti di Cernunnos. Domnu tirò fuori la sua arma segreta. Si strofinò l'anello, facendo fuoriuscire un altra bestia di grandi dimensioni. Skayler, un gigantesco serpente argenteo di un lunghezza di 20 metri, che avvinghiandosi da Arawn gli rese impossibile ogni movimento.
- Che mi dici ora, Arawn? Sei impressionato?- Sollevò Domnu.
- Maledetti!-
I reietti erano usciti vittoriosi. Avevano sopraffatto Arawn e i suoi guardiani. Per la squadra di reietti si presentavano tre nuovi avversari: il dio padre Dagda, il suo cinghiale Beleno e la dea madre Dannan. Un nuovo scontro ebbe inizio. Dannan, Beleno e Dagda contro i reietti...
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LAME GEMELLE 2 - LA MINACCIA DEGLI DÈI REIETTI
FantasySiamo un anno dopo alle vicende di "Lame Gemelle" , qui Owen e Beatrix si sono sposati e hanno avuto la loro prima figlia e molte cose sono cambiate, nel mentre Alwyn si è allenato per un lungo lasso di tempo con Dagda per controllare il suo potere...