Capitolo 5

3 0 0
                                    

La festa della sera precedente la ricordai a malapena al mio risveglio, e mi ripromisi di non andare mai più a feste del genere, tutta colpa di Paul.

Iniziai a prepararmi, mia zia Caren sarebbe giunta fin qui da Parigi solo per vedermi, ero la sua unica nipote, e avremmo cenato in uno dei suoi posti preferiti.

Il cielo era ormai diventato scuro, ma i grattacieli di Manhattan erano ben illuminati, e davano alla città quel senso di lusso che si mescolava all'intrigante mistero, e ai party che avrebbero dato il via di lì a poco.

1 East 55 th Street, New York City

<<Questo bar è il migliore in tutto New York!>> il sorriso sulle sue labbra lasciava trapelare qualcosa che non riuscivo ad interpretare del tutto. Che fosse fiera di quel bar lo sapevo bene, ma sapevo anche che il The Polo Bar appartenesse al famosissimo stilista Ralph Lauren, la quale mia zia Caren ha un'intera cabina armadio con i suoi vestiti firmati. Lei pensa di dovergli molto al caro Ralph, solo perché lei e mio zio si sono conosciuti all'interno di questo bar, pazzesco!

<<Allora zia, come mai oggi siamo venute a pranzo qui?>> ogni volta che viene a New York me ne parla e ci teneva moltissimo a portarmi qui, ma mi chiedevo perché lo abbia fatto proprio oggi <<Oh cara>> bevve un sorso del suo vino bianco <<Voglio che vieni a stare a Parigi con me>> stavo per addentare il buonissimo manzo che avevo davanti ma mi bloccai e aspettai che continuasse <<Io e tuo zio Carl ci siamo conosciuti qui>> osservò sognante quel posto con le travi in legno definite, le luci e i quadri che ritraevano dei fantini a cavallo, immaginando sicuramente di ritrovarsi negli anni 80', nel giorno esatto in cui conobbe mio zio Carl <<Questo è un posto magico Dion! Guarda che atmosfera, le luci soffuse, i divanetti, l'odore selvatico di pino bianco addolcito dal profumo delle cheese-cake al cioccolato>> si strinse nelle spalle <<Zia Caren, hai ragione, questo bar è davvero fantastico, come lo hai sempre descritto>> con la forchetta avvicinai alle labbra il pezzo di manzo <<Ma non capisco perché debba venire a Parigi, quando io vivo a New York>> finalmente addentai il manzo e lo masticai con gusto, era buonissimo <<Sono l'unica della famiglia ad esserti rimasta, l'unica che può vegliare su di te ed evitare che tu conosca brutta gente nei locali notturni che frequenti con le tue amiche>> il suo volto s'incupì e il boccone mi andò di traverso restandomi incastrato in gola, non riuscendo a respirare tentai di darmi dei colpetti da sola sulla schiena, invano, pensai che stessi per morire soffocata da un pezzo di manzo alla brace, buonissimo, ma all'improvviso la stessa persona che ha tentato di uccidermi mi diede un colpo deciso sulla schiena, salvandomi. <<Tesoro, ricomponiti, ti prego>> respirai a pieni polmoni e poi sorseggiai tutto il vino presente nel mio bicchiere, poi mi decisi ad affrontare mia zia Caren. Ma invece, fu lei ad affrontare me <<Non fraintendermi cara>> adagiò le mani intrecciate sul suo grembo <<Voglio che ti diverta con le tue amiche, ma non che frequentiate posti che ti faranno incontrare persone che ti possano far stare male, come fece un giorno tuo zio Carl con me, per questo voglio che tu venga a Parigi con me, nella città dell'amore>> il suo sguardo era triste e arrabbiato e a me venne una morsa allo stomaco, e in mente mi corsero decine di immagini su cosa sapesse mia zia e se mai abbia parlato con le mie amiche, possibile che si riferisse a Nick? Nemmeno lo conoscevo, ci ballai una volta soltanto ed è finito tutto là, ma che gli prendeva a tutti? <<Zia, sarò sincera con te, e vorrei che tu lo sia con me>> il suo sguardò divenne serio e concentrò tutta la sua attenzione su di me <<Vado ancora al college, ho ancora molta strada da fare e credimi, alla Brown non è di certo una passeggiata, e in più vorrei cercare un lavoretto>> il suo sguardo era ancora puntato su di me, impassibile <<So che chiunque pagherebbe per vivere la storia che avete vissuto tu e lo zio, anche se poi è finita malamente>> mi passai la lingua sulle labbra secche <<Ma?>> la guardai frustrata <<Ma non ho proprio voglia di venire a Parigi aspettando di incontrare il vero amore, io sto bene qui, sto studiando e ho delle amiche fantastiche che farebbero di tutto per me>> non accennai nulla sulla teoria del nonno, dalle sue labbra ne uscì uno sbuffo <<E' New York la mia casa>> mi guardò dritto negli occhi <<Suvvia! Non hai di certo bisogno di lavorare! Credi che andare a ballare in discoteche e frequentare gente di cui solo Dio sa di cosa è capace possa farti stare bene, possa farti stare al sicuro? Questa città è troppo grande per una ragazza come te Rose!>> la guardai sconvolta ma di che diavolo sta parlando? <<Zia perdonami ma non so di che stai parlando>> si versò dell'altro vino <<O io credo di sì, invece>> la fissai senza capire e aspettai che continuasse <<Mi ha chiamato una persona che non sentivo da moltissimo tempo, James, riferendomi che la mia cara nipotina frequenta gente non proprio tranquilla, e che tuo nonno non sarebbe stato per niente fiero di te>> mi sentii raggelare <<Rose, la morte prematura di tuo nonno>> il suo respiro si smorzò <<Mio padre, ha lasciato una bella ferita profonda in tutti noi, ma questo adesso non giustifica i nostri comportamenti>> ma come si è permesso di chiamare mi zia, e poi per dirle cosa? Non potevo tollerare che si parlasse del nonno in questo modo! Solo per farmi sentire in colpa su qualcosa che non avevo nemmeno fatto! <<Sto solo cercando di dire, che questo Nick non si meriti una ragazza per bene come te, e con un passato orribile>> mi alzai di scatto buttando in dietro la sedia che per poco non cadde a terra, ebbi l'istinto di difendere Nick anche se non lo conoscevo, ma poi ci ripensai, era tutto inutile <<Non sono una bambina, non so nemmeno perché diavolo ti ha chiamato James e per quale motivo tu gli creda, dopo tutto quello che ha fatto a me e il nonno. E adesso vi presentate tutti e due cercando di fare cosa? E chi dà il diritto a James di chiamarti per dirti con chi mi vedo?>> mia zia non parve curarsi del mio scatto, delicatamente si allungò in avanti e prese le mie mani e le strinse dolcemente nelle sue <<Tu meriti qualcuno che si prenda cura di te e che ti dia tutte le attenzioni di cui hai bisogno>> allontanai bruscamente le sue mani dalle mie <<Non verrò a Parigi perché James ti ha detto per solo Dio sa cosa che ho ballato con un ragazzo, che nemmeno vedrò più e non ho bisogno che tu mi venga a fare la ramanzina, non sei mia madre>> detto ciò presi le mie cose e uscii dal locale.

Ti vivrò tra quei ricordiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora