Nel tentativo di rendere vivi i quadri di Vincent Van Gogh. Parole, sussurri, urli, domande, dubbi, spiegazioni, monologhi, vite intrecciate, solitarie su tele espressioniste. Quadri al gusto di Jungkook, Taehyung, Jimin, Hoseok, Namjoon, Yoongi, Se...
Il sapore del nostro primo bacio lo definisti così mentre ancora ti mordevo le labbra.
"Sono nauseante?" ti domandai perché a me il cacao non faceva impazzire.
"No, sai di buono. Sei buono."
E feci scivolare le mie dita sul tuo viso così liscio, così curato da non sembrare reale. Le guance morbide come cuscini di nuvole, la pelle che al tocco sembrava seta e i capelli come batuffoli di cotone che tanto amavi toccare.
Da come ancora ti descrivo si vede come io vedevo te: un anti-stress, la dopamina che mi mandava nel mondo dei sogni senza paure, senza ansie.
La tua lingua sapeva di ciliegie ma il tuo alito di fumo.
Sapevi di fumo quando qualcosa non andava, in realtà.
La vita ti faceva sempre un po' male.
A me la vita non faceva.
Non mi fa un cazzo.
Io la sfotto e tu ti fai fottere da lei.
E avevi questa abitudine Taehyung: valutavi le situazioni in base al sapore. Per te non esisteva il buono e il cattivo, lo sbaglio e la correttezza. Tu vivevi di sapori.
Gli artisti, invece, vivono di colori, un gioco in cui affibbiano alle situazioni, alle persone un colore.
Non avevo mai sentito chi delle persone ci faceva un paragone di sapori.
"Sai di caramello." mi dissi invece quella volta che mi leccasti il cazzo.
L'altra volta ancora in cui facesti lo stesso sul petto sapevo di caffè con tanto zucchero -non quello di canna perché non è abbastanza dolce come quello normale.
Capii che per te stare bene equivaleva al dolce.
Un po' come dopo i grandi cenoni aspetti il dolce.
Tu aspettavi me, il dolce che ti faceva stare bene.
E sai, una volta per essere romantico ti ho invitato a cena in un posto dove la lista dei dolci era infinita. Lo conoscevo perché, da piccolo, i miei genitori portavano lì me e mio fratello che non aspettavamo altro se non la lista dei dolci.
