ARLENE
Esistono due tipi di ragazze nel mondo: le ragazze invidiate e le ragazze che vogliono essere invidiate. Tutte,almeno,una volta nella vita abbiamo fatto parte di una di queste due categorie. Chi voglio prendere in giro? Quelle stronze faranno sempre parte della prima divisione, a differenza mia.
Lo ammetto,nemmeno io vorrei essere me se non fossi me,ma è semplicemente così, da una come me non puoi che aspettarti questo.
È una ruota della genetica e io sono stata sfortunata.
Mi hanno chiamato Arlene,l'incompiuto compreso dei tra Ariana,proposito da mia madre,e Ariel. Ora che ci penso è stata l'unica volta dove mia madre non abbia prevalicato,sconfitto,e buttato in una fossa comune qualcuno,pur di aver ragione. Hanno ,comunque,litigato fino alla fine. Alla fine l'infermiera ha detto: «Arlene,allora?» e loro hanno annuito,titubanti,per evitare il divorzio.
Ovviamente non so davvero quello che si sono detti,ma più o meno sarà andata così. Il punto che dal momento che mi hanno dato il mio nome è stato tutto inevitabile.Non potevo essere dolce o paziente, io sono un disastro da ogni punto di vista,specialmente sociale.
Quello venuto bene è mio fratello Benjamin,o come mi piace chiamarlo, la prima beffa che l'universo mi ha fatto. Lui è perfetto, voti alti ,tanti amici,tanti hobby . Poi ci sono io,dentro la mia macchina,appena sveglia col collo dolorante.
Con un movimento di polso ruoto le chiavi ,con l'altra mano mi massaggio distrattamente il collo. Mi sono addormentata in macchina, di nuovo. Il monitor sopra il volante segna le undici e qualche minuto.
Questo significa:
Uno:ho dormito solo sei ore.
Due:ho perso tutte le lezioni d'oggi.
Tre,ultimo e più importante, sono un cadavere che cammina.Ancora mezza confusa tolgo gli stivali col tacco e li butto sul sedile di fianco al mio. Sono già un pericolo pubblico con qualsiasi mezzo,figuriamoci con un tacco dieci appena sveglia. Dalla borsetta recupero gli occhiali e il cellulare,digito velocemente l'indirizzo del mio appartamento e parto.
Mancano dieci minuti quando il telefono smette di dare le indicazioni stradali ed inizia a vibrare. Con la coda dell'occhio riesco a leggere sul display il nome di mio fratello Benjamin. Me lo sentivo che prima o poi avrebbe chiamato. A malincuore, accetto la chiamata.
Poteva andarmi peggio,poteva essere quella frustrata di mia madre e invece è solo quel esaurito di mio fratello.
«Pronto»
«Dove sei?
«Buongiorno anche a te » lo sbeffeggio. La pagherò cara ,lo so,ma non conosco altri modi per affrontare le persone arrabbiate, se non così. Se esistesse una classifica sulle persone meno serie sulla faccia del pianeta io sarei nella top ten.
«Arlene,è quasi mezzogiorno» riesco a sentire tutta la sua frustrazione,peccato,io sono di così buon umore ,sarà perché c'è il sole e io sono meteoropatica. «Dove sei e non dire bugie,so che oggi non sei stata a lezione,Valentin ti cercava.»
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La morale ha standard estetici
Chick-LitNon fidatevi dei bravi ragazzi,sono sempre i peggiori. Qualcuno doveva dirvelo. Arlene sembra la classica sfigata bruttina che ogni persona ha avuto in classe,e se non l'avevi eri tu. Aiden, lo studente modello,razionale e imperscrutabile,peccato ch...