Quando ho costatato di essere prigioniero, sono stato preso da un'ira
selvaggia. Mi sono precipitato su e giù per le scale, tentando ogni uscio,
guardando fuori da ogni finestra che trovassi; ma, ben presto, ogni mio
sentimento è stato soverchiato dalla consapevolezza della mia impotenza.
Riandando a quel momento adesso a qualche ora di distanza, ritengo di
essere
stato fuor di senno, perché mi sono comportato suppergiù come un topo in
trappola. Pure, una volta convintomi della mia impotenza, mi sono seduto
tranquillamente - sereno come se nulla mi fosse accaduto - e ho cominciato a
riflettere sul da farsi.
Continuo a farlo, e tuttora non sono giunto a una soluzione. Di un'unica
cosa son certo, ed è che è perfettamente inutile parlarne al Conte. Questi sa
bene che sono prigioniero; anzi, siccome ne è lui il responsabile, e avrà i suoi
buoni motivi per farlo, non farebbe che ingannarmi dell'altro se gliene
chiedessi
ragione. A quel che ne capisco, non mi resta che tenere per me quanto so e le
mie paure, e stare con gli occhi bene aperti. Non me lo nascondo: o sono
fuorviato, come un bimbo, dai miei stessi timori, oppure mi trovo in una
situazione disperata; e, qualora sia valida questa seconda ipotesi, ho bisogno,
e
ancor più avrò bisogno, di tutta la mia lucidità per uscirne.
Ero appena giunto a questa conclusione, quando ho udito chiudersi il gran
portone d'ingresso, e ho capito che il Conte era rientrato. Non è venuto subito
in
biblioteca, e allora in punta di piedi son tornato in camera mia e l'ho trovato
intento a rifarmi il letto. Cosa strana, certo, ma non faceva che confermare
quanto avevo fino a quel momento pensato: che non ci sono domestici in
casa.
Quando, più tardi, dalla fessura tra porta e stipite l'ho visto intento ad
apparecchiare la tavola in sala da pranzo, ne ho avuto la riprova ché, se si
dedica egli stesso a queste minute incombenze, è certo che non c'è nessun
altro
che se ne occupi. Questo mi ha dato un brivido perché, se nessun altri è
presente al castello, evidentemente il cocchiere del calesse che mi ci ha
portato
era il Conte in persona. Terribile pensiero! Se le cose stanno così, che
significa
che abbia potuto dominare i lupi, come ha fatto, semplicemente protendendo
in
silenzio la mano? E come si spiega che tutta la gente di Bistrita e i passeggeri
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Dracula
ClásicosTrama Jonathan Harker, in procinto di sposarsi con la fidanzata Mina, si reca in Transilvania dal Conte Dracula per concludere la vendita di una casa a Londra: qui scopre che il Conte è in realtà un vampiro. Dracula parte per l'Inghilterra, lascian...