1.

259 17 0
                                    

Tu: Papà ma che cazzo, non mi serve guardare uno dei tuoi stupidi allenamenti per capire come giocare a baseball! Ti ricordi o no che lo pratico da anni?

Papà: Riley alza il culo e vieni in macchina, vai a prepararti che se tra massimo venti minuti non sei lì ti chiudo in casa per una settimana!

Tu: Argh, quanto ti posso odiare!

Papà: Ti voglio bene anche io piccola!

Cristo. Potevo passare uno dei miei pochi pomeriggi liberi in santa pace, ed invece devo avere quel rompicoglioni di mio padre che mi deve portare in uno dei suoi allenamenti di baseball per mostrarmi come lavora con i suoi ragazzi.

Alcune volte rimpiango di aver consigliato a mio padre di fare il coach.

Insomma, gioco a baseball da anni, a cosa mi servirà imparare nuove tecniche che già conoscerò, stando a guardare in silenzio tutta quella squadra di ragazzini in preda agli ormoni?

Sarebbe meglio utilizzare questi venti minuti per pregare che almeno siano bravi a giocare, ma visto che sinceramente non mi interessa più di tanto, penso che prepararmi sia un opzione migliore.

Non mi trucco quasi mai, quindi non ho sicuramente intenzione di farlo per quest'inutile occasione.

Direi che una bella coda alta e tirata, acconciatura di ogni giorno, sarebbe perfetta.

Perché stravolgere tutti i miei piani per un cazzo di allenamento? Dio.

Pantalone della tuta grigio e felpa verde scuro con il logo della mia squadra. Outfit del giorno, mi sembra perfetto.

Non vedo l'ora di vedere la faccia di mio padre appena vedrà la mia felpa. Io premetto già in partenza che non me la cambio.

Scesi le scale dando un'occhiata all'orario. Ero in anticipo di dieci minuti. Cazzo che mito.

Corsi da mio padre con un sorriso stampato in faccia, giusto per sfotterlo un po'.

Tu: Sono pronta, ed anche con dieci minuti di anticipo. Ora sei tu quello che si deve muovere!

Mi venne da ridere quando passò dal guardarmi negli occhi a guardare la felpa, in loop. Finì poi per alzare le sopracciglia, stufo.

Papà: Ma veramente fai? La felpa della tua squadra di baseball quando stai andando a tifarne un'altra?

Tu: Mettiamo in chiaro le cose, io non sto tifando proprio nessuno, sono stata obbligata a guardare un inutile allenamento.

Mio padre sbuffò alzando gli occhi al cielo. Io trattenni una risata.

Uscimmo entrambi da casa ed in macchina nessuno fra noi due spiccò parola. Si sentivano solo le mie canzoni a palla ed io che le urlavo a squarciagola.

Arrivammo poco dopo, e con giusto due minuti di ritardo.

La squadra era già in campo, e mio padre mi incitò a seguirlo mentre raggiungeva tutti quei ragazzini.

Beh, in realtà ragazzini mica tanto dato che erano alti il doppio rispetto a me, ma quello è un altro discorso.

Papà: Ciao ragazzi, mi raccomando oggi lavorate anche meglio del solito che devo fare una bella figura con mia figlia, Riley. Intesi?

Sorrisi falsamente a tutti mentre annuivano come cagnolini alla richiesta di mio padre.

Tu: Piacere a tutti, io ora vado che sicuramente queste nuove tecniche d'allenamento mi serviranno un casino, vero pá?

Gli sorrisi dandogli due pacche sulla schiena, per poi indietreggiare verso gli spalti.

Tu: Buon allenamento!

Ghignai andandomi a sedere. Non avrei di certo avuto intenzione di seguire quella roba, quindi presi in mano il telefono e cominciai a cazzeggiare scrivendomi con il mio ragazzo, che avrei dovuto vedere oggi pomeriggio se solo non fosse stato per mio padre.

Pensai di invitarlo qui fuori dal campo appena finito allenamento, e per mia fortuna accettò la mia richiesta.

Poggiai il telefono per pochi secondi, per stare attenta alla partita.

Un battitore aveva appena mandato la palla fuorigioco. Cazzo che bel tiro.

Mi promisi di andare a complimentarmi con lui, data la bravura evidente dietro quel colpo.

Fine partita, scesi in campo da mio padre e lo guardai soddisfatta. Cercai con lo sguardo il ragazzo del fuorigioco. Lo avvistai, per poi squadrarlo con attenzione.

Tu: Bel colpo, prima.

Gli sorrisi e lui ricambiò il mio sorriso. Guardai mio padre per poi annuire soddisfatta.

Tu: Bravo, adesso c'è Luca che mi aspetta fuori, posso andare?

Papà: Aspetta che i ragazzi finiscano di cambiarsi e poi vai

Alzai gli occhi al cielo per poi guardarlo male. Ma veramente fa? Vabbè dieci minuti in più non muore nessuno.

Aspettai con il telefono in mano, quando dopo pochi minuti vidi uscire un ragazzo dallo spogliatoio.

Ah! Quello del fuorigioco.

Dopo aver salutato mio padre, si avvicinò anche a me.

X: Comunque piacere Jaden, dovresti venire più spesso qua a vederci sai?

Tu: Vedrò che fare, sono spesso impegnata, magari qualche volta passo.

Jad: Va bene, io ci conto eh!

Gli sorrisi, e lui mi fece l'occhiolino. Aspettammo che tutta la squadra uscisse dallo spogliatoio, per poi uscire dal campo.

Vidi subito Luca che mi venne in contro, ma appena notò mio padre si limitò a lasciarmi un lieve bacio sulla guancia ed abbracciarmi.

Gli sorrisi e lo guardai accarezzandogli la guancia, per poi girarmi verso mio padre e la squadra compresa.

Tu: Papà noi andiamo, ti avviso se torno stasera

Mio padre a quell'affermazione mi guardò male.

Papà: Riley, mi raccomando.

Tu: Papà che cazzo stai tranquillo!

Papà: Va bene va bene, vai va.

Sbuffai incamminandomi sotto il caldo abbraccio di Luca, verso casa sua.

Luca: Amore quei ragazzi ti guardavano un po' troppo eh.

Tu: Luca non cominciare, lo sai che ho occhi solo per te.

Luca: Sarà meglio.

Mi sorrise falsamente, tenendomi più stretta a se. In questo periodo era molto possessivo bei miei confronti, ma non si è mai spinto tanto in là.

/Skip time/

Alla fine quella sera, dopo aver passato tutto il pomeriggio tardo con Luca, tornai a casa. Si comportava in modo strano, come se stesse per esplodere di gelosia, quindi sinceramente non mi sono sentita di rimanere anche la notte. Si calmerà.

Tornai in camera e mi buttai subito sul letto stanca.

Non so per quale motivo, ma la prima cosa che mi venne in mente fu quel numero 17...

Ah si, Jaden. Era carino, però...

Quel fuorigioco... || Jaden WaltonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora