Arriva Settembre.
Finisce l'estate.
Inizia la scuola.
Era il mio secondo anno alla scuola media.
Al mio solito non mi ero fatta promesse del tipo sarò una studentessa migliore o cose così.
Come sempre non avevo progetti o preoccupazioni: ricominciava un altro noioso anno scolastico.
A me piace andare a scuola: seguire le lezioni, fare i compiti...starete pensando: fantastico, una secchiona. No. Non lo sono per niente. Lo dimostra la mia media scolastica che non ha mai superato il 7.La mia era la classe meno numerosa dell'istituto avente sedici alunni con solo tre ragazzi (dei quali uno era veterano) e che, come tutti i dodicenni maschi erano dei veri e propri depravati.
Era tutto normale. A parte il fatto che, a un mese dal mio dodicesimo compleanno, non potevo portare il cellulare a scuola. Ma si sa: le regole esistono per essere infrante, e fin da piccola sono una trasgreditrice anche solo per piacere, allora portavo il telefono con me nonostante non lo usassi.Un giorno, mentre salivo le scale di casa al ritorno da scuola, vibra il cellulare. Ed eccolo: il nome del mio stalker riempiva il piccolo schermo: 'Che fai?'.
Erano due le opzioni: non rispondere (che è la più ovvia) e dire educatamente che al momento il telefono non era in possesso di mio fratello.
Cosa pensate che abbia fatto questa grande cretina di Ilaria?: 'In questo momento mio fratello non c'è. Ciao.' Più educata di così si muore.
Ma non l'avessi mai fatto: 'Fa niente. Ti va di mex tu con me?'.
La mia stupidaggine non smentisce: 'Perché dovrei mex con te? Non ti conosco.'
Ma neanche la sua: 'Infatti. Possiamo conoscerci.'
E fu così che la mia pazienza e la mia educazione andarono a quel paese: 'Non voglio conoscerti, mi stai antipatico. Ciao'.
Ed il suo coraggio venne meno: 'Ma non ti ho fatto niente, nemmeno mi conosci.'
Qualcosa mi suggerì di non rispondere, così concluse lui: 'Come vuoi, scusa il disturbo. Ciao'.
Avrei dovuto provare soddisfazione, ma ad un tratto mi assalì il senso di colpa: perché avevo trattato male un ragazzo che non mi aveva fatto niente?
E torna la fissa che avevo da mesi ormai: perché mi guardava sempre? Perché ci teneva a conoscermi? Cosa gli avevo fatto?I giorni passarono e la mia testa non smetteva di pormi queste domande.
Dovevo fare qualcosa, ma avevo paura di entrare in questo mondo sconosciuto, paura di cadere in qualche trappola.
Così mi venne un'idea...Un pomeriggio ero da mia nonna con mia sorella e il cellulare.
O la va o la spacca: 'Ciao che fai?'
La risposta arrivò poco dopo: 'Ciao Calò. Niente tu?' Che fantasia.
'Niente. Posso farti una domanda?' Dio che nervosismo che avevo.
'Certo Calò. Dimmi.'
Dai Ilaria, manda questo maledetto messaggio. Tanto non lo sa che sei tu: 'Ti piace qualche ragazza?'
Io, che non sono mai stata ansiosa in vita mia, in quel momento mi sentivo sul filo di un rasoio. E l'infarto che mi è venuto all'arrivo della risposta mi fece saltare giù dal letto: 'Sì. Mi piace una ragazza. Anche se ho quasi 16 anni mi possono piacere ragazze di 12 o 13 anni'
Non mi ero accorta che faceva così caldo nella casa perennemente fredda della nonna. Il sollievo e non so quale altro sentimento si impadronirono di me.
Era chiaro che gli piacevo, volevo altre certezze ma non potevo fare altre domande o avrebbe capito tutto, così portai la conversazione ad altro.
C'era solo un piccolo problema: io l'avevo mandato al diavolo.L'indomani dopo la scuola corsi dalle mie amiche a dare le ultime novità della faccenda Mr. Simpatia (così lo chiamavamo).
Loro non poterono far altro che rigirare il coltello nella piaga: mi ero così tanto fissata sul compartamento di Gaetano che ha iniziato a piacermi.Dovevo fare qualcosa.
Non ero abituata a questo tipo di situazione.
Non l'avevo mai vissuta. Ma sapevo che dovevo fare qualcosa.Passarono altri giorni e arrivo la mia occasione: 'Ciao che fai?'
Ok. Dovevo solo rispondere: 'Ciao. Non sono Calogero'.
Rispondi ti prego: 'Ok. Tu non vuoi sentirmi quindi ciao.'
Dai Ilaria, fai la figura della cretina che ti viene sempre bene: 'Magari adesso voglio sentirti'.
Ma che mossa astuta, brava: 'E come mai? Hai detto che ti sto antipatico'.
Vai cara, e dai il meglio di te: 'Puoi dire grazie a Giulia. Mi ha parlato tanto di te e mi ha fatto cambiare idea'.Da qui inizia una conversazione lunga un pomeriggio infinito di cui non ricordo un granché ma che posso dire sia stato davvero molto piacevole e dolce.
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E IL LIETO FINE?
ChickLitNe ho passate tante da quando ho scoperto che essere una ragazza implica anche l'innamoramento. Non so dove arriverò, ma posso dirvi che ora sono felice. Non sono sicura che sia lui la mia metà, ma mi sento completata e non più sola e persa.