La comitiva di Terry era un ottima copertura ai movimenti di Sam. A nessuno di loro interessava minimanente dove Sam andasse quando spariva dai loro festini. Talvolta neanche si accorgevano della sua improvvisa assenza. Essi si riunivano perlopiù nei pomeriggi a casa di Terry per stonarsi di coca alcool e ogni sorta di droga, per poi continuare in serate da fighetto con la stessa lena annoiata fino ad asfissiare le coscienze. Soltanto una di loro, la Mirna, detta "Bimba" la scopamica di tutti e di ognuno, poteva averci una vaga idea della situazione. Era stata Sam, messa alle strette dalla curiosità incalzante della ragazza, ad impegnarla oportunamente a reggere la farsa nel caso qualcuno, fosse anche uno dei suoi bodyguard, avesse chiesto. Bastava dire "Non so dove sia andata, è via da due ore, non mi ha detto dove". Sam glielo fece imparare a memoria per esser sicura che, anche ubriaca, tenesse bene alla recita. E per contraccambiare le aveva donato una sontuosissima trousse di colori ricevuta in regalo da una delle sue lontane quanto improbabili zie, ma che a lei proprio non serviva, dal momento che i colori caldi non avevano nulla achevedere col nero corvino di Sam, e coi suoi occhi trasparenti come il gelo
-E lui il fortunato ?, chiese la Bimba
-Proprio lui, disse Sam, puntando il dito sul parabbrezza dell'auto
Un tipo alto, piazzato, dal pelo rosso e gli occhi verdi. Un professore di disegno delle medie mentre entrava in un bar. Dalla caminata sembrava un gattone che stringeva il manico in pelle della sua ventiquattrore
-Uhh che carino !, esclamò la Bimba
-E' sposato, ma non sono ancora sicura di lui, ribattè Sam.
Era realmente un prof di disegno. Insegnava alle medie, aveva realmente una moglie, e additirtura una bambina graziosissima, ma Sam neanche lo conosceva. Ne aveva origliato il nome dalle donne della servitù che nel rassettare camera sua parlottavano solitamente del piu e del meno e, come succede, anche dei figli, uno dei quali evidentemente aveva il prof come insegnante.
Sam scendeva in paese con una di loro che staccava il turno. A loro raccontava di andare a studiare da una amica di nome Anna. Anche Anna era una persona reale, della sua stessa scuola, un anno avanti a lei e maggiorenne. Scendeva dall'auto a qualche isolato, faceva finta di suonare al campanello di un cancello, che poi realmente corrispondeva al cancello dell'abitazione di Anna, che al pari del prof Sam non conosceva assolutamente, faceva un segnale alla colf per congedarla, poi continuava fino a due cancelli piu avanti fino a casa di Terry, suonava, entrava, andava a salutare quelli del branco, si faceva una canna con loro, un gin-tonic, e poi finalmente sgattaiolava via dopo un'oretta. E quelli del branco neanche chiedevano. Sapevano che Sam non poteva rimaner molto. Sapevano che c'erano i bodyguard ad attenderla. Li avevano visti un paio di volte. E per come apparivano cosi piazzati tipo armadi a due ante neanche ci provavano a tener Sam dieci minuti in più. Usciva sul retro della depandance di Terry, usava una scala che era sempre là ad uso del giardiniere, per salire sul muricciolo della villa, ci si sedeva, e dall'altra parte un ragazzo, alto e allenato nel fisico, era pronto ad afferrarla dalla pianta dei piedi e farla scendere lentamente sui propri bicipiti sodi e torniti fin quando in un ultimo balzello Sam gli finiva completamente tra le braccia. I due avevano affinato così bene questo procedura di atterraggio da far invidia ad una coppia di equilibristi del circo, lui atletico e sensuale in calzamaglia aderente nera con la sua fantastica partner, la coda ai capelli, flessuosa come lo stelo di un giunco.
STAI LEGGENDO
La Tredicesima Luna
General FictionLa storia di Sam e Punjab Storia 'save-a-life'. Questa storia è genuina e non utilzza AI