Il principio

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Si erano innamorati di lei, era stata capace di portarsi via un pezzo del loro cuore innumerevoli volte, in ogni vita, non aveva fallito neanche una volta. Non è forse questo destino, amarsi fino alla morte per ripromettersi amore in un'altra vita, ancora, ancora, ancora e per l'eternità, che loro si sarebbero sempre assicurati di preservare? Lui non li condanno a provare amore, solo a rinascere insieme in ogni vita. La passione, l'amore, fecero tutto da soli.




Il dolore è scomparso, non perché sia passato, ma soltanto perché mi sembra di aver perso il senso del tatto, in alcuni punti.

Non riesco a percepire il braccio di Peter, che mi avvolge la schiena, per non farmi precipitare giù.
Anche se ora ho le ali, non riuscirei lo stesso a volare.
Non né ho la forza, credo.

Vorrei aprire gli occhi, ma è come se le lamine delle ciglia fossero saldate tra loro. Sento la pietra della collana che ho attaccata al collo bruciare, come se lui fosse preoccupato, e percepisco le lacrime che si sta lasciando sfuggire, cadermi su una guancia.

Avrei voglia di rassicurarlo, di dirgli che andrà tutto bene, di asciugare ogni più piccola goccia d'acqua che possa scivolargli fuori dalle ciglia, di poter solamente incrociare il mio sguardo con il suo, ma non ci riesco, è come se fossi intrappolata in un limbo, incapace di muovermi, di parlare e di piangere.

Lo sento abbassarsi di quota e ricomincio a sentire un formicolio farsi strada tra le vene, così capisco di esser quasi arrivati alla tenuta.

Il rumore del brusio della folla e della musica comincia ad intensificarsi, mentre odo Peter urlare ai domestici, che si trovano lungo il viale di alberi, di chiamare aiuto e di aprire le porte principali della sala da ballo.

Lo sento respirare molto velocemente e la mia testa, poggiata al suo petto, fa su e giù. Percepisco le vene del suo collo gonfiarsi, mentre si sgola.

<<TALIA>> grida, chiamando mia madre. Il vociare della sala cessa all'improvviso, mentre il silenzio viene spezzato dal rumore dei tacchi di mia madre e di Myriam, che cercano di farsi strada tra la folla, per arrivare nel punto in cui Peter ha messo piede al suolo, mentre mio padre ed Elio fanno lo stesso.

<<Cos'è successo?>> chiede urlando mia madre.

<<Io non lo so>> risponde Peter.

<<Come non lo sai? Come fai a non saperlo?>> dice piangendo.

<<Era passata da poco la mezzanotte, pensavamo che le ali non le sarebbero più spuntate, ma, ad un certo punto, ha iniziato a gridare e la sua schiena a lacerarsi, finché non sono uscite. Poi ha perso i sensi>> singhiozza.

<<Talia, la profezia...>> dice il signore, che noi poco fa avevamo paragonato a Winston Churchill. Il signor Gorevale, per la precisione.

<<No, non può essere>> si ripete lei.

<<Talia...>> dice mio padre <<eravamo preparati>>

<<No, non è vero, tu lo eri. Io non lo sono mai stata, come potevo esserlo?>>

<<Mamma...>> riesco a sussurrare con voce talmente tanto febbrile, da poter essere confusa con il suono di un soffio di vento.

<<Portala in stanza>> ordina mia madre, prima di girarsi e annunciare la fine della festa. <<Per me è un giorno buio, perché ho appena scoperto che presto perderò mia figlia, ma per voi è un giorno altrettanto triste, perché quest'ultimo avvenimento, segna l'inizio di un periodo altrettanto plumbeo, per tutti noi. Non c'è niente da festeggiare>> dice, prima di correggere il volto in una smorfia di pianto, girandosi e dirigendosi verso Peter, che mi sta portando nella camera assegnatami.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 15 ⏰

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