Il ballo

57 23 0
                                    


Perché al posto di perdersi nel rumore, preferirono perdersi nel silenzio. Loro riuscivano a riempirlo con i loro sguardi, con il suono delle scintille del loro cuore, che alle orecchie delle loro anime, risuonavano fuochi d'artificio.



Tutti si spostano, lasciando libero il centro della sala, per permetterci di aprire le danze. Non mi resta che pensare che questi gentili signori, accompagnati dalle loro adorabili mogli, conoscano il programma della serata meglio di noi. Questa potrebbe esser definita quasi una festa a sorpresa, magari tra poco giungeranno qui fate e elfi in groppa ad unicorni con il manto candido come la neve che si sta depositando lentamente fuori.

Chissà se esistono davvero anche loro...

Io e Peter ci prendiamo per mano, ci posizioniamo l'uno davanti all'altra e sentiamo suo padre dire: <<Ecco Peter, controllore di Selen, e Selen, controllore di Peter. Che siano ufficialmente ammessi nel nostro mondo, quando, domani, varcheranno la soglia della città dei sussurri>>
Peter ha già avuto la premura di spiegarmi cosa sia la città dei sussurri e mi ha detto che è un luogo in cui gli iniziali prestano giuramento all'ordine.

Nel momento stesso in cui le prime note del brano vengono suonate ne riconosco la melodia e il mio corpo comincia a muoversi da solo grazie alla pozione di Myriam. E' la prima volta che la sento eppure sono convintissima che si intitoli Orfeo ed Euridice, probabilmente il suo compositore deve essersi ispirato al tanto triste mito.

E' una sensazione meravigliosa quella che sto vivendo adesso. Nel ballo, di solito, non ci si può mai completamente lasciar andare, perchè si potrebbe rischiare di sbagliare qualche passo o di perdere di vista la coreografia. Un pittore che sta cercando di dipingere un fiore nei minimi dettagli deve controllare ogni sua minima pennelata e deve essere bravo a dosare la quantità di colore da stendere sulla tela e così vale per la danza: un passo troppo lungo, un movimento sbagliato al momento sbagliato o una semplice perdita dell'equilibrio possono destabilizzare tutto. Questa volta è diverso però, è come se io e Peter fossimo mossi da delle corde legate alle mani di un burattinaio.

<<Le pozioni di mia madre funzionano bene>> dice lui interrompendo il silenzio intorno a noi.

<<Shhhhhhh, fa silenzio>> lo prego, continuando a guardarlo negli occhi.

<<Perchè dovrei fare silenzio?>> mi chiede mezzo incuriosito.

<<Mi fa male la testa>> gli rispondo chiudendo gli occhi.

<<Giusto, i tuoi sensi si stanno amplificando e ti danno fastidio i rumori forti>> mi ricorda lui.

<<Da quando abbiamo cominciato a ballare hanno finalmente deciso di smettere di scambiarsi pettegolezzi. Quel suono prodotto dal chiacchericcio era troppo assordante, come a volermi rompere i timpani. L'unico suono che voglio sentire adesso è quello quella musica>>

<<Sai Selen, avevo già capito da molto tempo che tu riesci a comunicare e a farti capire meglio con il silenzio rispetto alle parole, ma non avevo capito che ti piacesse fino a questo punto>> dice lui ridendo.

<<Se tutto dipendesse da me, adesso sarei in un monastero dei monaci tibetani in montagna a godermi il dolce silenzio della meditazione collettiva e i pochi suoni della natura lì presenti, come il fruscio del vento tra le foglie dei salici piangenti, che circondano i tempi, o il rumore degli schizzi dell'acqua al suo infrangersi sulle rocce contornanti il letto del fiume>>

<<E io potrei venire con te nel famoso monastero? magari, per mimetizzarmi meglio, potrei indossare una delle loro tuniche arancioni e rosse, che ne pensi?>> mi domanda.

Gli spazi che separano gli attimi...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora