capitolo 1

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Non passò molto tempo quando il furgone all'improvviso si fermò. Kaila e Kiran si guardarono cercando di ipotizzare cosa stesse succedendo, ma il rumore dello sportello del furgone fermò i loro pensieri. Il militare lì guardò e fece cenno di scendere. I ragazzi non obbiettarono e fecero quello che venne loro chiesto. Guardarono avanti a loro e videro un enorme canion con un ponte di legno che li separava dalla strada oltre quel dirupo. Capirono subito che avrebbero dovuto sorpassarlo a piedi e guardarono sotto di loro spaventati. Per l'ennesima volta erano spaventati dal loro destino, non capivano perché la natura avesse messo proprio loro in quella situazione, ma cacciarono via quei pensieri quando il militare passò dietro di loro e mise ad entrambi delle manette.
-queste servono a non farvi scappare, se eseguirete quello che vi sarà detto di fare non vi faremo alcun male.-
Successivamente li bendò.
-e queste a cosa servono?- chiese Kiran, speranzoso di una risposta, che però non avvenne.
Il militare lì prese per i polsi e li fece incamminare verso il ponte e, un passo dopo l'altro, lo superarono indenni. Vennero scortati in un passaggio sotterraneo e solamente lì il militare gli tolse la benda e le manette.
-ora fate i bravi e prendete questi.- disse passandogli delle pillole.
I due ragazzi erano titubanti ma decisero di eseguire quello che veniva loro detto per non incorrere in punizioni, o peggio.
Le pillole fecero presto effetto e i due caddero per terra privi di sensi.
Kaila si risvegliò in una cella, molto piccola a suo avviso, con solo un piccolo letto attaccato al muro della cella, e una piccola finestrella sbarrata  a dividerli dallo spazio esterno. Si affacciò e si mise a urlare.
-ehi, c'è qualcuno?- nessuna risposta.
All'improvviso la sua cella si aprì e vide un ragazzo davanti a lei. Kaila lo squadrò da capo a piedi, era un ragazzo abbastanza strano, vestito totalmente di nero e con un giubbino con le borchie. Non si fece troppe domande quando il ragazzo la prese per mano.
-vieni con me.- le disse. Lei però negò con la testa.
- c'è un altro ragazzo qui con me, non posso lasciarlo indietro, chissà cosa gli farebbero.-
Il ragazzo la guardò e annuì.
-abbiamo già liberato Kiran, ora però dovete venire con noi.-
-non ti conosco, chi mi garantisce che non mi farai del male? Sei in questo posto pieno di militari, chi mi dice che non sei uno di loro?-
Il ragazzo la guardò interrogativo.
- ti sembro un militare? Mi chiamo Derek, sono un sognatore come te, e vi sto liberando da questo posto. Se vuoi restare qui fai pure, non ti fermerò, ma ti assicuro che se resti qui avrai vita breve. I militari fanno esperimenti con quelli come noi, e nessuno ne esce vivo.-
Kaila lo guardò spaventata, non voleva essere soggetta a quegli esperimenti quindi si decise a seguirlo. Si diressero verso un SUV dove trovarono Kiran con un altro ragazzo.
-lui è Ethan, un altro sognatore, con noi siete al sicuro.- disse Derek.
Salirono in macchina e si avviarono dalla parte opposta dalla quale erano arrivati. Guidarono per quello che sembrò a Kaila un'eternità.
Ad un certo punto del viaggio Kaila spezzò il silenzio.
-avete detto di essere sognatori, ma come mai non avete l'occhio bianco?- chiese titubante.
-sono lenti a contatto, le usiamo quando dobbiamo stare tra i mortali, così non ci possono riconoscere, mi sembra abbastanza ovvio.- disse con appunto, ovvietà, Ethan.
Kaila e Kiran rimasero quindi in silenzio, aspettando che fossero i due ragazzi a parlare e a dare indicazioni su quello che dovevano fare. Passò circa un'ora quando Derek parlò per la prima volta con gli inesperti sognatori.
- scendete, siamo arrivati.-
I due sognatori si guardarono interrogativi, erano in una foresta, cosa ci potrebbe mai essere qui intorno? Non ci sono case o posti in cui potersi rifugiare. Pensarono che fossero pazzi e che volevano fare loro del male, ma subito si ricredettero quando videro una donna, in su con l'età, avvicinarsi a loro.
-derek, Ethan, bambini miei!- e li abbracciò.
-vi ho aspettati a lungo, dove siete andati?- la donna dai capelli bianchi si sistemò la lunga gonna che le ricadeva fino ai piedi.
- nonna siamo andati alla base militare, abbiamo trovato questi due ragazzi, sono sognatori, li abbiamo liberati e abbiamo pensato di portarli qui con noi. Tranquilla non ci ha seguiti nessuno.- disse Ethan passandosi una mano nei suoi ricci biondi, rispondendo ad ogni domanda che alla donna frullava in testa.
La donna quindi si girò verso kaila e Kiran e li squadrò. Dopo qualche attimo fece un sorriso sorione e gli porse la mano.
- piacere di conoscervi, io sono Tecla, la nonna di questi due sbandati- disse indicando Ethan e Derek.
- venite seguitemi, vi porto al villaggio.-
I 4 ragazzi seguirono la donna senza fiatare, andando piano piano nel fitto della foresta, dove, ad un certo punto, si poté scorgere una grotta che portava sotto terra. I due ragazzi senza troppi preamboli l'attraversarono mentre gli altri due guardarono la grotta spaventati, ma la donna li incitò ad entrare.
- venite ragazzi, state tranquilli, questa è l'entrata del nostro villaggio, qui sarete al sicuro.- disse con un sorriso, poi finalmente i ragazzi si decisero a seguirla.
Attraversata la grotta videro davanti a loro un'ampia radura, circondata da molte grotte e schiarendosi le idee capirono che erano tutte delle diverse entrate per l'immensa radura.
Non fecero in tempo a fare qualche domanda che si scontrarono con dei bambini che scorrazzavano in giro. Li guardarono bene e notarono che avevano entrambi gli occhi bianchi. Subito si allarmarono e pensarono che era impossibile questo avvenimento. I sognatori si rivelavano solo a quattordici anni e quei bambini dovevano avere si e no circa sei anni. Guardarono verso la donna e i due ragazzi, che nel frattempo si erano tolti le lenti a contatto mostrando il loro occhio bianco. Ethan si avvicinò a loro e diede risposta alla domanda mai posta.
- sono figli di due sognatori, per questo hanno entrambi gli occhi bianchi. I figli di due sognatori acquisiscono alla nascita gli occhi bianchi, ma sono anche molto più inclini a non controllare i loro poteri. Sono addestrati fin da piccoli a controllarli, fino a quando hanno quattordici anni e possono effettivamente entrare nei sogni. Non preoccupatevi, anche se possono entrare anche nei sogni di un sognatore non fanno alcun male.-
I ragazzi si tranquillizzarono notevolmente e continuarono il loro giro conoscitivo della radura. L'anziana signora fece fare il giro di tutte le tende, spiegando per filo e per segno tutte le mansioni che le varie persone svolgevano, presentandone anche alcune. La ragazza che rimase più impressa fu Diana, una guaritrice. Era molto magra ma piena di energie ed entusiasmo. Non stava mai ferma e kaila pensò a tanti parallelismi con Nick. Dio, Nick. Le mancavano così tanto i suoi vecchi amici, ma ormai capì che non poteva più tornare indietro. Kiran, forse capendo quello che stava pensando, le mise una mano sulla spalla e cercò di rassicurarla.
- ehi, tranquilla, so che può sembrare che siamo abbandonati a noi stessi ma qui possiamo trovare una nuova famiglia che ci accoglierà e ci amerà. I nostri affetti nel mondo dei mortali ormai sono acqua passata, non possiamo tornare con loro.- disse più a se stesso che a lei. Anche Kiran aveva una famiglia amorevole, ma fece non molta fatica a dimenticarla, era sempre stato in strada, nonostante la madre preoccupata gli desse tutto l'amore di cui era capace. Lui però era molto ribelle e forse era anche per la maschera da duro che indossava che non fece trasparire il minimo tentennamento nell'integrarsi con quella che sarebbe diventata la sua nuova famiglia.
Successivamente Tecla fece vedere loro due tende, una sarebbe toccata a Kaila e l'altra a Kiran. Kiran subito si fiondò nella sua mentre kaila restò sull'ingresso. Si girò verso la radura e guardò per l'ultima volta i bambini giocare, e notò ben presto una bambina, vestita di stracci, che portava un vassoio d'argento, con sopra tante prelibatezze, ad un signore con una bancarella. Kaila volle avvicinarsi, e quando la bambina si girò verso di lei notò con apprensione che la bambina aveva un occhio nero. Pensò fosse impossibile, i sognatori avevano un occhio bianco, e tutti in quella radura ne erano provvisti. Persino i bambini avevano gli occhi bianchi. Non fece in tempo a dirle niente che il signore alla bancarella la richiamò.
-Sierra che ci fai lì imbambolata? Portami in fretta quel cibo o per te saranno guai.- disse l'uomo.
Kaila venne spinta via da Derek che la guardò con sufficienza.
-ragazzina, non puoi scorrazzare in giro come ti pare, e soprattutto non puoi parlare con quella bambina.-
-ma, perché? Cosa ha fatto di male? Ha un occhio nero, cosa significa? Perché non ce l'ha bianco?- troppe domande le balenavano in testa.
-ragazzina fai troppe domande.-
A Derek si affiancò Aiden, un ragazzo di circa diciotto anni, che diede le risposte adeguate a Kaila.
- si chiama Sierra, ha sei anni. È figlia di un sognatore e di un mortale, per questo ha l'occhio nero. Non ha fatto niente di male se non nascere, è severamente vietato ai sognatori avere rapporti con i mortali. I mortali non la vogliono nel loro mondo perché ha alcuni poteri dei sognatori, mentre i sognatori non la vogliono perché a tratti è simile ai mortali. Capirai con il tempo che certe persone non meritano niente da noi.-
Kaila guardò con pietà la bambina e si maledisse per quello che stava per fare. Fece dietrofront e andò nella sua tenda. Era ormai sera e si mise a letto cercando di dormire, ma non riusciva a chiudere occhio. Continuava a pensare alla sua vita fino a quel momento, come mortale. Pensò alla sua famiglia e anche alla sua cotta. Colin era un ragazzo di sedici anni, il più popolare della scuola e lei ne era innamorata persa. Con Laura cercava sempre di attirare la sua attenzione, ma con scarsi risultati. Colin era troppo preso da se stesso per considerare anche solo minimamente un altro essere umano. A volte era un bullo ma questo kaila lo rimuoveva completamente dai suoi difetti. Pensava, pensava e ripensava a tutto.  Con questi pensieri, poi, kaila cadde nelle braccia di Morfeo.

I sognatori e i mortaliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora