~Capitolo 3~

33 4 2
                                        

La macchina di Micha profuma di menta. Mi ricorda tanto mio nonno. Profumava sempre di tabacco, menta e naftalina. Chiudo gli occhi e appoggio la testa sul finestino della macchina.
"Rose?" la voce di Micha interrompe il silenzio.
"Si?" chiedo a bassa voce alzando la testa per guardarlo.
"Grazie " mi dice senza distogliere lo sguardo dalla strada.
"Grazie?" gli chiedo perplessa e corrugando le sopracciglia non capendo perché mi sta ringraziando.
"Sì, grazie di essere qui con me. Da quando Sara è in ospedale la casa è vuota e...Non mi piace più stare solo ecco" dice imbarazzato cercando di nascondere il rossore sulle sue guance.
"Oh" rispondo io come una stupida.
"Già, sì ecco. Sara è tanto legata a te e mi sembri una buona amica e..." Si ferma e lo vedo in difficoltà. Il rossore sulle sue guance aumenta. Dopo pochi secondi la macchina si ferma e lui interrompe il breve silenzio imbarazzante che si era creato dentro la macchina.
"Siamo arrivati " dice masticandosi le parole. Dopo aver slacciato la cintura esce e con passo svelto si avvia verso la porta. Velocemente faccio la stessa cosa e, con molta fatica, lo seguo fino all'entrata della grande casa.

"Rose" mi richiama Micha.
Io alzo lo sguardo dal piatto e lo punto sui suoi meravigliosi occhi verdi.
"È proprio così immangiabile? Se proprio non ti piace posso ordinare una pizza oppu-" dice preoccupato quando si accorge che non ho ancora toccato il cibo ma lo interrompo in tempo.
"No Micha, assolutamente. È buonissimo ma, ecco, non ho tanta fame. Scusami..." dico abbassando lo sguardo sul piatto. Ha preparato una buonissima pasta con il sugo ma il mio stomaco è chiuso,completamente.
"Rose, non ti ho mai vista mangiare. Sei magrissima e mi sembri così fragile. Io, io non voglio che anche tu stia male." dice con aria dispiaciuta avvicinando il piatto, che prima avevo allontanato un po', a me.
Non ho mangiato tanto in questo periodo, sono stata quasi sempre in ospedale con Sara oppure in biblioteca a studiare, ma sono la Rose di sempre, non sono dimagrita tanto.
" Non è vero Micha, sono come sempre. " dico cercando in tutti i modi di non guardarlo in faccia.
"Non mangierai vero?" mi chiede dopo aver sospirato.
Scuoto la testa e sussurro "No, scusa". Lui annuisce piano e, dopo aver preso anche il mio piatto, si avvicina al lavello per pulirli. Mi avvicino anche io e con un po' di esitazione gli chiedo "Posso aiutarti?".
Lui sorride e scuote la testa "Assolutamente no"
"Eddai, posso asciugare e tu lavi! Oppure facciamo il contrario!" protesto subito cercando di impormi. Ma Micha non fa una piega.
"No" mi dice soltanto. Un semplice no. Metto il broncio e, con uno scatto prendo uno strofinaccio e un piatto bagnato pulito. Mi allontano dal lavello e una volta arrivata nel lato opposto del tavolo più lontano da Micha asciugo con soddisfazione il piatto. Lui mi guarda con gli occhi che brillano e un mezzo ghigno sulle labbra. Non ho mai visto i suoi occhi così luminosi in quest'ultimo periodo.
" Che cattiva bambina" dice con tono minaccioso.
" Proprio cattiva" ripete asciugandosi le mani e avanzando nella mia direzione. Si avvicina sempre di più e io, allarmata, mi guardo attorno alla ricerca di una via di fuga. Appoggio il piatto sul tavolo quando Micha è davanti a me, nel lato opposto del tavolo.
"Tieni" sussurro con un piccolo sorriso e un aria innocente.
Micha scatta verso sinistra e io corro verso destra. Corro verso il lavello con l'intenzione di prendere un altro piatto da asciugare ma improvvisamente non sento più il pavimento sotto i miei piedi.
"Ti ho presa" mi sussurra in un orecchio Micha. Sento tantissimi brividi scorrermi lungo la colonna vertebrale. Mi libero velocemente dalla sua presa e mi sistemo la maglietta che si era leggermente alzata. Con un sorriso sulle labbra Micha mi prende dalle mani lo strofinaccio e, una vta appoggiato vicino al lavello, si gira verso di me.
"Bene, cosa facciamo adesso?" mi chede avvicinandosi alla porta della cucina.
" Non so" dico alzando lievemente le spalle " Decidi tu " continuo seguendolo con lo sguardo.
"Vieni" mi ordina allungando la mano verso di me. Io la guardo un po' titubante.
"Ho già mangiato, a differenza tua Rose, quindi non devi aver paura" mi dice quando esito un po' troppo strizzando l'occhio destro.
Io alzo gli occhi al cielo e afferro la sua mano.
Mi trascina in salotto per poi buttarsi in modo poco elegante sul divano. Accende la Tv e batte la mano vicino a lui invitandomi a sedere.
" Abbiamo ancora due ore da far passare prima di andare in ospedale " mi dice tornando a guardare lo schermo della Tv.
"Va bene" dico sedendomi sul divano mantenendo le distanze da lui. Lui mi guarda e poi ride. Perché ride? Cos' ho fatto di sbagliato? Lo guardo con aria interrogativa sentendo le guance andare a fuoco.
" Ti ho già detto che non mordo" chiarisce lui ridacchiando. Sbuffo silenziosamente e mi avvicino di poco. Lui alza gli occhi al cielo e scuote la testa divertito, subito dopo riporta lo sguardo sulla TV.
" Puoi toglierti le scarpe e stendere le gambe se vuoi" mi avvisa dopo qualche secondo. Io annuisco e faccio come mi ha consigliato. Tologo le scarpe e, abbracciando un cuscino estremamente morbido, porto le ginocchia al petto. Dopo pochi minuti sento gli occhi pesanti e faccio sempre più fatica a tenerli aperti. Il mio respiro rallenta e quando chiudo gli occhi mi addormento sentendo le voci della Tv come sottofondo.

Dandelion.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora