"Rose alzati! Farai tardi a scuola!"urla mia mamma svegliandomi.
" Si ok,smettila di urlare" borbotto io con la faccia premuta sul cuscino.
Dopo qualche secondo di silenzio la porta della mia camera si spalanca facendo entrare la luce del corridoio.
"Avanti Rose! Sono le sei e mezza di mattina, alzati!" continua ad urlare mia mamma entrando nella mia camera. Sbattendo i piedi per terra si avvicina alla mia finestra e, con un gesto secco, apre le tende illuminando ancora di più la mia stanza. Sbuffando mi copro la faccia con il piumino ma il momento di pace dura ben poco.
"Santo cielo Rose! Sempre la stessa storia!" urla la donna, che questa mattina è più insopportabile del solito, togliendomi il piumino da sopra il letto. Il freddo mi investe e mi rannicchio su me stessa cercando di scaldarmi. Mia mamma esce dalla stanza borbottando qualcosa alla quale non dò importanza.
Risveglio traumatico numero 4745."Ro" mi saluta Micha appoggiandosi all'armadietto in parte al mio.
"Paperino" rispondo con un sorriso malefico sulle labbra. Ha sempre odiato quel soprannome. Mia nonna, Sara e io glielo avevamo affibbiato quando aveva undici anni e non riusciva a pronunciare bene le parole perché aveva l'apparecchio.
"Come mi hai chiamato?!" chiese subito lui incrociando le braccia al petto e avvicinandosi a me.
"Paperino..." gli risposi con tono tranquillo chiudendo l'armadietto per poi sorridegli ingenuamente.
"Oh, non ti piace questo soprannome,Paperino?" gli chiesi con aria innocente guardandolo negli occhi.
Lui in risposta si avvicinò ancora un po' a me, con le sopracciglia corrugate e gli occhi socchiusi.
"Oh tranquilla, puoi chiamarmi come vuoi, Neni." sibila vittorioso. Odiavo quel soprannome. Mia cugina Sandy mi chiamava così quando ero piccola e io non lo sopportavo. Quella bambina era perfida, e lo è tuttora.
"Non chiamarmi così." sibilo infastidita.
Sul suo viso appare un sorrisetto vittorioso. Lo prenderei volentieri a schiaffi.
"Comunque cara Ro, volevo chiederti se ti andava di venire a casa mia dopo scuola, come ieri. " chiede facendo scomparire il meraviglioso sorriso di prima.
"Ehm..." rispondo pensandoci su.
"Mi porti tu da Sara dopo?" chiedo titubante guardandolo negli occhi.
"Certo, è ovvio!" risponde subito.
"Mh ok, va bene. " acconsento dopo qualche secondo di esitazione.
"Perfetto " esulta con un sorriso perfetto in viso.
"Ora vado. Ci vediamo in mensa, ti tengo un posto! " dice per poi andare via.Apro le pesanti porte della mensa e un odore disgustoso mi investe. Cosa caspita cucinano qua dentro?
Mi metto in coda e aspetto il mio turno. Prendo una bottiglietta d'acqua, un panino e una confezione di ananas tagliata a cubetti. Una volta preso il mio vassoio cerco con lo sguardo Micha. Quando lo trovo il vuoto si fa largo dentro di me. È seduto ad un tavolo quasi completamente vuoto, vicino a lui c'è Matilde. Stanno parlando e sprridono tra di loro. A testa bassa, cercando di passare inosservata, mi incammino verso un tavolo vuoto lontano da tutto e tutti. Finisco quello che ho nel vassoio e metto la bottiglia di acqua ancora piena dentro la borsa. Esco dalla mensa e mi incammino verso la mia aula. Mi aspettano ancora due ore di lezione.
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Dandelion.
RomanceBalla come se nessuno ti stesse guardando; ama come se nessuno ti avesse mai ferito; canta come se nessuno ti stesse ascoltando; vivi come se il paradiso fosse sulla terra. -William W. Purrey