𝐑𝐚𝐜𝐡𝐚𝐞𝐥«Signora! Diverse taniche di benzina sono esplose, rischiamo di prendere fuoco!»
Teo esclamò alle mie spalle, sospirai quando voltai leggermente gli occhi su di lui, fulminandolo sul posto.
«Che stai aspettando? Fate qualcosa!» sputai acida mentre serrai un pugno sulla scrivania in legno davanti la mia figura, l'uomo scese frettolosamente le scale, prendendo provvedimenti per l'accaduto.
Accarezzai la canna della pistola di mio padre, immaginandola su quella solita chioma scura, distinguibile tra migliaia di persone.
Conservai l'arma nella tasca laterale del lungo cappotto in pelle, non me la passerai liscia a questo giro. Kaulitz.Camminai a passo svelto fino a raggiungere il parcheggio, dove le solite facce vengono a farmi visita.
Le fiamme creano una barriera tra me e gli avversari, lui inarcò le labbra da un lato appena la mia figura gli si celò davanti.
Ci fissammo qualche secondo mentre le fiamme si alimentano tra i nostri corpi, separandoci sempre più.
«Cosa vuoi ancora...non ti bastò la perdita della tua puttanella?» ringhiai a denti stretti, quando lui serrò la mascella alle mie parole.So benissimo cosa vuole, cosa vuole ottenere da me.
La fame di vendetta gli procura un'insostenibile magone nel petto mentre mi mangia con quelle solite iridi scure. I suoi malati desideri sono pane di cui il suo palato non riesce a farne a meno.
«Perché cazzo devi fare così» sbraitò sfilando con un movimento netto la pistola dalla tasca dei pantaloni, puntandola dritta alla mia direzione.
Una fiamma scoppiò a pochi passi da lui, facendolo indietreggiare.
«Sparami stronzo» risposi a tono puntandogli l'arma dritta in petto.
Cosa mi ferma?
Gli attimi di silenzio successivi furono occupati dallo scoppiettio dell'incendio sotto il nostro sguardo, continua ad alimentarsi, avvicinandosi ad entrambi.
Lui non muove un muscolo, respira nervosamente, trattenendo stretta la pistola tra le dita, di cui una sul grilletto. Pronto a colpirmi.
«Lo sai anche tu che non sopravviveresti un altro giorno!» urlai, rilasciando un colpo verso la gamba di Tom, suo fratello.
Lo spazio si riempii da quel suono secco, fino a bucare la sua pelle.
Gemette dal dolore mentre custodii nuovamente la pistola in tasca, Bill tenne gli occhi inchiodati alla mia presenza, che lo distrugge psicologicamente.Ne sono certa.
Il ragazzo urla cercando di fermare l'emorragia con una mano, mi voltai di spalle. In quel momento. Sono completamente vulnerabile ad un suo presunto sparo...ma so non l'avrebbe fatto. L'avrebbe potuto fare da un momento all'altro mentre mi allontano da loro.
Ma non si sarebbe permesso.
Proseguii per i miei passi quando alcuni dei miei uomini fermarono il fuoco pochi minuti dopo.
«Zitto cazzo!» tuonò al gemello, ormai accasciato sul suolo, dove alcune gocce di sangue scorrono dalla sua ferita.Parcheggiai la moto poco distante dall'edificio, non appena solcai l'ingresso un bel paio di occhi si posarono sulla mia figura, regalandomi un ghigno soddisfatto.
Mi diressi al bancone delle bevande, dove un uomo e una donna di mezz'età accontentano le richieste dei clienti.
Mi servirono senza chiedermi nulla, ormai sanno a memoria i miei gusti. Abbracciai il posto con lo sguardo, scegliendo qualche preda per stasera.
Un ragazzo mi guardava dalla sua postazione da gioco, stava competendo con quello che dedussi fosse un amico, data la tanta confidenza tra i due.
Non appena lo notai un sorrisetto gli decorò il volto, probabilmente pensando di aver fatto centro.
Presi un altro sorso dal drink che pende tra l'indice e il medio continuando ad osservare la partita dei due.
Il mio sguardo gli brucia sulla pelle, lo riesco a percepire dai pochi metri che ci distanziano, non mi mossi, fin quando con un movimento netto mi richiamò ad avvicinarmi.
Camminai lentamente verso di lui e il suo compagno non ci pensò ulteriormente a lasciarmi il posto.
So che mi conoscono.
Chiunque mi conosce.
«Grazie» tuonai gentilmente occupando il sedile l'attimo seguente.
Tolsi la giacca, rivelando le mie forme, che mandarono più in confusione il ragazzo di fronte.
«Aaron» mi guardò sorridente, guadagnandosi la mia attenzione sul suo volto sicuro.
«Rachael... - risposi, giocando un pò con il gioiello alla lingua - ma questo lo sai già» ridacchiai, poggiandomi completamente allo schienale.
«Giochi?» interruppe i secondi di silenzio, posizionando delle fish sul banco, deciso e probabilmente sicuro di vincere.
«Certo» risposi ghignando, poggiando la mia puntata a pochi centimetri dalla sua.Giocai tranquillamente, sicura di vincere, mentre il ragazzo perde una goccia di sudore ad ogni mia mossa.
Ha puntato troppo alto, ha rischiato troppo.
Ha pensato di battermi facilmente, adesso rischia di perdere una somma troppo alta per la sua disponibilità economica probabilmente.
Completai la mia ennesima mossa quando lui solcò la porta d'entrata, ogni sera incontravamo l'altro tra queste mura.
Ogni giorno.
Lo guardai qualche secondo mentre raggiunge il bar lentamente, pure lui mi notò, con la sua aria impassibile di sempre.Vinsi la partita con Aaron, presi la mia ricompensa, guardandolo fissare il bancone verde qualche attimo.
«Io...io non...» lasciò la frase incompleta facendomi sospirare.
«Non è la fine del mondo dai» mi alzai, stampandogli un bacio sulla guancia prima di allontanarmi dalla sua figura.
Io e Bill ci scambiammo qualche altro sguardo, io presi un altro pò da bere, la sua presenza mi manda in tilt.
In tutti i sensi.spazio autrice:
Come state? Spero bene.
continuerò la storia di tom, prima che me lo chiedete.
Spero che anche questa possa ricevere un riscontro positivo e possa piacervi.
Vi voglio bene ♥️

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𝗬𝗼𝘂 𝗮𝗿𝗲 𝗺𝘆 𝗽𝗼𝗶𝘀𝗼𝗻 [ 𝗕𝗶𝗹𝗹 𝗞𝗮𝘂𝗹𝗶𝘁𝘇 ]
FanficBill Kaulitz. Se mio padre avesse potuto esprimere un ultimo desiderio prima di lasciarci sarebbe stato ucciderlo. «Adesso è il tuo turno, piccola» furono le ultime parole, mentre mi porse la sua amata pistola, che l'accompagnò fino ad oggi. Le la...