O questo o quello

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POV DANIELLE

Entro in camera con un'unica certezza: Richard mi renderà la vita impossibile.

Non credo di avere bisogno di ripetizioni, Mark ha fatto un ottimo lavoro nell'insegnarmi questa materia.

Decisa a non volere aiuto da nessuno, raggiungo Jay in salotto, dove lo trovo a giocare con la console.

Con tranquillità gli elenco tutte le motivazioni valide, credibili o meno, sul perché non voglio ripetizioni.

Una sola è vera. «Non mi servono. Da Mark ho studiato e ho recuperato tutte le lezioni perse, forse mi sono addirittura portata avanti con il programma. Non vedo perché devo fare questa cosa delle ripetizioni» dico incrociando le braccia. Non mi ascolta nemmeno. Sembra più impegnato a giocare al videogame. «Mi odia» me ne esco dopo aver capito che è una causa persa.

Jay sorride e scuote la testa. Per la prima volta, mette in pausa il gioco e si volta a guardarmi.

«Te la sei cercata. Se ti odia è colpa tua. E no, non esiste. Farai ugualmente le ripetizioni» sono le sue uniche parole.

«Chi ti odia?» dice Richard sbucando da non so dove. È di nuovo e sempre da noi. Alzo gli occhi al cielo e sbuffo. Diavolo di un ragazzo.

«Tu la odi» spiffera Jackson.

Richard si volta verso di me e sbuffa in una risatina. Si avvicina e mi stringe così forte che mi sembra di sentire le ossa rompersi sotto la forza del suo abbraccio. Un brivido mi percorre la spina dorsale e il ricordo di Orlando torna nitido nei miei pensieri. Perché mi fa questo effetto? Perché riesce ancora a smuovere qualcosa nel mio petto?

Lo sento prendere un respiro profondo. Subito dopo ridacchia qualche parola sdolcinata che so benissimo essere finta. Lui ride ancora di più quando mi lamento della sua stretta, ci sta prendendo gusto a sbeffeggiarmi. Mio fratello, poi, si sta godendo lo spettacolo. Non devo cedere in nessun caso.

«Stretti in un solo abbraccio, dove due corpi diventano uno, dove uno esprime tutto l'amore che prova per l'altro» dice Richard quasi in un sussurro.

«L'unica cosa che uscirà qui sarà il pranzo, se non mi lasci» lo minaccio e incomincio a fingere dei conati. Lui si stacca all'istante.

«Piccola Brown, sarai figa quanto vuoi, ma fai davvero schifo come attrice.» Ride. Gli mostro la lingua in risposta. «Che state facendo?» cambia argomento e si getta a peso morto sul divano.

Irritante? Lo è. Invadente? Lo è. Figo? Per mia sfortuna, lo è. È un piacere stare con lui quando si comporta così? Non pervenuta.

«Mi ha supplicato di non farle prendere ripetizioni.» Il mio cuore perde un battito quando gli occhi di Richard incontrano i miei e mi fulminano. Gli sto mettendo i bastoni tra le ruote, lo so.

Mi sento a disagio, ma la cosa sembra divertire mio fratello.

Distolgo lo sguardo e prendo un respiro profondo.

Credevo che almeno lui mi desse manforte, invece mi sbagliavo di grosso.

Con una smorfia di disgusto, mi allontano. Non posso restare un secondo di più.

Sento Richard che, urlando, mi ordina di portare loro due birre perché sono assetati e hanno bisogno di rigenerarsi. Lo ignoro.

***

Sono chiusa in camera mia da soli dieci minuti, quando qualcuno entra senza bussare. Mi volto e guardo il ragazzo in modo spavaldo. Lui sembra essere qui per reclamare le sue amate birre. Si guarda intorno e si avvicina a me.

Non AmarmiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora