Capitolo 5

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"C'ho una frase scritta
in testa ma non l'ho mai detta"
(Torna a casa)

<<Pronto, chi è?>>, <<non devi più rompere il cazzo alla mia tipa, lei è mia>>, <<con chi sto parlando?>>, <<sono Adam>>, <<Adam chi sarebbe la tua tipa scusami?>>, <<Ellie, lei è mia e tu ti devi togliere dalle palle>>, <<dopo quello che hai fatto stamattina Ellie ti ha detto chiaramente che è finita perciò sei tu che devi levarti dalle palle e lasciare in pace la MIA tipa, che cazzo di uomo si bacia la sorella della sua tipa?, che cazzo di uomo tradisce? solo tu, peccato che non sei un uomo>>, dopo aver detto queste cose Gabriele riattaccò e subito dopo mi disse: <<stai bene amore?>>, <<si, sto bene amore, tranquillo>>.
Lui mi guardò con i suoi occhi verdi e mi disse: <<ti andrebbe di partire stasera e andare a fare una bella vacanza alle Hawaii, giusto per cambiare un po'?>>, <<ovvio che sì amore, cosa me lo chiedi a fare?, vado a preparare la mia valigia!!>>, andammo insieme a preparare la nostra valigia.
Ero troppo emozionata...
Anche Gabriele lo era...
Mentre stavamo preparando la valigia Gabriele mi disse: <<amore mio, comunque, per me puoi anche non portarti nulla, se ti vedo nuda sono molto più che felice>>, <<smettila scemo, almeno un cambio lo devo portare, devo riempire una piccola tasca della valigia, sennò non ha senso portarci una valigia>>, <<va bene amore portati questo cambio tanto con me non lo userai mai>>.
Mi venne in mente quando eravamo bambini che facevamo il bagno nudi, che bei ricordi..
Finimmo la valigia.
Scendemmo di casa e andammo davanti al suo portone.
Gabriele chiamò un taxi.
Quando il taxi arrivò Gabriele chiese al tassista: <<potrebbe portarci all'aeroporto per andare alle Hawaii?>>, <<certamente, mettete pure i vostri bagagli nel baule e salite in macchina>>.
Passò qualche ora, non saprei definire neanche io quante perché mi ero addormentata in macchina durante il piccolo"viaggio" a tal punto che Gabriele dovette chiamarti molte volte per risvegliarmi.
Scendemmo dal taxi, andammo a prendere i bagagli nel baule, lasciammo i soldi al tassista e iniziammo a camminare verso l'aeroporto.
<<Amore sei pronta per la nostra vacanza?>>, <<certo amore>>,mentre aspettavamo che il nostro aereo arrivasse, ci sedemmo sulle panchine.
Quando arrivò l'hostess ci disse di prendere posto così io e Gabriele salimmo sull'aereo.
Prendemmo posto ai numeri indicati sul biglietto.
Prima di sederci, Gabriele prese la nostra valigia e la mise nella parte apposita e poi si sedette vicino al finestrino e io alla sua sinistra.
<<Vi aspetta un viaggio molto lungo perciò vi diamo la nostra buonanotte e fate una buona vacanza>> disse l'hostess.
Mi accoccolai a Gabriele e lui mi abbracciò.
Qualche ora dopo Gabriele si addormentò e io ripensai a Jacob, ripensai al suo segno indelebile che mi aveva lasciato, quella cicatrice poco più sotto il seno, larga e profonda, in quel momento solo Gabriele sa quanto ho sofferto, se sono viva è solo grazie a lui.
É riuscito a farmi mantenere la calma...
Nessuno ci riesce...
Iniziai a toccarmi la cicatrice, Gabriele se ne accorse così mi prese la mano la mise di nuovo al suo posto e mi disse: <<amore mio dormi un pochino che domani ci aspetta una giornata stupenda>>, <<va bene amore, vado un attimo in bagno>>.
Andai in bagno.
Entrai dentro e rimasi lì chiusa per dieci minuti quando sentì bussare alla porta e dissi: <<un attimo ed esco subito>>, <<Ellie sono Gabriele, fammi entrare>>, aprì la porta e lo feci entrare, <<che succede amore mio?>>, <<amore io non sto per niente bene, ho appena vomitato e mi fa malissimo la pancia>>, <<amore non preoccuparti, andiamo a sederci ai nostri posti cosí ti sdrai un pochino e riuscirai a dormire>>.
Andammo assieme ai nostri posti, Gabriele mi fece sdraiare su di lui.
Dopo qualche minuto entrambi iniziammo a dormire.
Passarono ore e arrivammo finalmente alle Hawaii, Gabriele si alzò e tirò giù la valigia che aveva messo nello spazio apposito.
Poi con un taxi iniziammo ad avviarci verso l'hotel cinque stelle prenotato da Gabriele.
Appena arrivammo, andammo verso i ragazzi della reception che ci lasciarono la chiave per entrare nella nostra stanza.
Andammo a prendere l'ascensore e quando arrivammo alla nostra stanza, lasciammo giù la valigia e dissi a Gabriele di venire con me in bagno.
<<Cazzo>>, <<amo che hai?stai bene?>>, <<amo mi fa malissimo la pancia, aiutami!>>, <<amore stai tranquilla, andiamo in ospedale>>, mi caricò sulla sua spalle e iniziò ad uscire dalla stanza correndo, chiamò l'ascensore che per fortuna arrivò subito ed entrammo dentro, digitò numero "zero" e non appena le porte si aprirono iniziò a correre verso il parcheggio alla ricerca della macchina.
Appena la trovò, aprì la portiera davanti, dove c'era il posto accanto al guidatore e mi fece sedere dentro, chiuse la portiera, fece il giro ed entrò dalla parte del guidatore.
Iniziò a guidare velocissimo superando tutti i semafori rossi anche se non poteva e in cinque minuti arrivammo in ospedale.
Parcheggiò in un parcheggio pubblico poi mi prese di nuovo sulla spalle e di corsa mi portò in ospedale.
Appena entrammo, andò subito da un ragazzo dell'ambulanza per farsi dare una barella, il ragazzo la tirò fuori dall'ambulanza e mi aiutarono a sdraiarmi sopra.
Riuscii a sdraiarmi ma il dolore era aumentato tantissimo e lo feci presente a Gabriele che lo riportò al ragazzo dell'ambulanza...
Mi inietto un antidolorifico, tirò su la maglietta di poco e mi portò in sala operatoria d'urgenza...
Gabriele da lontano mi disse: <<andrà tutto bene amore mio, quanto ti risveglierai, sarò qui ad aspettarti, ti amo>>, non trovai la forza di rispondere...
Entrai in sala operatoria e i ragazzi mi fecero subito l'anestesia che dopo due secondi fece effetto...
Mi misi le mani tra i capelli e pensai che perdere Ellie sarebbe stato un peccato...
Stavano passando tantissime ore e lei non arrivava più...
Ho paura che lei non tornerà...
Io sono tornato per lei...
Non può andarsene in questo modo anche se il paradiso è un posto migliore...
Sarebbe ingiusto...
Lei non merita questo...
Non merita di andarsene in questo modo...
Io continuerò ad aspettarla...
Passarono diverse ore.
Passarono troppe ore.
I dottori non arrivavano più.
Ormai era mezzanotte passata e il sonno cominciava a prendere il sopravvento anche se era proprio il momento.
Una mano mi toccò la gamba.
Aprì gli occhi e mi ritrovai davanti il chirurgo.
Mi alzai immediatamente.
<<Dottore allora?>>, <<caro...sei il suo fidanzato?>>, <<si, quindi?>>, <<hai fatto bene a portare la ragazza in ospedale perché era messa proprio male, un ragazzo dell'ambulanza ha tirato poco su la maglietta della ragazza e ha notato una cicatrice molto profonda e molto grande e ha notato che stava iniziando ad aprirsi ancora e stava perdendo sangue, per quello la ragazza sentiva tantissimo dolore, ora l'abbiamo operata e per ora sta bene, è a riposo ma se vuoi tu puoi rimanere con lei in stanza, le farebbe piacere averti accanto caro>>, iniziai a piangere e abbracciai il chirurgo senza pensarci due volte, <<grazie...grazie mille davvero>>, <<ragazzo sta' tranquillo non è nulla>>.
Andai nella camera dove stava Ellie.
Appena la vidi feci subito un respiro di sollievo.
Il peggio era passato...
Andai a sedermi nella sedia vicino al lettino.
Le presi la mano e gliela baciai nonostante avesse tutti gli aghi.
Avevano ricucito tutta la cicatrice...
Lei tornerà da me...
Non vedo l'ora che si svegli..
<<Ellie mi hai fatto prendere davvero un bello spavento, mannaggia a te, per un momento ho temuto il peggio, ho temuto di perderti...la cosa più brutta che mi potesse mai accadere, non farmi più questi scherzi Ellie, mi manchi tanto, torna ora che mi manchi, siamo scappati dall'inferno per poi entrarne in un'altro>>, <<non dirlo neanche Gabriele, questo non è un'inferno se ci sei tu al mio fianco, non te ne andare Gabriele per favore, ora ho bisogno di te perciò resta...>>, <<amore, non parlare, devi riposare, non devi sforzarti, ti ho aspettato per tantissime ore Ellie però tu almeno sei tornata da me>>, <<sempre>>.
Gli occhi si chiusero e iniziò a dormire così anche io la seguì e iniziai a dormire.
"domani sarà un giorno migliore" mi ero ripromesso.
<<Ragazzino, non farlo ti prego, posso darti ciò che vuoi ma metti via quel coltello per favore>>, <<Ellie adesso calmati, non c'è Jacob, ci siamo solo io e te, tranquilla siamo in ospedale hai solo fatto un'incubo, ora ritorna sdraiata, vuoi che ti porti qualcosa?>>, <<no amo, grazie>>.
La porta si spalancò ed entrò un dottore che a me sembrava davvero molto familiare e mi sembrava di aver capito che lo fosse anche per Ellie.
<<Ellie, cosa ci fai qui?>>, <<è stata male per via di una vecchia cicatrice Adam>>, <<ciao Gabriele, ne è passato di tempo e non cambierai mai, preferirai sempre le puttane alle ragazze normali, ognuno ha i suoi difetti cara Gabriele>>, vidi Gabriele alzarsi di scatto per andare verso Adam per tirargli uno schiaffo in faccia, <<fermati Gabriele, non mi interessa ciò che pensa lui di me, cosa sei venuto a dirci Adam?>>, <<puoi tornartene a casa, l'unica cosa sta attenta a fare tutte le cure per bene sennò avrai ulteriori problemi>>, <<okay, grazie Adam, ora esci dalla stanza che Ellie si deve cambiare così torniamo a casa>>, Adam in silenzio uscì dalla stanza e chiuse piano la porta.
<<Amo, ma tu sapevi che Adam era diventato dottore?>>, <<no amo, magari quando ci siamo lasciati ha iniziato a frequentare qualche scuola di medicina non lo so>>, <<ah ok amore, ora vestiti che torniamo casa>>, <<Gabriele>>, <<dimmi amore>>, <<tu ci pensi che sono passati moltissimi anni e noi siamo sempre insieme?>>, <<certo che ci penso amore, non vedo l'ora di costruirci un futuro insieme>>, <<possiamo andare, sono pronta e ho preso tutto>>.
Uscimmo dalla stanza e iniziammo a camminare verso il parcheggio.
Gabriele mi aiutò a salire e poi salì anche lui.
Non mi ero mai sentita così tanto protetta ma con lui lo ero sempre.
Gabriele iniziò a guidare, prese una strada differente da quella di casa sua e da quella di casa mia...
Dove stavamo andando?
Dove mi stava portando?
Voleva farmi una sorpresa?
<<Amore, tra poco arriveremo in questo posto magico>>, <<amo, ma dove mi stai portando?>>, <<lo vedrai tra poco con i tuoi occhi>>.
Gabriele mi mise una mano davanti agli occhi per non farmi sbirciare, poi andammo avanti e lui mi fece aprire un piccolo cancelletto di legno, poi mi disse: <<tieni gli occhi chiusi e riaprili solo quando te lo dirò io>>, <<tre, due, uno, apri gli occhi amo>>.
Non potevo crederci...
Quel cortile...
Era dove noi avevamo passato tutti i nostri momenti...
Corsi verso di lui, saltandogli addosso.
Non potevo crederci che aveva guidato fino a qui solo per farmi ricordare di noi.
Anche se ero stata dimessa da poco, non sentivo dolore alla cicatrice.
Quando stavo con Gabriele il dolore spariva...
Gabriele mi prese in braccio e mi portò dentro al palazzo dove viveva con i suoi genitori.
Tempo fa, quando se ne era andato, era andato a vivere in un'altra città ma questa casa i suoi genitori l'hanno tenuta nell'evenienza di qualunque cosa.
Gabriele poi è ritornato, ma aveva comprato casa sua perciò questa è sempre rimasta vuota per più di 11 anni.
Andammo a prendere l'ascensore e andammo al suo piano.
Appena entrammo in casa mi vennero in mente tutti quanti i momenti passati insieme, quelli belli e quelli brutti...
Lui era l'unico a rendermi davvero felice...
Sapeva in che modo farlo.
Si era fatta ormai sera e io e Gabriele decidemmo di rimanere a dormire nella sua vecchia casa, così andammo in camera dei suoi e iniziammo a preparare il letto.
Appena finito di fare il letto andammo in bagno a cambiarci e ci mettemmo dei pigiami trovati nel cassetto dei suoi genitori.
Decisi di legarmi i capelli per il caldo.
Andammo in camera dei suoi e ci sdraiammo.
Gabriele si tolse la maglietta e disse: <<qui fa troppo caldo>>, madonna i suoi addominali, <<non provocarmi occhi verdi>>, poi, mi tolsi anche io la maglietta, Gabriele mi guardò, fece un mezzo sorriso e iniziò a levarsi i pantaloni, io lo guardai ridendo e gli disse: <<hai fatto il ragazzo provocatorio con la ragazza sbagliata occhi verdi>>, mi tolsi i pantaloni e anche le mutande, ero solo in reggiseno sotto le coperte, quando ad un certo punto Gabriele mi prende per i fianchi e mi mette sopra di lui, <<almeno fammi avere il gusto di toglierti il reggiseno>>, <<se proprio devi, fai pure>>, iniziò a slacciarmi il reggiseno e mi cadde, lui si spostò un po' per togliersi le mutande e poi ci mettemmo io sotto e lui sopra.
<<Sei sicura amo? se senti dolore alla ferita dimmelo>>, <<si amo sono sicurissima>>.
Gabriele iniziò ad entrare dentro di me piano, piano.
Stavo ritornando ad essere dipendente da lui.
<<Amo aspetta fermiamoci, non riesco scusa, mi fa troppo male>>, <<amore non scusarti, stai serena, possiamo passare la notte a baciarci nudi nel letto dei miei se ti va>>, lo guardai dritto nei suoi occhi verdi e iniziai a baciarlo con tanta passione, forse troppa.
Le nostre lingue continuavano a toccarsi...

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