COMPLETO
Sequel di IN LOVE WITH A (MAFIA) BAD BOY.
Dopo anni Ilaria doveva ritornare a New York per lavoro, ma in quel momento la mafia passava al secondo piano essendo che la sua migliore amica si trovava proprio lì, e dopo di lei c'era anche il su...
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Due giorni dopo...
"Ti conviene mettere questi di orecchini invece che quelli" disse la mia migliore amica tenendo in mano degli orecchini di Chanel, li fissai e annuì dandole ragione, tolsi quelli che avevo addosso e feci un cambio veloce. Mi fissai allo specchio per l'ultima volta e con i tacchi della Louboutin in mano uscì dalla stanza di Melissa per scendere in soggiorno dove tutti mi stavano aspettando, tutti compreso Adrian, per poter dare il verdetto dell'outfit, anche se era una cosa inutile secondo me.
Tra poco meno di due ore dovevo incontrarmi con Boss Burke per il famosissimo appuntamento di lavoro. Appena scesi camminai in punta di piedi fino al divano per poi indossare i tacchi in modo aggraziato. I ragazzi mi avevano subito dato la loro approvazione su un semplice abito nero, lungo fino alle ginocchia con uno spacco vertiginoso obliquo sulla gamba destra.
"Ma non ci hai più raccontato nulla da quando sei ritornata dall'Italia, su! Cos'è successo con quel tale?" Sospirai alla domanda di Kevin "l'abbiamo ucciso" risposi velocemente "abbiamo? Adrian ti sei aggiunto anche te?" Chiese sempre l'amico più basso del trio "no, la sua ex moglie" risposi prima di Adrian alzandomi in piedi per controllare meglio i tacchi alti, quando mi convinsi che fossero più belli di quanto pensassi alzai la testa scostando i capelli al lato e feci un sorriso tirato "chi mi accompagna da finto bodyguard?" Chiesi sbattendo leggermente le mani sui fianchi e tutti si misero a guardare Adrian, immaginavo "hey! Non vale" sussurrò lui guardando gli altri male "sei il suo ragazzo" disse Melissa spintonandolo scherzosamente da un braccio facendogli perdere un po' di equilibrio "Adrian? Vieni o no?" Chiesi attirando la sua attenzione. I suoi occhi color smeraldo mi colpirono subito e mosse la testa accettando la proposta, vidi dei tatuaggi gemelli nuovi sulle tempie coperte dai capelli corti ai lati della testa, erano un insieme di stelle dalla forma strana, tipo dei coriandoli da concerto, quando si avvicinò ritornai a guardare l'orologio e notai che si era fatta tardi ormai "allora noi andiamo, ci vediamo tra un paio di orette" dissi ma stavolta con un vero sorriso, tutti ci salutarono e io porsi le chiavi della mia auto ad Adrian prima di uscire dalla porta di casa. "Dove si trova questo ristornate?" Chiese non appena mise la mia Porsche in motore "è registrata sul navigatore dell'auto" risposi iniziando a cercare la destinazione tra le milioni scritte e non appena la trovai sussurrai un 'uh' per poi metterla in funzione.
Come immaginavo eravamo rimasti bloccati nel traffico ma per lo meno per me tardi significava partire davvero molto presto proprio per inconvenienti come questo, avevamo ancora quaranta minuti di tempo per arrivare lì così mi misi comoda sul sedile del passeggero mentre Adrian alzò di poco una canzone della radio.
Guardai fuori dal finestrino, mentre eravamo sopra un ponte, i traghetti turistici sotto di noi si muovevano lente, o almeno così sembrava mentre il cielo aveva assunto dei colori simili al viola e al rosa lasciando spazio anche a qualche nuvoletta azzurra e rossa.
Portai una mano sotto il mento e diedi voce ai miei pensieri "credo che se tu iniziassi a chiamarmi di nuovo bambolina forse ti ricorderai prima di me" dissi mentre cambiai visuale guardando ora l'asfalto grigio scuro "dici?" Chiese "beh, credo di sì, insomma mi chiamavi sempre così" risposi tornando a giocare con le unghie appuntite dal nervosismo "va bene" esclamò calmo "bambolina" lo guardai di scatto, non mi sarei mai stancata di sentirmi chiamare così da lui. Anche Adrian si girò e mi sorrise rassicurante, portò lentamente una mano su una mia coscia e la strinse facendo si che ritornassi in vita, quel cavolo di tocco... era magico "basta che sta sera quel tale non allunghi troppo le mani o i piedi" era geloso? Davvero? "E se lo facesse? Che faresti?" Chiesi sorridendogli felice "se succederà lui avrà i giorni contati come con Holland" rispose facendo spallucce "ha anche dei figli, e si dice che la sua moglie sia morta da anni ormai, quindi i figli con chi crescerebbero?" Mi guardò infastidito con una smorfia e io scoppiai a ridere "va bene, la smetto" arrestai la risata ma lui sembrò ancora più infastidito "continua a sorridere, è raro vedere quei denti, sono più vip delle celebrità a quanto pare" trattenni quel sorriso che voleva vedere e abbassai lo sguardo sentendo le guance infuocarsi come ai vecchi tempi ma la mano che prima si trovava sulla mia coscia si spostò immediatamente sul mio mento, lentamente mi alzò il volto e si avvicinò alquanto attentamente, sapevo che la sua intenzione era mi immobilizzai facendo si che lui mi raggiungesse ma proprio quando fu vicinissimo alle mie labbra qualcuno suonò istericamente il clacson facendoci saltare sui post "idiota" farfugliò avanzando di qualche centimetro lasciato libero dall'avanzamento dei veicoli, portai una mano sulle labbra ma senza toccarle per non togliere il rossetto che avevo messo e mi coprì quel mezzo sorrisetto che mi venne da fare.
E per mezz'ora fummo bloccati su quel ponte nel bel mezzo del traffico fino a che Adrian non uscì da una uscita alla fine della strada per potersi aggirare tra i quartieri per raggiungere il dannato ristorante, e ora che uscì dall'auto potevo augurarmi buona fortuna e una buona pazienza.