Nathaniel

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10 thinghs I hate about you è un film che da piccoli io e Judith abbiamo visto fino allo sfinimento. Lei lo adora, io non lo sopporto più. Tuttavia non posso non pensare ad uno dei due protagonisti maschili nel film: Cameron James. Cameron si innamora di Bianca Stratford, una delle ragazze più carine e popolari della scuola. Lui è un ragazzo normale, non popolare, apparentemente senza nessuna caratteristica speciale. Comunque, verso la metà del film Cameron riesce ad uscire insieme a Bianca, che successivamente si innamora di lui. Nonostante questo film mi faccia venire il diabete, non posso fare a meno di pensare a questo parallelismo tra la mia vita e quella di Cameron in questo momento. Se la mia storia con Madeline dovesse essere come questo film, beh cazzo, che capolavoro!

La fluida chioma bionda si allontana, seguita dalle sue copie. Il mio viso ipnotizzato viene illuminato da un largo sorriso. Alzo il gomito, stringo il pugno e lo muovo in segno di vittoria. Mi guardo intorno e cerco gli occhi di Spina. Non trovandoli accanto a me, percorro correndo il corridoio. La trovo vicino al suo armadietto, voltata di spalle, impegnata a chiacchierare con una compagna. I capelli scuri le abbracciano le spalle, mentre la noto spostare qualche ciuffetto ribelle dietro le orecchie. Mi fermo a fissarla. Rosemary assomiglia così tanto alla cugina per certi aspetti, ad esempio il modo in cui le sue braccia si incrociano sul petto tutte le volte che qualcuno le parla, non facendo mai capire a chi le si trova accanto le emozioni che vuole trasmettere. Questi aspetti, a volte, mi impedivano e mi impediscono tutt'ora di toglierle gli occhi di dosso. Solo perché mi ricordano Madeline, non per altro.
Finalmente la sua amica sia allontana e lei torna a concentrarsi su qualcosa nel suo armadietto. Le arrivo dietro e toccandole improvvisamente le spalle la faccio spaventare. Io ne approfitto e le prendo dalle mani l'oggetto che le ruba tanta attenzione. Resto a bocca aperta. Il quaderno marrone. Marrone merda, così lo chiamava, ma a me è sempre sembrato più simile al cioccolato.
«Vedo che ti porti ancora questo coso in giro» poggio la spalla all'armadietto, chiuso, accanto.
«Si, e ora dammelo!»
«Oh, ma dai! Voglio solo leggerlo!» dico per prenderla in giro, in realtà non lo farei mai. Anche da bambini non mi ha mai permesso di aprirlo.
«Non credo che sarai mai tra la lista delle persone che potranno leggerlo, soprattutto dopo la paura che mi hai fatto prendere!»
Alzo gli occhi al cielo.
«Sei proprio una spina, non fai altro che punzecchiare le persone.»
«Gne, gne.»
Riprende il quaderno e lo chiude nell'armadietto.
Si incammina e io la seguo.
«Sei stata eccezionale prima» dico, dandole una spallata lieve.
I suoi grandi occhi verdi mi guardano e le sue labbra si incurvano in un timido sorriso.
«Grazie, Rosemary.»
«Nathaniel Moore che ringrazia... Attenzione! Potrebbe cascare il mondo da un momento all'altro!» dice, portando le mani intorno la bocca per amplificare la voce.
«Esagerata! Non dimenticarti che io sono un gentiluomo che ringrazia e salva le belle donzelle in pericolo.»
Annuisce e ride.
«Dai, smettila di dire cazzate ora. Raccontami cos'è successo!»
Tra il mio racconto ed i suoi commenti, i suoi consigli e i miei sentimenti arrivo alla mia aula.
Sorridente come non la vedevo da tempo, Spina mi saluta, augurandomi una buona lezione.
Resto a guardarla mentre lei svolta nel corridoio successivo, finché anche la sua ombra non scompare del tutto. Io entro in classe.

Il saccone torna indietro. Mi sposto prima che mi colpisca il naso. Colpisco il sacco con il pugno sinistro. Con l'altra mano, travestita da un guantone, asciugo le perle di sudore che si inoltrano sulla mia fronte. Un altro pugno. Evito un colpo. Pugno. Evito. Pugno. Madeline. Vedo lei. I suoi capelli biondi ondeggiare sulle spalle. Le sue parole e i suoi sguardi. Ricordo. Pugno. Evito. Rosemary. Spina e i suoi grandi occhi verdi sorridenti. Il vecchio quaderno tra le braccia e le gote dipinte di un dolce rosso acceso. Strabuzzo gli occhi. Tiro un pugno che però prende l'aria. Riemergo dai miei pensieri e mi guardo intorno. Jesse trattiene il saccone tra le braccia.
«Beh? Lo lasci?»
«Assolutamente no. Con la forza che ci stai mettendo, arriverà a stufarsi perfino il sacco» ridacchia.
Mi avvicino alla panchina su cui ho poggiato la bottiglietta d'acqua.
«A cosa pensi?» Jesse si piazza davanti a me.
«Se per farti andare via posso tirarti un pugno o un calcio nel cu...»
«Aaah, ho capito! Pensi alla bella cugina!» mi dà una pacca sulla spalla.
Mi fermo in silenzio a guardarlo mentre il mio respiro accelera e il cuore manca un battito.
«Ma che dici! A me piace Madeline!»
«Infatti. La cugina della ragazza con cui esci sempre.»
«Io non esco con Rosemary.»
Jesse si siede sulla panchina, sfilandosi la maglietta sudata e scoprendo il suo fisico più vigoroso del mio.
Incrocia le braccia e le vene su di esse si evidenziano scure e sottili.
«Ma che ti prende oggi? Sei tu che hai detto che ultimamente vi incontrate per quel vostro accordo.»
Faccio un respiro e scuoto la testa.
«Giusto, hai ragione.»
«E comunque... ti offendi se ti dico che mi piacerebbe conoscere Rose?»
«Rosemary. Perché vuoi conoscerla?»
Mi siedo accanto a lui, sfilandomi i guantoni.
Il mio migliore amico alza le spalle e accenna un sorriso.
«Non so. Da come ne parli, sembra così simpatica» il suo sorriso diventa sempre più evidente.
Mi gratto la nuca. Faccio un colpo di tosse: inizia a far freddo fuori. Annuisco.
«Va bene. Glielo dirò.»
«Grazie Nath, sei un grande!» scombigliandomi i capelli si alza e si allontana.
Per la prima volta da anni non aspetto di finire l'allenamento per prendere il telefono.
Mi affretto per arrivare agli spogliatoi dove lascio sempre il mio borsone.
Scavo tra le magliette sudate, i pantaloncini e la rete per i guantoni, le chiavi e vari cappelli. Tiro fuori il cellulare. Elimino tutte le notifiche senza leggerle e entro sull'applicazione dei messaggi.

Nathaniel: Ho trovato il modo di ricambiare il favore.

Aspetto impaziente di vedere i tre puntini apparire sullo schermo.
Giro e rigiro il telefono tra le mani. Scrollo tra le notifiche senza trovare quella giusta.
Sistemo le cose che ho cacciato poco prima dalla grande borsa.
Guardo tra le notifiche: ancora nulla.
5 minuti.
Decido di farmi una doccia.
10 minuti.
Asciugo tutto il corpo.
15 minuti.
Mi allaccio le scarpe.
Un sonoro "tin" riempie il silenzio dello spogliatoio.
Mi alzo immediatamente dal freddo pavimento. Il cuore inizia a battermi forte, no fortissimo, talmente tanto che potrebbe schizzarmi fuori dal petto e cominciare a ballare su una canzone di Michael Jackson.
Traggo un respiro, poi un altro e anche un terzo per poi poggiarmi una mano sul petto e sentire il mio cuore man mano tornare alla sua regolare velocità.
"Mi sarò alzato troppo in fretta" penso tra me e me.
Recupero il telefono e questa volta tra i vari messaggi trovo quello che mi interessa. 

Rosemary: E sentiamo un pò come.

Nathaniel: Diciamo che potresti interessare al mio migliore amico. Potresti uscirci insieme e magari se piace anche a te potreste frequentarvi. Non c'è di che.

Rosemary: Quindi un altro gigante palestrato, modesto e narcisista?

Colgo l'ironia nella sua domanda.

Nathaniel: Ehy! Io non sono narcisista! Vedi ho pensato anche alla tua di vita sentimentale.

Rosemary: Grazie ma non ho bisogno di un coach d'amore. Inoltre se avessi voluto uscire con il tuo amico l'avrei fatto autonomamente. Non vale come favore ;)

Nathaniel: Va bene, va bene, non hai tutti i torti. Ma potresti uscirci comunque? Gli interessi sul serio.

Nathaniel: Pensaci Spina, quand'è che ti ricapita di uscire con un bel ragazzo al quale INTERESSI cara mia?

Mi sembra quasi di vedere i suoi occhi alzarsi alla mia battuta.

Rosemary: Uscirò con lui solo se tu riuscirai a convincere Madeline a venire con te.

Nathaniel: E come faccio scusa?!

Rosemary: Booooh! Questo dovrai saperlo tu.

Scuoto la testa. Una spina nel fianco. 
Sorrido.

CAN WE MEET TOMORROW?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora