Capitolo 3

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Kenan sbuffò passandosi una mano tra i capelli mentre avvertiva su di se lo sguardo di fuoco della madre.

-per quanto continuerai a guardarmi in questo modo?- domandò esasperato Kenan mentre la donna continuava a fissarlo come se volesse letteralmente incenerirlo.

-ti hanno quasi beccato- ringhiò lei -ti hanno quasi beccato con un ragazzo sei davvero impossibile-

-è la mia vita posso fare quello che voglio e uscire con chi voglio. Tu hai solo complicato tutto perché hai fatto credere al mondo intero che io e Viktoria stiamo insieme quando nemmeno ci parliamo- parlò con calma Kenan che sapeva che se solo avesse alzato il tono di voce sua madre l'avrebbe ucciso. Nel mentre il ragazzo si era messo a giocare anche con uno degli anelli antistress che usava di solito per cercare di stare calmo.

-non hai ancora compiuto ventun anni non puoi fare quello che vuoi! Devi rispettare quello che ti dico e soprattutto farti curare- continuò la donna aumentando il tono della voce -non posso pensare a te che vuoi rovinarmi la vita proprio adesso che sto per iniziare le riprese di un importante film-

-mamma quando capirai che essere gay non è...-

-oh io sono certa che questa tua fissa sia solo una fase- continuò la donna interrompendolo e guardandosi le unghie appena rifatte -devi solo smetterla di ribellarti-

-non è una fase- ringhiò Kenan lasciando perdere il cercare di calmarsi con l'anello -devi solo accettarlo tu che è così e che hai un figlio gay. Sai forse hai preso quello sbagliato quando te ne sei andata- ormai era davvero arrabbiato e non si stava più frenando dal parlare: voleva solo diventare maggiorenne e poter finalmente lasciarsi tutto quel mondo dello spettacolo che odiava da morire. Era cresciuto in quel mondo di finzione, sempre con tutti i riflettori addosso che ormai non ne poteva più: voleva essere un ragazzo normale come tutti.

-tuo fratello non aveva il volto giusto- alzò gli occhi al cielo Mary -sei davvero impossibile-

-come puoi dire una cosa del genere del tuo stesso figlio- sussurrò sconvolto Kenan mentre la voglia di tornare dal padre e dal fratello aumentava drasticamente.

-sono autorizzata a farlo. Ora che ne dici di organizzare il fidanzamento ufficiale con Viktoria così tutti smetteranno di dire che sei uscito con un ragazzo- continuò Mary ridacchiando.

-col cazzo. Cosa vuoi dopo anche il matrimonio?-

-certo che si-

-te lo scordi- Kenan si alzò fronteggiando la madre ringraziando anche di essere molto più alto della donna -non ho nessuna intenzione di sposare qualcuno che non amo e che soprattutto non sia un uomo. Mamma io mi sposerò solo con qualcuno del mio stesso sesso mettitelo in testa. Papà non mi costringerebbe mai a fare una cosa del genere-

-modera il linguaggio signorino- Mary era davvero furiosa e non aveva nessuna intenzione di farsi trattare in quel modo dal figlio -tuo padre si comporterebbe nello stesso identico modo-

-chiamalo e vediamo cosa dice- ringhiò Kenan intenzionato a non lasciar perdere la questione -anche lui è qualcuno al quale devo rispondere o sbaglio?- domandò poi con un sorrisetto vedendo la faccia furiosa della donna.

-vuoi davvero che un plebeo decida per te?-

-meglio un plebeo come lo chiami tu che te mamma. Questa vita la odio-

-ah si?- domandò ancora Mary osservandolo attentamente pronta a fare la mossa che credeva decisiva e che soprattutto le avrebbe dato ragione su tutto -allora torna da tuo padre per un anno e vediamo se resisterai li- Kenan osservò la madre con occhi sgranati: gli stava davvero dando quella possibilità?

-davvero?-

-certo, sono sicura che non resisterai nemmeno un mese e tornerai qui con la coda tra le gambe-

-non tornerò, voglio la mia vera famiglia e tu non ne fai parte- ringhiò Kenan -avvisa papà che tornerò a casa per un anno io invece vado a preparare la valigia- e Kenan corse letteralmente nella sua camera per poter fare la suddetta valigia. Aveva il cuore che batteva a mille al solo pensiero di poter tornare dal padre e dal fratello per un anno e non era nemmeno stato lui a chiederlo. Sarebbe tornato ad avere una vita normale e non vedeva davvero l'ora. Voleva poi anche abbracciare Julian, ci era rimasto male quando il fratello non l'aveva mai chiamato in tutti quegli anni nonostante gli avesse promesso di farlo, ma al momento l'unica cosa che gli importava era vedere Jul. L'altra cosa che gli stava facendo preparare quella valigia velocemente era anche che il suo ventunesimo compleanno sarebbe caduto durante l'anno di permanenza dal padre e che quindi molto probabilmente non sarebbe mai tornato a Liverpool dalla madre. Aveva davvero tutta le intenzioni di restare in America per il resto della sua vita e soprattutto di lasciare definitivamente il mondo dello spettacolo visto che non era mai stata quella la sua aspirazione. Da anni sapeva già cosa gli piaceva veramente fare, anche se non aveva mai detto la cosa alla madre visto che quando aveva provato ad accennarglielo la donna aveva dato in escandescenza, e voleva fare di quella sua passione un lavoro vero e proprio. Molti probabilmente gli sarebbero andati contro visto che voleva letteralmente abbandonare quello che tutti definivano il lavoro dei sogni ma per lui non lo era minimamente. Per lui quel lavoro era solo fonte di continui stress e soprattutto di gente falsa che gli si avvicinava solo e soltanto perché era Kenan Harper e voleva dei favori da lui. Non aveva mai avuto un migliore amico anche per quel motivo ed era davvero una cosa che odiava tantissimo: non aveva avuto nessuno con cui confidarsi quando la madre lo trattava male.

-vedo che hai quasi finito- Kenan alzò lo sguardo per osservare la madre che come al solito era entrata nella sua camera senza permesso.

-non vedo l'ora di andarmene-

-lo sai vero che non posso prenotarti il volo per oggi? Dovrai aspettare un po' di giorni. Farò rifiutare tutte le proposte per te per solo un mese visto che dopo tornerai con la coda tra le gambe-

-non credo proprio- sussurrò Kenan.

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