capitolo 7: Jo

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«Jase! Jase! Jase!» lo chiamai «Ehi Jase fermati!» finalmente si arrestò. Lo raggiunsi e mi portai davanti a lui. «Che succede Jase?» gli chiesi «Non sono affari tuoi, Joanne» rispose brusco facendomi sobbalzare nel sentirlo pronunciare il mio nome. Non "Sorellina" non "Joy", ma "Joanne". Evitava il mio sguardo, teneva il volto chino e fissava il pavimento, così mi piegai per cercare i suoi occhi e li trovai lucidi di lacrime represse. «Jase?» lo chiamai stupita. «Lasciami in pace, okay?» scattò e corse via. Non lo seguii, era chiaro che non era dell'umore giusto, così tornai nella Sala Comune.
«Ehi, Annie!» mi chiamò Aiden dalla poltrona vicino al camino, lo raggiunsi. «Ci sono novità» mi annunciò appena gli fui vicino. «Cioè?» Aiden era a disagio, si guardava intorno in cerca di sostegno, ma anche gli altri giovani Imperium distolsero lo sguardo. «Io ti do la prima... Per la seconda...» si schiarì la voce «Sai che l'altro giorno la nipote di Mr. Barker è stata sottoposta all'Operazione, no?» alzai gli occhi al cielo «Oh no! Non lo sapevo! Non mi ero accorta della metà dell'edificio che ha fatto crollare» esclamai sarcastica «Beh... L'hanno sottoposta al Flash, pare che non sia stata capace di controllare i suoi poteri» «Oh» mormorai stupita «Che spreco. Ha passato tutto quel tempo ad allenarsi...» dissi. Capii in quel momento il comportamento di mio fratello. Erano amici e lei l'aveva dimenticato. Mi dispiacque molto per lui, mi ripromisi che più tardi gli avrei parlato. Ma non ci sarebbe stato un più tardi.
«La seconda notizia?» chiesi «Meglio che tu vada a parlare con Seth» disse Aiden accarezzandosi il collo sempre più a disagio. Una brutta sensazione iniziò a prendermi lo stomaco. Mi voltai e iniziai a correre, decisa a trovare il mio migliore amico. Lo cercai in tutti i nostri luoghi comuni per poi trovarlo in palestra, individuando la chioma di un biondo quasi bianco inconfondibile, intento a lanciare sassi nel lago. «Seth!» lo chiamai. Lui non si voltò. «Te l'hanno detto?» chiese quando mi sedetti accanto a lui «Non ancora. Mi hanno detto che me l'avresti riferito tu» risposi. Lui rise, una risata senza felicità «Che codardi» commentò «Fanno bene. Faccio paura io» scherzai. «Allora? Che è successo?» rimase in silenzio per vari secondi prima di rispondere «Ci mandano via. Noi di Terra» disse. «Non capisco» ero confusa e il cuore aveva iniziato a battere a mille. «Andiamo a Boston» disse fissandosi le mani intrecciate in grembo. Scossi la testa cercando di fargli capire la mia confusione «Lì ci sono i migliori Imperium di Terra. Impareremo molto.» «Per... Per quanto?» chiesi insicura. «Due» «Giorni?» fece una risata triste «Settimane?» voltò il viso in modo che vedessi solo la sua bionda nuca «Mesi?» «Annie...» sussurrò «Anni vero?» «Mi dispiace» disse. «Cosa me ne faccio del tuo dispiacere!» gridai arrabbiata e fuori controllo. Mi alzai e corsi via. Volevo mio fratello. Avevo bisogno di lui. Volevo che mi consolasse. Quel giorno avevamo entrambi perso qualcuno di importante. Lui mi avrebbe capito. «Jase!» chiamai «Jase!» lo cercai ovunque senza riuscirci «Ja...» ma fui interrotta dall'allarme. Ci stavano attaccando.

Allarmata presi a correre verso l'epicentro del caos, dopottutto ero stata addestrata per questo. Mentre correvo qualcuno mi placcò da dietro, mi ficcò un lurido pezzo di stoffa in bocca e mi trascinò di peso da qualche parte. Scalciai cercando di evocare il mio elemento ma prontamente il mio sequestratore evocava serpenti di fuoco che consumavano l'aria. Arrivati alla Sala Grande mi liberò dallo straccio e mi posò a terra, pernettendo di guardarmi intorno e li vidi... C'erano tutti, tutti e trentacinque, tutti gli Iniziati. Ognuno si dibatteva nella presa di un Ignis dal volto coperto da un passamontagna, tutti tranne mio fratello. Il suo rapitore presentava varie bruciature in tutta la divisa e si teneva a distanza di sicurezza dal ragazzo, come per timore che se fosse rimasto troppo vicino gli avrebbe incendiato il la divisa. Sorrisi all'idea. «Oh, ma quanta argilla fresca abbiamo qui» cantilenò una voce. Una donna entrò a grandi passi dal portone principale della sala. Indossava un vestito che le aderiva completamente sul corpo sottolineando le sue curve, portava tacchi a spillo spaventosamente alti e la pelle bianca entrava fortemente in contrasto con il vestito, i capelli sciolti che svolazzavano come una bandiera dei pirati, e gli occhi, che erano tutti di un nero pece. Sembrava una donna uscita dalle foto in bianco e nero degli anni quaranta. Come potesse starsene lì, in Alaska, vestita così, restava ancora un mistero.
«Mi presento, sono Susan Blackwood» tutti sobbalzarono a quel nome. «Molti di voi avranno capito cosa ci faccio qui» continuò ignorando la reazione dei presenti. «Ma ve lo spiego ugualmente. Sono qui per portarvi con me. So che non sopportate le regole severe della B.L.C., Ignis! Non fate questo, non fate quello, Imperium della terra! Attenti a non rovinare niente, attenti ai muri, attenti ai pavimenti, non siate così sensibili! Voi dell'acqua... Sempre considerati più deboli perché non potete trovare l'acqua ovunque? Io vi insegnerò a ricavarla dall'umidità nell'aria, dalle piante, dal terreno e infine voi dell'aria, l'aria è l'elemento libero per eccellenza, non potete farvi rinchiudere e controllare. Venite con me ragazzi, venite con me e sarete liberi, vi prometto che realizzerò ogni vostro desiderio, gloria, potere, forza, controllo e vendetta» all'ultima parola i suoi occhi si posarono su James. «Siete liberi di decidere. In cambio voglio solo la vostra lealtà nulla di più. Chi non vuole... Non lo biasimo, semplicemente verrà soppresso la prossima volta che ci incontreremo, ma non oggi. Credo nelle seconde possibilità» sorrise. Quale pazzo vorrebbe andare con quella donna? La Blackwood fece un movimento brusco con il braccio sinistro e tutta la parete andò in frantumi facendo entrare l'aria fredda dell'Alaska. Uscì con passo lento e i suoi seguaci mollarono gli Iniziati per raggiungerla. Dove sono le guardie della B.L.C.? Ero convinta che nessuno l'avrebbe seguita invece fui scioccata nel vedere un gruppo di dieci o quindici Imperium unirsi a lei, perlopiù Ignis. Soprattutto, non mi aspettavo che lui si sarebbe mosso. «Jase!» lo chiamai, no non ci credo «Jase!» non si voltò. «Jase non lasciarmi!» la mia vista si offuscò dalle lacrime. Presi a correre verso di lui ma qualcuno mi fermò bloccandomi. «Lascialo, se vai anche tu entri automaticamente tra le sue schiere, se non credi nei suoi ideali non andarci, non farlo per lui» sentii la voce sicura di Seth sussurrarmi all'orecchio. «Jase! Ti prego!» gridai ancora. Finalmente si voltò «Perché?» chiesi tra i singhiozzi «Per Sophie Hunter?» gridai «Lei era l'unica cosa che mi tratteneva qui» quelle parole mi colpirono come un pugno allo stomaco perché non ero io la sua ancora. «E io? E io Jase?» le lacrime mi bagnavano il volto, il mondo prese a girare, esistevamo solo io e lui, gli altri non avevano importanza, dovevo trattenere la persona più importante nella mia vita, non volevo si allontanasse da me per un motivo a me oscuro, qualunque problema l'avremo risolto insieme. «Joy...» mi chiamava sempre così, diceva ti chiamo così perché sei la mia gioia, «Tu non ricordi» «Cosa?! Cosa non ricordo?!» gridai con la rabbia che iniziava a montarmi nel petto «Sei convinta che la B.L.C. sia nel giusto?» chiese «Certo che lo sono! E dovresti esserlo anche tu! Ci hanno accolti quando avevamo perso tutto Jase!» «Non capisci.» disse scuotendo la testa, si voltò. «No Jase!» gridai nel panico. «Jase non abbandonarmi, non abbandonarmi anche tu! Non posso perderti!» gridai, le lacrime che mi inondavano la faccia, le gambe che mi cedevano e la disperazione che iniziava a prendermi, ma lui non si fermò più.
Quando chiarii che non sarebbe più tornato, che non si sarebbe più voltato, che mi aveva lasciato, quando tutto nella stanza prese a vorticare nel mio tornado di odio, cacciai un urlo assordante «Giuro che se torni ti ammazzo James Sharp!» gridai al vento gelido. Ma lui non poteva sentirmi, se n'era andato.

Angolo autrice

Ciao a tutti lettori e lettrici, credo sia carino spiegarvi perché Jo chiamava James, Jase, e non Jamie o Jem che sono i nomignoli che normalmente si affibbiano a questo nome. Se ricordate il nome intero di James è James Andrew Sharp e in acronimo sarebbe J.A.S. praticamente ho utilizzato l'idea di Shadowhunters per il nome di Jace ovvero un nome derivato dall'acronimo J.C. Quindi Jase è un nome derivato dall'acronimo J.A.S. , spero di essermi spiegata. Grazie tante per l'attenzione e spero che la storia vi stia piacendo.

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