Capitolo 45: Jo

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«Ecco. Sono spariti in questo punto» dissi fermandomi, controllando il puntino verde sullo schermo del telefono, dove avevo visto sparire quello rosso. «Non possono essersi volatilizzati nel nulla» commentò Skyler «Magari James si è liberato della pallina» suggerii «No. Altrimenti il puntino lampeggerebbe ancora qui.» mi contradisse Seth «Forse l'ha distrutto» tentò Skyler «No. In quel caso si sarebbe attivato il nostro» replicò Aiden. «Non possono essere spariti dalla faccia della Ter...» cercai di protestare, ma non riuscii a terminare la frase perché a quel punto Skyler venne rissucchiata dalla sabbia «Sky!» esclamai stupita. Prima che potessi fare un passo venni trascinata giù pure io. La sabbia mi soffocò e mi rese cieca, non riuscivo a muovermi, era come affogare, stavo per andare nel panico quando i miei polmoni ripresero a ricevere ossigeno. Mi trovavo su una poltrona nera di pelle lucida, affianco c'erano i miei amici e davanti, un uomo calvo e tatuato dall'aspetto europeo, seduto comodamente sulla poltrona con un bicchiere di vino rosso in mano e le gambe incrociate. «Hola chicos, con chi ho il piacere di parlare?» proruppe «Sei tu che ci hai condotto qui. Dovresti presentarti tu per primo» rispose Aiden, sempre con un tono fiero e sicuro. L'uomo rise «Siete voi che gironzolavate sulla mia proprietà» commentò «Non sapevamo fosse di tua proprietà» ribatté Aiden duro. «Bueno chicos! Io sono uno dei più fedeli a Susan Blackwood, Valentin Santos, e voi siete chiaramente della B.L.C. e so anche che tu» e mi indicò «sei la sorella del nostro traditore e tu» e indicò Skyler «sei l'assassina di mio figlio. E per questo dovete morire tutti.» concluse quasi amabilmente.

Angolo speciale Sky

Diego Santos era stata la mia salvezza, l'isola accogliente per una ragazza naufragata nel mare della depressione. Non so se credete alla iella o alla sfortuna o anche al destino, che le cose accadono per un motivo che tu non puoi controllare. Io non ci credevo. Pensavo che il futuro fosse nelle mie mani e in quella di noi umani. Finché la morte non si portò via le persone migliori al mondo. Quando anche mia madre mi lasciò mi chiesi cosa avessi fatto di male da meritarmi questo. Non avevo il controllo di niente, di niente a cui tenessi, non volevo permettere al mio cuore di tenere a qualcun' altro, perché se avessi perso anche lui... Deposero mia madre nella fossa, dentro non c'era alcun corpo, perché era stato bruciato, e ora, le sue ceneri si trovavano nel vaso di ceramica che avevo in mano. Ma quello non era lei. Quello che era stato lei se n'è andato per sempre, e viveva solo nei ricordi delle persone che l'avevano conosciuta e amata. Ma col tempo anche quelli sarebbero svaniti, anche i miei sarebbero svaniti, mi era già difficile ricordare il suo caldo sorriso. La parte debole di me voleva autoimporsi il Flash, per dimenticare tutto, lei, Sam e papà. Ma cosa sarebbe stato di loro se anche io li avessi dimenticati? Ombre anonime passavano accanto a me, mormorando inutili condoglianze, ma io non li ascoltavo, cercavo ancora l'eco di coloro che avevo perso. «Sky... Mi dispiace tanto» riconobbi quella voce, era Aiden Ryder. Aiden è un ragazzo da ammirare. Ho avuto una brutta cotta per lui per almeno un anno... Forse ce l'avevo ancora. Ma in quel momento mi sembrava come tutti gli altri, qualcuno che provava pena per me, qualcuno che si scusava per la mia tragedia, che non capiva come mi sentivo, come tutti gli altri. Cosa ci trovavo di speciale in quegli occhi blu? Non riuscii nemmeno a ringraziarlo per le sue inutili condoglianze. Mi voltai e mi allontanai da lui. Da qualsiasi essere vivente.
«Hey!» mi chiamò qualcuno spaventandomi. Il vaso scivolò dalle mie mani e cadde per terra frantumandosi in tanti pezzettini, lasciando che il vento si portasse via l'essenza di mia madre. «Oh, mierda. Ho ucciso tua madre» esclamò il ragazzo davanti a me in panico «Mia madre è già morta» riuscii a rispondere indignata «Mierda, mierda, mierda» continuò a ripetere buttandosi a terra, cercando di raccogliere ciò che era rimasto. Tirò fuori un fazzoletto di stoffa (chi va in giro con un fazzoletto di stoffa?) e raccolse le ceneri di mia madre con cura, poi me lo porse piegato. «Dios, scusa se ho fatto cadere tua madre. Forse ci siamo persi un braccio o... Mierda, scusa» «Smettila di scusarti.» ordinai impassibile. Lui tacque immediatamente «Tanto lei voleva fluttuare via nell'aria di Miami. È casa sua dopottutto» dissi aprendo la stoffa e lasciando che il vento se la portasse via. Non aveva senso legarsi alle sue ceneri. Non sarebbe stata più lei. «Te lo ripulisco da mia madre e poi te lo restituisco» dissi riferendomi al fazzoletto «No. No. Tienilo» rispose. Lo guardai accigliata poi lui si affrettò ad aggiungere «Non che mi faccia schifo tua madre. Cioé le ceneri... Insomma, non per infierire sul fatto che è morta... Oh, sto zitto che è meglio» mi sarei dovuta offedere. Quel ragazzo non aveva un minimo di tatto verso di me, oltre ad avermi fatto perdere mia madre. Ma mi importava davvero? Odiavo essere compatita e non mi interessava ciò che rimaneva di mia madre, il ricordo costante della sua morte. Preferivo ricordarmela bella, intelligente e sorridente che un cumulo di polvere grigia. «Chi sei?» gli chiesi «Diego Santos. New Orleans, Base 2. Sono qui in visita.» rispose «Non sei di qui» «Mio padre non era di qui. È spagnolo. Mia madre è messicana» questo spiegava il suo bell'aspetto da pirata dei mari. Capelli neri, pelle olivastra ma di una sfumatura scura che lo rendeva... Affascinante, e due occhi scuri e intensi. E chi aveva detto che ci si perdeva solo negli occhi chiari? Io vedevo il mare anche in quelli scuri. Sembrava avesse uno o due anni più di me, ma probabilmente, come tutti i ragazzi, aveva il cervello di un undicenne «Io sono...» «Sì, lo so, Skyler More, la figlia della defun...» si bloccò rendendosi conto di essere stato nuovamente indiscreto. Per uno strano motivo mi piaceva. Era un po'imbranato e aveva l'aria di uno dolce e gentile.
E quello fu l'errore di giudizio più grave che commisi in vita mia.
Rimasi a Miami per altri due mesi, nella casa che era appartenuta ai miei genitori. Appena fossi diventata maggiorenne, sarebbe tornata di mia proprietà. La casa era magnifica, si affacciava sul mare ed era accogliente come poche. Ma non ero sicura di poter tornare a vivere in quel luogo senza loro. In quel periodo alla Base 7, passai tutto il tempo a disposizione con Diego. Gli altri non avevano il coraggio di avvicinarsi a me, perché li mettevo a disagio e gli adulti non mi imponevano niente, non allenamenti obbligatori o corsi... Ero libera di fare ciò che più mi aggradava. Sarebbe stato deprimente se non avessi avuto lui al mio fianco. Lui non era come gli altri, non si lasciava intimidire dalla mia tragedia, era sempre lì, pronto a sostenermi. Fu inevitabile che mi innamorassi. «Domani devo tornare alla Base 5. È lì che sta la mia squadra. Quello a cui apparterrò per sempre.» «Voglio venire con te» disse e poi mi baciò «Io voglio stare dove stai tu» e poi continuammo a baciarci. Fu il mio primo bacio.
Funziona così la B.L.C., dopo l'Operazione, il gruppo di Iniziati passa un periodo per allenarsi con il loro Macro gruppo iniziale. In seguito vengono divisi nelle varie Basi per venire allenati nel loro elemento. Per esempio io venni trasferita in Boston con Sam per allenarci sull'elemento della Terra. Ma di norma quelli che inizialmente sono mandati alla Base1 rimangono lì. Alla Base1 ci mandano gli Iniziati che non hanno legami con la B.L.C e che, quindi, vengono sottoposte al Flash (a.a. Insomma, per dire, i ragazzi orfani che sono stati strappate alle famiglie, come James e Jo. Quindi quelli che devono essere sottoposti al Flash per dimenticare. E il Flash si trova alla Base1. Per questo gli altri non hanno mai conosciuto Nox o Lucas) , io che ho avuto entrambi i genitori scienziati non ne ho avuto bisogno. Poi gli Iniziati venivano suddivisi in squadre, decise dai superiori, e a loro veniva assegnato un tutore, il nostro era Mr. Steel. Con questa squadra si partiva in missione e si collaborava finché non si diventava abbastanza grandi e capaci da cavarsela da soli. Aiden, Seth e Joanne erano teoricamente le persone di cui mi potevo fidare di più al mondo. Ma prima di loro veniva Diego. All'inizio, pensavo fosse solo curioso, mi faceva sempre un sacco di domande sugli Iniziati e sul Flash, sui sistemi di sicurezza e di organizzazione. Non capivo l'esatta funzione del Flash e quindi non potevo aiutarlo nelle sue curiosità.
Ma poi un giorno... «Sì, te l'ho detto. È in Alaska! No, non sospettano di niente. La B.L.C. è spacciata, con queste informazioni Susan avrà un quadro migliore della situazione. Va bene. Ciao» attaccò poi si voltò e si bloccò davanti alla mia vista. «Skyler...» mormorò con il suo bellissimo accento «Tu sei... Tu sei un Ribelle» balbettai, incapace di accettare questo fatto. «Sky. È vero. Lo ero. Ma da quando ti ho conosciuto ho abbandonato. Continuo a chiamarli per non farlo sospettare di niente. Credimi se ti dico che ti amo e che ho lasciato tutto per te.» mi pregò. Gli credetti come una stupida.

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