chapter five

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                                                                    A te che sei
                                                          anche quando credi
                                                            di non essere più.

Oggi è il mio compleanno!
Sono passati due giorni da quando io e Con abbiamo comprato gli ultimi preparativi, e ora è tutto pronto.

La sala per la festa dista circa 2 kilometri da Melrose. È munita di una piscina rettangolare immensa contornata da led blu e rossi di varie tonalità.
L'idea mia e di mio fratello era far indossare agli invitati il costume sotto gli abiti per poi finire tutti quanti in piscina,dopo i tagli delle torte.
Sono anche previsti 2 dj pronti a intrattenere,proponendo musiche per il pubblico. Si prospetta una serata dilettevole.

<<Mamma io ci sono,possiamo andare>>
<< Tesoro... sei una principessa. Sei fatta così grande e bella;il tempo passa troppo velocemente...>> Sento dal suo tono di voce che la mia carissima Bethany sta per commuoversi.

Nonostante sia spesso fuori per lavoro, mia madre ha sempre provato a essere presente nella vita mia e di Con. Abbiamo così tanti ricordi insieme che al solo pensiero un sorriso mi si stampa in faccia.
Ricordo quando provammo a seguire un tutorial youtube "yoga mamma-figlia", ed entrambe volammo all'indietro sbattendo le teste una contro l'altra.

Infondo i momenti a cui sono più affezionata sono quelli semplici. Piccoli momenti che ricordo per le risate o per gli insegnamenti che ci sono dietro.  Che alla fine tanto piccoli questi momenti non sono. Questi sono i ricordi belli per i quali vale la pena vivere.
                                   ...
Siamo arrivati a destinazione. Tutti sono già nel giardinetto della villa aspettando l'ingresso dei loro gemelli preferiti. Io e Connor ovviamente.

La coda del vestito striscia nel parquet della sala fino a raggiungere lo spazio aperto pronto ad accoglierci per il primo squarcio della serata.
<<Guarda là Kiara,guarda! Stanno entrando>> sento la voce di Juliette anche a metri di distanza.

Le mie orecchie sentono applausi da parte dei presenti, e dalla mia bocca esce una risata gioiosa. Ho sempre odiato stare al centro dell'attenzione ma sto proprio iniziando a ricredermi.

Il presentatore inizia un breve discorso per inaugurare il nostro diciottesimo e tutto si conclude con un altro lungo applauso. Si inizia la festa!

<< Cosa hai detto Lara? Non riesco a sentire con questo baccano. Spostiamoci sui divanetti.>> due amiche di Connor provano a comunicare a scarsi risultati per via della musica. Tutti stanno ballando e alcune ragazze si sono slacciate i tacchi per potersi muovere più liberamente.

Manca poco alla mezzanotte e finalmente sarò maggiorenne; mia madre mi porgerà la scatola con le lettere e io la conserverò.
Non le leggerò davanti a tutti. Voglio godermi ogni parola di ogni lettera fino ad arrivare all'ultima. Voglio immaginare la mano di mio padre che con dolcezza trascrive ciò che avrebbe voluto dirmi ogni istante della sua vita ma senza aver avuto la possibilità.

Papà lavorava in polizia prima che morisse, ma mia madre mi raccontava che lui avesse da sempre voluto fare il militare.
Per cui con molta dedizione, mio padre iniziò a impegnarsi per diventarlo e ci riuscì. Era ed e' sempre stato un uomo forte e soprattutto determinato.

Adoravo che il mio babbo facesse un secondo lavoro che gli potesse piacere. Ma presto se ne penti'.

Era costretto a stare mesi e mesi senza mettere piedi dentro casa. Si trovava dall'altro capo del mondo.
Io ero molto piccola dunque non ricordo nulla di tutto ciò ma mi hanno  detto che papà ci videochiamava ogni giorno. Ci mandava lettere. Ci spediva delle sorprese per tutti e 3. Ha sempre provato a far sentire la sua presenza anche se fisicamente lontani.

Un giorno mio padre ci comunicò via telefono che era a rischio. Si trovava in una piccola città vicino Odessa. Lo avvisarono che da li a pochi giorni avrebbero bombardato tutto il territorio e che avrebbe dovuto essere molto prudente per riuscire a sopravvivere.

Mio padre nonostante l'ansia che portasse dentro di se, nonostante la paura di perdere tutto ciò che avesse di importante , iniziò a scriverci  lettere per me e Con.
Avevamo 4 anni e non sapevamo cosa sarebbe successo a nostro padre,dunque lui scrisse le lettere partendo da suoi ricordi dal primo anno di nascita e così iniziò ininterrottamente a scrivere.

Due settimane dopo ci arrivò la notizia che nessuno avrebbe voluto sentire. Papà non ce l'aveva fatta.

The recovery of trustWhere stories live. Discover now