Terapia, terapista, terapeuta

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All'improvviso ho aperto gli occhi ed ho visto il mondo attorno a me che camminava,
camminava.

Intanto io restavo fermo.
Fermo a pensare, fermo a riflettere.

Allora a Dio ho chiesto una mano. Non me l'ha data. Penso che abbia fatto bene.
Perché io con Dio non ci parlo mai, lo chiamo solo quando mi serve.

Allorché mi sono avvicinato al mondo tibetano, ma anche lì dal caro Buddha non ricevetti neanche un dito.

Così mi sono detto che i social erano meglio, che il problema era l'assenza di motivazione.
Così mi sono motivato, ma è durata un giorno, massimo tre. Vabbè dai esagero un po', massimo una settimana.

Mi sono analizzato, ma dal terapeuta non sono andato. Forse era il cuore, un amore mancava.
Ma non m'innamoravo, non ci riuscivo. Ho chiamato il farmacista, gli ho chiesto una medicina perché ti giuro, io non m'innamoravo.
Ho chiamato il mio migliore amico, m'ha detto solo: Che? Ma chi te lo fa fare?
Mi sono interrogato e forse l'amore era sopravvalutato.
O forse mi sbaglio.

Ma allora il problema qual è?

Sono uscito un pomeriggio, dal tabacchino ho preso le sigarette e una l'ho fumata.
Al primo tiro ho ripensato a Dio.
Al secondo tiro a Buddha.
Al terzo tiro ai social.
Al quarto tiro all'amore.
Al quinto tiro al mio migliore amico.
Al sesto tiro mi sono deciso,
Domani chiamo il terapeuta.
All'ottavo tiro la sigaretta l'ho buttata e da lì la terapia è iniziata.

12 Agosto 2023

diario di uno scrittore errante: pensieri, parole, opere e sensazioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora