quattordici

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«Ti ho detto che non ci sta provando con me. Lo fa letteralmente anche con le fan.»
«Ma con le fan lo fa perché sa che a loro piace.» replicò ancora.
«Viviamo da tre anni insieme a lui, credi che non sappiamo come si comporti?»
Sunghoon era in macchina con loro.
I tre più piccoli erano tornati già da una decina di minuta e Sunghoon era rimasto ad aspettare Jay e Sunhee.
Lei si trovava al centro trai due, sfiorando leggermente le braccia di entrambi. Essere seduta accanto a Sunghoon in modo così vicino era una novità, ma di certo non si lamentava.
«Siamo semplicemente legati perché ci conoscevamo già.»
«Però tu avevi una cotta per lui prima, no?»
Si girò velocemente verso Jay. «Non sapevi neanche che lo conoscevo, che ne sai?»
«Continuavi a parlarmi di questo ragazzo super gentile con te, sono al 100% sicuro che sia Heeseung.»
Roteò gli occhi in risposta. «Ora è diverso.»
«Purché non è il tuo bias?» scherzò Sunghoon.
«Sei così tanto curioso di sapere chi sia perché speri sia tu?»
«Voi due da quando siete diventati migliori amici? Vi prendete in giro ma vi sorridete in continuazione.»
Sunhee cercò di non arrossire all'osservazione del fratello. Si sorridevano sempre? Le divertiva solo scherzare con lui in quel modo, non credeva neanche di sorridere più di tanto.
«È colpa di Sunghoon. È stato lui a scrivermi, perché gli hai dato il mio numero senza il mio permesso?»
«Non vuoi che ti risponda di fronte a lui, vero?» lei fece spallucce. Non capiva cosa intendesse dire. «Sul serio, Sunhee? Posso solo immaginare la tua reazione quando ti ha scritto.»
Oh. Ora capiva. L'aveva fatto per lei, certo.
Ovviamente Sunghoon rise. «Jay continua a farmi pensare che io sia il tuo preferito.»
Li diede una leggerissima gomitata per fargli smettere di ridere. «Lo dice perché abbiamo una personalità simile, ignoralo.»
In parte era vero. Gliel'aveva sempre detto che Sunghoon le ricordava Sunhee in alcuni momenti.
«Un po' lo noto anch'io.» le diede corda, probabilmente per la prima volta da quando si conoscevano.
Fece per dire qualcos'altro, ma il taxi curvò all'improvviso, sorprendendo i ragazzi e facendo si che lei finisse addosso a Sunghoon e Jay addosso a lei.
Si fermò subito dopo al lato della strada, voltandosi verso di loro. «Scusate, c'era un gatto in mezzo alla strada. State bene?»
Sunhee notò le mani di Sunghoon sulle sue braccia, mentre lei aveva la testa sul suo petto.
Non era il momento di osservare le sue mani così perfette e la presa forte, ma non riuscì a non arrossire.
Jay si era già ripreso. «Va tutto bene. Controllo il gatto.» uscì fuori, mentre Sunhee si sistemò lentamente ancora persa.
«Tutto bene?» le chiese Sunghoon. Anche lui sembrò un po' in imbarazzo.
Annuì. «Scusa.»
«Per cos-»
«Sunhee, penso tu possa impazzire tra poco.» Jay spuntò di nuovo, ma questa volta con un minuscolo gattino tra le mani.
Era nero e bianco con dei piccoli occhietti azzurri. Non avrà avuto neanche un mese di vita.
«Ow! Piccolino, che ci faceva in mezzo alla strada? Quanto sei carino.» iniziò ad accarezzarlo. «Jongseong, lo porto a casa.»
«Lo sapevo l'avresti detto.» scosse la testa basito. «Ma è strano che sia da solo.»
«Non può stare in mezzo alla strada così, andrò a cercare la mamma, torno a piedi.»
Uscì dalla macchina prendendo il piccolo gatto dalle mani del fratello.
«Sei sicura? Ti aiuto?»
«Tranquillo, a domani ragazzi.»

Si allontanò senza aspettare risposta, iniziando a cercare se vicino ai bordi della strada ci fosse la madre del gatto.
«Cerchiamo la tua mamma piccolino.»
«Ti piacciono così tanto i gatti?» quasi si prese un'infarto. Credeva di essere completamente sola, ma una voce piuttosto familiare provenne da dietro di lei.
«Perché non sei andato via con Jay?»
«Ammetto che volevo arrivare a casa e dormire più di qualunque altra cosa, ma voglio aiutare questo gattino.»
Sorrise. «Grazie.»
«Aiuto il gatto, non te.» specificò.
«Certo... non hai paura che possano riconoscerti?»
Tirò fuori una mascherina dalla tasca dei pantaloni, indossandola. «Così dovrebbe andare bene.»
«Va bene, allora cerchiamo la sua mamma o i suoi fratellini.»
«Ho visto una scatola sul marciapiede prima, forse era lì dentro.»
«Dovresti riposarti per domani. So che lo avete già fatto tante volte, ma non sei in ansia?»
«Io? Assolutamente no.»
Sapeva stesse mentendo. Aveva imparato a capire il suo comportamento. Si fingeva sicuro di sé al 100%, ma sapeva che non lo era mai del tutto. Entrambi avevano l'abitudine di nascondere le loro emozioni, questo gliel'aveva detto anche suo fratello più volte.
Sorrise, continuando ad accarezzare l'animale.
«Va bene.» era meglio non insistere.
«Oh, ecco la scatola.» dall'altra parte della strada c'era una scatola rivoltata di lato.
Una volta vicini, Sunghoon si piegò notando dei croccantini sparsi accanto e un piccolo biberon con il latte.
«L'hanno abbandonato qui, credo.»
Il gatto continuava a miagolare, quasi sembrava star piangendo. Sunhee non resisteva tale tenerezza.
«Che stronzi. Sarà solo?»
«Oh.» raccolse un biglietto accanto la scatola e glielo mostrò.
"Qualcuno lo aiuti, è solo e non possiamo tenerlo".
«Ah, portarlo in un gattile o dal veterinario era troppo complicato?» sbuffò.
Sunghoon le sorrise, rialzandosi. «La tua espressione è piuttosto divertente.»
«Sono annoiata, perché lo lasciano qui? Sono davvero stronzi.»
Anche lui lo accarezzò, sfiorando le mani di Sunhee. «Hai ragione, vuoi portarlo da qualche parte al sicuro?»
«Certo, a casa mia.» stava davvero cercando di rispondere senza balbettare e di non arrossire, ma le mani di Sunghoon che sfioravano le sue erano tutt'altra cosa.
Sul serio, non capiva come delle mani potessero essere così belle.
«Con te è al sicuro?» alzò un sopracciglio.
«Con gli umani potrei non essere brava, ma con gli animali lo sono.»
Fece una mezza risata. «Ti capisco.»
«Dovrei davvero?» insomma, gli occhietti di quel gattino le dicevano di sì in mille modi differenti.
«Sono pessimo a fare decisioni, non chiedere a me.»
«Siamo in due, ma ovviamente dovrò seguirvi in tour quindi dubito di poterlo tenere davvero.» mise il broncio.
«Tuo padre non vive qui a Seoul? Almeno può tenertelo lui.»
Ah beh, come glielo spiegava che neanche l'aveva visto una sola volta da quando era tornata? Voleva andarlo a trovare nella sua caffetteria, ma i fan avrebbero potuto notare i capelli rossi della stessa make up artist degli enhypen.
Sospirò. Era frustrante non poter parlare di lui, mai. «Per ora lo porto a casa, in questi giorni ci penso.»
Annuì. «Porta questi croccantini e il biberon, almeno dovrebbero bastare per domani. Andiamo.»
Finalmente levò le mani dal gatto, raccogliendo le cose.
«"Andiamo"?» ripetè confusa. «Il dormitorio è dall'altra parte.»
«Ti accompagno, porto queste cose mentre tu porti il gatto, no?»
«Devi riposarti.» lo rimproverò. Sebbene il suo aiuto era fin troppo gradito, aveva un concerto importante domani e stava solo perdendo tempo.
«Sta tranquilla.»
«Io sono tranquillissima, non mi sto preoccupando.» horbottò, aumentando il passo.
«Ci credo, certo, e non pensare di essere più veloce di me.»
«Ti ignorerò.»
«Sei assurda. Lo farò anche io allora.» rimase leggermente più dietro di lei.
In realtà voleva solo sorridere senza che dicesse nulla, ma il silenzio era davvero piacevole. Si sentiva a proprio agio con Sunghoon ed era davvero felice di aver passato questo tempo con lui, nonostante non dovesse più farlo al di fuori del lavoro questo le bastava.

'til the end of time; park sunghoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora